È l’amore il protagonista del cammino di incontri che don Luigi Verdi conduce quest’anno nel suo percorso itinerante che lo porta in tante città d’Italia.
L’amore è l’energia che muove la vita e le dà senso, per questo, quasi provocatoriamente, il titolo dell’incontro è “L’amore, fattelo bastare”, perché di fronte ai mille bisogni che manifestiamo sentendoli come necessari, l’amore è l’unica cosa che ci serve davvero, quella che ci basta. E allora don Luigi entra dentro l’energia di vita dell’amore e cerca di riflettere su ciò che la blocca, su ciò che la limita e su ciò, invece, che la può liberare. Le prossime date […]
Venerdì 31 gennaio 2020 ore 19
MESSINA Sant. S. Maria del Carmelo – Santa Teresa di Riva
Così viene pubblicizzato nel sito di romena.it il tour che don Luigi Verdi, anima e fondatore dell’omonima fraternità, farà prossimamente in Sicilia per concluderlo, come ogni anno a Messina (fino al 2017) e poi a S. Teresa di Riva. Chi lo conosce ne apprezza il valore, chi ancora non lo conoscesse potrebbe guardare attentamente questo link https://www.tv2000.it/beltemposispera/video/lamore-una-chiave-per-vivere-il-natale/ (seppur datato 50 giorni addietro avendo l’ostinazione di arrivare sino alla fine).
In attesa dell’incontro, non conoscendone ancora le reali provocazioni, vorrei avventurarmi sulle sensazioni che tali incontri (qualunque siano i temi) segnano in profondità nell’animo, almeno nel mio.
La prima reazione consiste nell’essere aiutati a prendere coscienza della bellezza e della forza originale che ognuno si trova dentro, per dono gratuito di Dio, che contrasta con la maschera che solitamente indossa istintivamente per difendere il segreto della propria anima. Normalmente, chi partecipa a questo tipo di incontro prende coscienza del delicato equilibrio che incessantemente corre fra attività false e vere: cornice oggettiva del riquadro in cui si snoda la “figura” sociale che ciascuno si dà.
Basti pensare al “conformismo” declinato in tutte le salse attraverso la parola “ordine” e applicata in tutti gli àmbiti: famiglia, scuola, mass-media, partito, professione, religione…Se da un lato sembra che l’umanità cominci a stancarsi (è sufficiente contemplare la fragilità dell’animo contemporaneo), dall’altro la stessa (umanità) deve chiedersi cosa le impedisce di allontanarsi da questo stato di “morte” e ritrovare il cammino della vita.
Qui si entra nel dettato evangelico, quasi senza nemmeno accorgersi, perché il conformismo più perfetto era quello farisaico che Gesù denunciava, per il semplice fatto di essere fondamentalmente immorale. Alla base di questa alternativa vi è una immediata certezza: le opere sono nulla senza l’amore.
Nessun atto, all’infuori di quello di amare, può dare compimento al desiderio infinito che orienta la nostra volontà al bene supremo. Diceva S. Giovanni della Croce: “Solo l’amore rende l’anima gradita a Dio” perché tutti siamo stati abilitati dall’amore divino: “Ti ho amato di amore eterno, per questo ti conservo il mio amore fedele” (Ger 31,3).
Qui sorge spontaneo ricordare le delicate considerazioni di don Luigi nel fare riscoprire, nel corso degli anni, che se l’uomo nasce dal seno di una madre, è la sua tenerezza che lo plasma. È lo stesso amore che lo fa rinascere. In ogni caso, l’animo del bambino ha bisogno di una culla e da lì cerca dappertutto il cuore materno che sarà il rifugio nella sua stanchezza, e quando veramente l’ha incontrato il ragazzo comincia a sapere chi è Dio.
Alla base di queste convinzioni vi è l‘esperienza umana nutrita dall’apporto biblico, secondo il quale abbiamo la percezione di Dio dal volto di madre (cfr. Is 49,15; 66,9-13).
Si pone una domanda-provocatoria, figlia del nostro antromorfismo: questo Dio dalle sembianze materne non sussulterebbe di gioia sentendosi chiamare con questo nome (Madre) che, stando alla rivelazione profetica, è il sinonimo più corrispondente a ogni Bontà?
Risuonano ancora gli echi del prologo giovanneo nel quale abbiamo contemplato come “tutto è fatto per mezzo del Verbo”, che è il Figlio del Padre e il Figlio di Maria, il quale deve divenire nostro nella misura in cui noi ci perdiamo in Lui… “come la Donna Povera che porta nel suo cuore l’eterna Saggezza da cui procede l’Amore […]. E laddove non vi è amore, metti l’amore e troverai l’amore” (S. Giovanni della Croce).
Ettore Sentimentale