Ho ascoltato l’interessante trasmissione mensile a Radio Maria di don Antonello Lapicca, sacerdote missionario in Giappone. Il tema affrontato era quello della guerra in Ucraina, ma il sacerdote in premessa, ha chiarito che non avrebbe fatto una analisi geopolitica della guerra.
Ha cercato di guardare gli avvenimenti attuali alla luce della Fede e degli occhi di Dio, cercando di capire che cosa ci voglia dire il Signore in questo momento tragico. Don Antonello si è soffermato sull’aspetto dell’uso malvagio della libertà, del peccato dell’uomo e soprattutto della misteriosa presenza del Male nel mondo. Interessanti gli aspetti inerenti al tipo di Pace degli uomini che spesso non è quella di Dio. Infatti, nella Messa il sacerdote ogni volta dice vi do la mia pace non come la dà il mondo.
Spesso sono delle paci precarie, che lasciano scontenti tutti, come quella di Versailles della Prima guerra mondiale, che ha innescato il revanscismo nazionalistico tedesco di Hitler e quindi la Seconda Guerra mondiale. Don Antonello ha paragonato la guerra col divorzio. Così come la guerra porta divisione e lascia ferite profonde, lo stesso accade tra l’uomo e la donna. È importante capire che ognuno di noi deve rinunciare a qualcosa, sia tra le singole persone che tra gli Stati. Ogni relazione è precaria, a rischio, lo vediamo tutti i giorni nella nostra vita. Tutti noi, per don Antonello, abbiamo una “Ucraina”, dentro di noi, che può essere invasa, aggredita dal peccato, dall’odio.
Don Antonello Lapicca, qualche giorno fa sulla sua pagina Facebook aveva fatto una interessante riflessione sulla pace e la guerra in Ucraina, penso sia interessante riproporla ai miei lettori.
“CHI FA LA GUERRA DIMENTICA L’UMANITÀ”. ANCHE SE PACIFISTA
In questo momento il Papa è più solo. Tanti, troppi cattolici, anche di quelli che gli hanno lisciato il pelo sino a due minuti fa, stanno andando in direzione opposta. A questo punto davvero solo il Papa e la sua diplomazia alzano la voce contro la guerra e “chi la fa“, perché, chiunque esso sia, “dimentica l’umanità“.
Contro la guerra e chi vi soffia sopra sperando un’escalation o, semplicemente, una vittoria delle proprie ragioni. Beh, combattere per ottenere la vittoria con le armi, anche solo inviandole, anche solo sostenendone l’invio, significa fare la guerra. È semplice, è inutile fare giri di parole, sofismi e ipocriti distinguo. Vi sono due parti in guerra, ciascuna con i propri obiettivi da raggiungere. Si può discutere quanto si vuole, qualcuno può avere più ragioni di altri, ma quando, invece di cercare altre strade, anche a fronte di un’invasione, si “donano” e benedicono le armi, vuol dire che c’è solo una volontà di conflitto armato.
I pacifisti con mitragliatore a tracolla non ingannano i cristiani. Convertiamoci allora, noi, i cristiani, invece di esaltare gesta belligeranti senza, tra l’altro, conoscere la realtà dei fatti, ma, ancora una volta, lasciandoci trasportare dall’informazione unica e deformante in mano alle élite che commerciano in armi e guerre.
Il Papa è stato chiaro, nessuno potrà accusarlo di ambiguità o zone grigie nelle sue parole. Basta leggerle. E rileggerle, per essere in comunione con Pietro, l’unico a volere, davvero, la Pace. Corridoi umanitari e non armi, preghiera e non slogan vuoti e falsi, attuazione della Costituzione, e non la sua guerrafondaia interpretazione.
Ascoltate il Papa oggi, e non solo quando vi piace perché vi sembra che sia salito sulla vostra barca ideologica (cit. Fabio Fazio), magari perché parla di migranti ed ecologia. Ascoltatelo oggi che condanna la guerra: quella in cui tutti, invasori criminali per primi ma anche i criminali che nulla hanno a che fare con la zona se non sporchi interessi economici e politici, si stanno cimentando. La guerra per la quale il giornalista pacifinto collettivo (quello che da giovane ballava cantando di fare l’amore non la guerra), tifa senza vergogna.
“Chi fa la guerra dimentica l’umanità. Non parte dalla gente, non guarda alla vita concreta delle persone, ma mette davanti a tutto interessi di parte e di potere. Si affida alla logica diabolica e perversa delle armi, che è la più lontana dalla volontà di Dio. E si distanzia dalla gente comune, che vuole la pace, e che in ogni conflitto è la vera vittima, che paga sulla propria pelle le follie della guerra. Penso agli anziani, a quanti in queste ore cercano rifugio, alle mamme in fuga con i loro bambini… Sono fratelli e sorelle per i quali è urgente aprire corridoi umanitari e che vanno accolti. Con il cuore straziato per quanto accade in Ucraina – e non dimentichiamo le guerre in altre parti del mondo, come nello Yemen, in Siria, in Etiopia… –, ripeto: tacciano le armi!
Dio sta con gli operatori di pace, non con chi usa la violenza. Perché chi ama la pace, come recita la Costituzione Italiana, «ripudia la guerra come strumento di offesa alla libertà degli altri popoli e come mezzo di risoluzione delle controversie internazionali» (Art. 11)” (Papa Francesco, Angelus del 27 febbraio 2022).
A cura di Domenico Bonvegna