MESSINA – I licei Maurolico e La Farina-Basile di Messina e l’Eschilo di Gela sono i vincitori della semifinale regionale del Torneo della Disputa: una mattinata all’insegna della democrazia e della libertà, della dialettica, dei valori del dire e contraddire, delle tecniche persuasive utili a dimostrare tesi e argomentazioni, un “processo” che ha visto protagonisti cinquanta studenti siciliani pronti a indossare la toga da avvocato e sfidarsi con virtuosismi del linguaggio e dell’ars oratoria con l’obiettivo di accedere alla finale, che si svolgerà nelle prossime settimane.
La Corte d’Appello di Palazzo Piacentini a Messina ha ospitato la fase territoriale della gara ideata dall’Ordine degli avvocati di Taranto sotto l’egida del CNF e giunta alla III edizione, cui hanno aderito gli Ordini forensi di Messina, Palermo e Gela con sei scuole coinvolte e altrettante squadre: “Maurodike” (Maurolico) col motto “Ubi societas, ibi ius”; “Law defenders” (La Farina-Basile) col motto “Fluctuat sed emergitur”; i licei Meli e Umberto col motto “Dì quello che vuoi dire, dillo e dì che l’hai detto” e quelli gelesi coi team “Vittorini on Debate” (Vittorini) che ha scelto come motto “La parola vince se convince” e “I Numeri Innumeri” (Eschilo) con “Vincit qui se vincit”.
Prima della disputa sono intervenuti per i saluti istituzionali: il presidente e vicepresidente dell’Ordine degli avvocati di Messina, rispettivamente, Paolo Vermiglio e Giovanni Arena, il presidente dell’Ordine di Palermo Dario Greco e il vicepresidente di Gela Giuseppe Scialfa, il presidente vicario della Corte di Appello di Messina Sebastiano Neri, la presidente del Tribunale di Messina Marina Moleti, gli avvocati Isabella Barone (referente Territoriale Educazione alla Legalità di Messina), Angela Mazzia (Commissione Progetti Educazione alla Legalità CNF), Daniela Giraudo (consigliera nazionale forense, coordinatrice Commissione progetti educazione alla legalità Cnf), Michele Calantropo (responsabile del debate per Palermo) e Rosario Giordano (referente di Gela).
“Se la libertà significa qualcosa, significa avere il diritto di dire alla gente ció che non vuole sentirsi dire”: da questa celebre frase di George Orwell, genio indiscusso che ha consegnato all’umanità alcune tra le opere più iconiche del ‘900 in tema di contrasto ai totalitarismi e limitazioni alla democrazia, al pensiero libero, alla possibilità di esprimere le proprie opinioni: su questi concetti i ragazzi si sono alternati al podio per sostenere le proprie tesi, citando filosofi, scrittori, pensatori con interessanti riferimenti all’attualità, dalla guerra alle religioni, dalla donne musulmane alle forme di violenza, fino a toccare fenomeni giovanili come il bullismo. Il comune denominatore è proprio la libertà, coi suoi limiti, le ambizioni, le prerogative e le dure lotte nella storia dell’uomo per affermarla, difenderla e attuarla.
“Abbiamo ascoltato discorsi efficaci modulati a ritmo di ethos, logos e pathos – ha detto il presidente Vermiglio – ricchi di spunti di riflessione da parte degli istituti coinvolti. Il torneo rappresenta una preziosa occasione di abituare ed educare i cittadini del domani all’arte della dialettica e non alla scontro verbale, che spesso caratterizza la nostra società”.