Il coronavirus “ci ha tolto anche la grande bellezza”, è stato questo il filo conduttore della puntata di mercoledì scorso di “Stasera Italia” di rete 4, condotta da Barbara Palombelli, ospite della trasmissione Vittorio Sgarbi, dal Palazzo Colonna a Roma, per una volta sereno e tranquillo, conduce i telespettatori alla scoperta delle bellezze del palazzo e dell’immenso patrimonio artistico del nostro Paese.
In questi giorni di pandemia la parola “turismo”, viene spesso pronunciata nelle varie trasmissioni dai vari esperti economici e operatori turistici, in particolare quelli legati al turismo balneare, giustamente desiderosi di ripartire. Evidentemente è un bisogno legittimo, ma nel nostro Paese non c’è solo mare, c’è l’arte, la cultura, i musei e tanto altro. Certamente l’arte e le bellezze che possediamo potrebbero diventare un’ottima medicina per farci “guarire” dall’epidemia che ci ha colpiti in questi mesi. Quando insegnavo “Arte e Immagine” alla Primaria, nonostante la “materia” era considerata poco rilevante, io cercavo sempre di proporre ai ragazzini i nostri “gioielli” artistici e per la verità costatavo abbastanza interesse.
Tra le tante pubblicazioni che si possono attribuire all’attuale pontefice, papa Francesco ce né una un po’ particolare, curata dalla giornalista Tiziana Lupi, “La mia idea di arte”, edito da Musei Vaticani e da Mondadori. Nella presentazione il Papa scrive: «L’arte, oltre a essere un testimone credibile della bellezza del creato, è anche uno strumento di evangelizzazione. Nella Chiesa esiste soprattutto per evangelizzare: attraverso l’arte – la musica, l’architettura, la scultura, la pittura – la Chiesa spiega, interpreta la rivelazione. Guardiamo la Cappella Sistina: cosa ha fatto Michelangelo? Un lavoro di evangelizzazione. Così le cattedrali medievali: il catechismo era nelle sculture di pietra, la gente non sapeva leggere ma osservava le sculture e imparava. La Chiesa – scrive papa Francesco – ha sempre usato l’arte per dimostrare la meraviglia della creazione di Dio e della dignità dell’uomo creato a sua immagine e somiglianza […]».
Papa Francesco citando san Giovanni Paolo II è convinto che la bellezza unisce e che soprattutto come aveva detto Dostoevskij, ci salverà.
Il papa in questo breve ci offre delle interessanti riflessioni sul significato dei musei, che veicolano e raccontano l’arte a tutti gli uomini. Per questo «i Musei Vaticani devono essere sempre il luogo del bello e dell’accoglienza». Papa Francesco sostiene che «l’arte ha in sé una dimensione salvifica e deve aprirsi a tutto e a tutti, e a ciascuno offrire consolazione e speranza». Ecco perché il papa, tempo fa, ha aperto i Musei Vaticani ai senza tetto, soprattutto per visitare la Cappella Sistina. I poveri sono al centro del Vangelo.
In questo contesto il Papa ha ribadito un suo tema privilegiato, quello dello scarto. Infatti è convinto che l’arte non scarta. La cultura dello scarto o dell’esclusione, «è un modello falso di società, rischia di contagiare tutti, di rendere schiavi i nostri cuori e di prevaricare i diritti e la dignità degli scartati, che vengono buttati via come dei rifiuti».
Papa Francesco fa un elenco degli scartati a cominciare dai più piccoli, i bambini affamati e senza istruzione. «I bambini, ormai, si scartano a priori, perchè non se ne fanno più […] E sembra addirittura normale che i bambini vengano uccisi prima che nascano». Con la stessa logica, «si scartano gli anziani perchè non servono più». Si fa strada anche una specie di eutanasia nascosta in certi ospedali. Ma sono scartati anche i giovani vittime della globalizzazione. Infine si scartano i disabili, che vengono eliminati perchè considerati fisicamente più deboli. In questa cultura dello scarto, papa Francesco attribuisce un ruolo positivo all’artista. Infatti il papa propone come esempio lo scultore argentino Alejandro Marmo che lavora con materiali di scarto e con persone emarginate.
Infatti questo libro è nato a Santa Marta, tra il papa, Tiziana Lupi e il Marmo, infine è stato realizzato grazie al prezioso contributo dei Musei Vaticani.
Papa Francesco per illustrare meglio la sua concezione dell’arte, indica alcune opere, contribuendo a creare una sorta di Galleria ideale, che va dal Torso del Belevedere, all’obelisco di san Pietro, dalla volta della Sala di Costantino di Raffaello, alla Deposizione di Caravaggio, dalla Cappella Sistina alla Renault 4 dello stesso Bergoglio. In tutte queste opere ben illustrate , forse, quelle che meglio di altre, offrono l’idea dello scarto sono le cosiddette Opere di Misericordia, conservate nella Pinacoteca Vaticana
Non è fuori luogo fare riferimento al nostro grande patrimonio artistico, pensare al bello, in questi giorni di grave crisi sanitaria ed economica, ma anche di crisi spirituale, che sta portando tanta gente a vivere senza nessuna speranza.
DOMENICO BONVEGNA
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