“Se potete, uscite di casa per fare attività fisica. Durante questo momento difficile, è importante continuare a prendersi cura della propria salute fisica e mentale. Questo non solo ti aiuterà a lungo termine, ma ti aiuterà anche a combattere Covid-19, in caso di contagio. In questo senso passeggiate e corse, se fatte con buon senso, rappresentano un importante presidio sanitario”.
È scritto in un comunicato dell’Organizzazione Mondiale della Sanità, datato 21 marzo 2020.
L’Oms è perfettamente consapevole di come si diffonde il virus: negli ambienti chiusi o affollati, negli ospedali, sui mezzi di trasporto e nei luoghi di lavoro (quando non si fa disinfezione in modo efficace non si dispone di presidi anti-contagio di ultima generazione). Ed è consapevole di come la segregazione totale, in certi paesi, è causa di malattie fisiche e psichiche, nonché di un indebolimento del sistema immunitario.
Il “runner”, però, o la persona che cammina per tenersi in forma psico-fisica a distanza di sicurezza e spesso con la mascherina, è il capro espiatorio dell’inadeguatezza istituzionale di fronte alla pandemia.
Roberto Malini