Leggendo il libro Ultimo di trentamila ho in parte ripercorso alcuni tratti della mia vita, in primis, un prete, Padre Nino, oggi mio grande amico, fratello, padre, mi ha tolto dalla strada mi ha insegnato a rispettare la gente e soprattutto a dare anche senza ricevere perché alla fine la sensazione è bella, appagante.
Poi mi ha fatto pensare all’anno del militare nei carabinieri, periodo bellissimo e di grande insegnamento, lasciai l’arma e subito dopo qualche mese mi pentiti amaramente, quell’ambiente mi mancava fortemente. Che rimpiango ancora oggi!
Ma come dice il protagonista della storia, Giacomo Sereni, alla fine, bisogna guardate avanti con buoni propositi imparando dal passato. Quello che mi fa riflettere tristemente è come quest’uomo sia stato lasciato solo con i suoi problemi e dispiaceri, la moglie e soprattutto lo stato che gli ha voltato le spalle tradendolo la prima volta quando arrestarono Riina, la sua fede verso l’arma comincia a vacillare.
In fine lasciato solo con la sua sindrome e il suo dolore interiore che lo ha corroso a lungo. Per fortuna nel nostro cammino incontriamo sempre angeli disposti ad aiutarci.
Grazie Roberto Gugliotta per questa testimonianza bellissima ed emozionante. Il libro è scorrevole bello bello.
Biagio Sergio Chillè