Il primo fu Goethe: che nel suo “Viaggio in Italia” raccontò del principe illuminato che collezionava reperti archeologici, ma che venticinque anni prima aveva aperto le porte dei suoi granai agli affamati decimati dalla carestia del 1763. Ignazio Paternò Castello, quinto principe di Biscari, desiderava ardentemente il più bel palazzo di Catania. C’è riuscito e la dimora è lì, straordinaria, di un rococò quasi impalpabile, con le sue statue “mostruose” per scacciare la paura: sarà il cuore del terzo e ultimo weekend catanese de Le Vie dei Tesori, da domani a domenica.
Si entrerà di soppiatto, guidati del proprietario, il nobile Ruggero Moncada, per scoprire il salone delle feste, lungo 20 metri e largo 11, stucchi a profusione su tre livelli. Al terzo, la loggia della musica, guardata a vista dal dio Vulcano, dove i musicisti arrivavano salendo un’ardimentosa scala a forma “di fiocco di nuvola” in stucco bianco, che pare sospesa e ha sfidato ogni legge della fisica nei secoli. Una curiosità arriva dalla storia: Seconda Guerra Mondiale, gli inglesi arrivano dal mare e Palazzo Biscari sorge ancora proprio a ridosso del porto: per montare le batterie dei cannoni, da Londra giunse l’ordine di demolire il secondo piano. Ma anche gli ufficiali britannici hanno occhi e cuore e, quando entrarono nelle sale rococò, fecero marcia indietro. Tornarono dopo pochi giorni, però, con secchio e pennello, due racchette da tennis e una pallina. E fu così che, sotto gli occhi esterrefatti dello stesso dio Vulcano (sempre lui), tra un camino intagliato e uno specchio appassito, una doratura e uno stucco, dipinsero sul pavimento antico con la vernice bianca, il primo campo da tennis indoor che Catania ricordi. Sabato (3 novembre) alle 19 si potrà anche partecipare ad una visita d’autore con degustazione finale di vini Planeta. Su prenotazione www.Leviedeitesori.it
E se volete proseguire nella scoperta della Catania nobiliare, ecco Palazzo Asmundo di Gisira, costruito nel 1704, dopo il terremoto del 1693, tra i primi edifici a essere eretto nella piazza, all’epoca di San Filippo, oggi Mazzini., su cui si affaccia. Nato su progetto dell’architetto Giuseppe Palazzotto e per volere di Adamo Asmundo, oggi è stato trasformato in albergo di alto profilo. Ospita in questi giorni una personale pop di Max Ferrigno.
Ogni famiglia nobiliare aveva la sua monaca, certo, ma si distinguevano per lignaggio: Gravina e Moncada rinchiudevano le loro fanciulle a San Giuliano, le altre venivano poi accolte a San Placido o tra le Clarisse, ultime (più povere) le monache di santa Chiara, chiamate “le biscottare” perché producevano dolci e accoglievano borghesi e popolane. Per Le Vie dei Tesori aprono anche questo weekend (su prenotazione e a gruppi) i camminamenti segreti delle monache a Santa Chiara e a San Giuliano. Chi invece vuole percorrere il camminamento sopra Porta Uzeda, può farlo sabato dalle 9,30 alle 13. Un ultimo posto da riscoprire (aperto venerdì, poi sabato, solo la mattina fino alle 13) è la cappella romana all’interno della caserma “Santangelo Fulci” nell’ex convento carmelitano di Maria Santissima dell’Annunziata: è il più grande edificio funerario antico della città, per tradizione indicato come il sepolcro consacrato al poeta greco Stesicoro. Ha una storia controversa, per parecchio tempo è stato inaccessibile perché occupato come magazzino dai commercianti della vicina a fera ‘o luni.
Le Vie dei Tesori lavora a Catania in sinergia con il Comune, la Diocesi, la Soprintendenza, l’Università e il Polo museale regionale, l’Esercito, e con l’aiuto della Wondertime, partner del progetto, delle guide di Etna ‘Ngeniousa, degli studenti dell’Istituto Concetto Marchesi di Mascalucia, e del gruppo Disum. Si acquista un unico coupon – da 10 euro per 10 visite guidate; da 5 euro per 4 visite guidate, un solo ingresso costa 2 euro – . Ai sei luoghi su prenotazione si accede con un coupon da 3 euro su www.leviedeitesori.it.
A Palermo Le Vie dei Tesori è la più grande manifestazione dedicata alla promozione del patrimonio culturale della città, sotto l’egida negli anni delle più alte istituzioni dello Stato (Presidenza della Repubblica, Camera, Senato, ministero dei Beni Culturali). Quest’anno il Festival è inserito nelle manifestazioni a massimo richiamo turistico dell’assessorato regionale al Turismo, è iniziativa direttamente promossa dell’assessorato regionale ai Beni culturali, è incluso nelle manifestazioni dell’Anno europeo del Patrimonio culturale e nel programma ufficiale di Palermo Capitale Italiana della Cultura 2018. A marzo scorso il festival è stato scelto dai giornalisti della stampa turistica come esempio di creatività: e ha vinto così i #Winning Ideas Outdoor Awards, assegnati durante l’Outdoor Expo di Bologna.