Mentre cardinali, vescovi, e preti precipitano rovinosamente nel fango e nella vergogna degli scandali sessuali, che vedono come protagonisti anche ben due cardinali, ridotti da Papa Francesco, allo stato laicale…
di ANDREA FILLORAMO
Mentre cardinali, vescovi, e preti precipitano rovinosamente nel fango e nella vergogna degli scandali sessuali, che vedono come protagonisti anche ben due cardinali, ridotti da Papa Francesco, allo stato laicale, gli apologisti moderni di una chiesa ideale, di un mondo che non è in nessun mondo, cioè tradizionalisti, teologi o psedo-teologi, scrittori cattolici o pseudocattolici, tacciono.
Tace anche la loro arroganza intellettuale ipocritamente fatta apparire, come impegno nella difesa della “Città di Dio”, corrosa dal vizio e dai difetti, che non ha nulla a che vedere, perciò, con quella città del “De civitate Dei” di S. Agostino, che è una sintesi della riflessione filosofica, teologica e politica del vescovo di Ippona e costituisce al tempo stesso la più alta apologia del cristianesimo che ci abbia dato l’antichità cristiana.
Spero che questi nemici di Papa Francesco e amici e frequentatori assidui di vescovi e cardinali pedofili (vedi: Frédéric Martel – Sodoma ) dopo l’Assise del Papa con i vescovi, al di là dei risultati raggiunti nella lotta alla pedofilia e agli abusi sessuali, abbiano esaurito il loro impegno nell’assurda “vis polemica” nei confronti di Bergoglio, fatto da loro apparire come un anticristo, un eretico e – cosa veramente risibile – un usurpatore del trono papale che stando a quel che dicono o scrivono senza esserne convinti, appartiene ancora a Benedetto XVI.
Mai essi capiranno che quanto sta succedendo nella Chiesa Cattolica, per merito e per intervento di Papa Francesco, è provvidenziale. Al di là, di quello che si attendono, la Chiesa, infatti, non è giunta, per i peccati dei suoi preti, ad una sorta di collasso, la cui gravità effettiva sarebbe oggi difficile da precisare. Molti altri momenti bui nella secolare vita della Chiesa sono stati superati.
A mio parere, gli accadimenti di questi giorni possono spingere la Chiesa verso direzioni nuove oggi impensabili.
Fra queste, per esempio, per un ricambio anche culturale del clero e per superare il clericalismo, la Chiesa potrebbe dare l’ordine sacro ai “viri probati”, cioè potrebbe ordinare uomini sposati di una certa età e di provata fede.
Nessuno si meravigli.
La possibilità di ordinare uomini sposati, anche se in via eccezionale e quindi senza mettere in questione il celibato, era stata già discussa nel Sinodo del 2005.
Ma la proposta allora è stata “respinta” da Benedetto XVI, nelle preposizioni finali.
Probabilmente il Papa ha ritenuto che quelli non erano tempi maturi per una scelta del genere.
D’altra parte, però, Joseph Ratzinger in un libro del 1971 “Fede e futuro”, ragionando sulla scarsità futura di clero e di una Chiesa che di fronte alla crisi di vocazioni “diventerà sempre più piccola e dovrà ricominciare tutto da capo”, non escludeva la possibilità di ricorrere a “nuove forme di ministero”, anzi affermava che “ordinerà sacerdoti dei cristiani provati (viri probati?) che esercitano una professione: in molte delle comunità più piccole e in gruppi sociali omogenei la cura delle anime sarà normalmente esercitata in questo modo”. Ratzinger poi aggiungeva che ciò non voleva dire abolire “la figura principale del prete, che esercita il ministero come lo ha fatto finora”.
Oggi Papa Francesco ripropone questa novità.
La discussione ha radici antichissime e si fonda sulla pratica delle prime comunità cristiane, dove il celibato ecclesiastico non esisteva. Sono state lotte storiche di potere, indisciplina e interessi economici del clero che hanno piano piano escluso dal presbiterato gli uomini sposati verso la fine del primo millennio della Chiesa.