L’Occidente ha maturato una specie di odio contro se stesso. Che non ama più se stesso… corre il rischio di perdere la sua identità

IL DOMENICALE. ANNO 2006. Sintesi…

N.1/7.1.2006 GENTILE SIGNORA FALLACI… A lei atea cristiana, noi cristiani laici ci permettiamo di fare una proposta. Non hanno voluto offrirle un seggio di senatrice a vita. Per il Parlamento italiano è stata una perdita. Se un Papa e un’atea dicono la stessa cosa, in quella cosa deve esserci qualcosa di tremendamente vero. Per esempio quando Benedetto XVI scrive che “L’Occidente ha maturato una specie di odio contro se stesso. Che non ama più se stesso, che ha perso la sua spiritualità e corre il rischio di perdere la sua identità”. Intanto, in una breve scheda, Marco Respinti, fa delle riflessioni su “Scusate non è colpa nostra: ma i gay non possono adottare bimbi”. In 2a pagina nella sezione Polis, troviamo un articolo di Massimo Introvigne su “Legge e manipolazione mentale”. Non c’è bisogno di una legge sulla manipolazione mentale: Le Bestie di Satana e i Maghi truffatori sono stati condannati senza bisogno di leggi nuove. Ne L’Altra Storia, Nicola Bergamo ci racconta una pagina di storia elevata, Quando Bisanzio sedeva Costantino V imperatore. La Storia bizantina è associata di solito a qualcosa di  cavilloso, ingarbugliato e oltremodo prolisso. Altro che Medioevo. Nulla è più falso di queste affermazioni. Noi ancora oggi subiamo questa leggenda culturale che ci è stata imposta dal Settecento illuminista, che credendo di illuminare il mondo ha oscurato uno dei più grandi imperi che mai il Mediterraneo abbia conosciuto. Bisanzio visse per più di mille anni. In Finestre Aperte il Dom ci fa vedere le impressioni di un viaggiatore in Giappone. Anche in questo primo numero il Dom manifesta le sue caratteristiche di essere un magazine che presenta a getto continuo libri o quanto meno di parlare spesso di libri.

N.2/14.1.06 In prima pagina, Massimo Introvigne traccia una biografia sull’addio degli ebrei ad Ariel Sharon, soldato biblico. Il vecchio guerriero trasformatosi in sagace uomo politico non guiderà mai più Israele. Intriso di Antico testamento, con il suo sangue, le sue lacrime e i suoi intrighi, il leader israeliano lascia le scene. Il mondo ha ancora bisogno di tipi come lui. Un padre della patria che lascia. L’Occidente sgomento si ferma rendendo omaggio al guerriero caduto, ma s’interroga anche ansiosamente sul futuro. Ritirandosi da Gaza Sharon è stato convinto dai demografi, i quali hanno spiegato che un “Grande Israele” con i territori nel 2013 avrebbe avuto una maggioranza musulmana, perdendo la sua identità di Stato ebraico: perché c’è una guerra che Israele non può vincere ed è la “guerra delle culle” contro le madri arabe che a Gaza hanno il tasso di fertilità più alto del mondo. E tuttavia a Sharon va riconosciuto anche una genuina capacità di trasformarsi da uomo di guerra a uomo di pace. E così ha messo in atto, gli unici tentativi seri per porre fine a un conflitto senza fine. E’ quello che non è mai riuscito a Yasser Arafat, nato terrorista e morto despota infido e corrotto. Quanta attualità c’è in questo studio di Introvigne. In Arte e dintorni Michele Dolz presenta una Mostra a Bologna su Giotto nella Bologna dei Papi.

N.3/21.1.06 ANTIAMERICANISMO perché l’Europa persiste, di Marco Respinti. Il tifo da stadio pro o contro gli USA anestetizza ogni seria discussione. Ed è un prodotto d’importazione. In Italia i post-comunisti e i post-fascisti, e in Francia gli eredi del Giacobinismo hanno in comune l’odio contro lo zio Sam, gli strepiti e troppi scheletri negli armadi. A pagina 2 Un ABC per capire l’Omosessualità di Andrea Morigi. Ne L’Altra Storia: Yankees Go Home! Di Sergio Bertelli. Gli Usa comunque sono sempre dalla parte del torto. Così dice la maggior parte dei maitre a’ penser italiani sia di destra che di sinistra.

N.4/28.1.06 Colpirne cento per educare zero. Di Angelo Crespi. Ma siamo proprio sicuri che il modello giovanilistico proposto dalla televisione italiana, anche dalle reti Mediaset, sia funzionale al disegno culturale e politico del centrodestra? A dirla tutta il video pullula di starlette e giovani alternativi sicuramente di sinistra. Crespi fa una rassegna dei programmi Tv Mediaset per concludere che non portano nessun voto al Centrodestra perché plasmano un futuro dissacrante della famiglia di libertini nei rapporti sessuali etc… Tiziano Buzzacchera ci parla del Risorgimento come Religione a pagina 3 ne L’Altra Storia. Fu la “Rivoluzione Italiana” modellata, e ispirata, a quella francese. Fatta di ruberie, spogliazioni e persecuzioni, si scontrò con il cattolicesimo perché era un’altra chiesa, opposta e avversa. L’articolo presenta il libro di Massimo Viglione, “Libera Chiesa in Libero Stato? Il Risorgimento e i cattolici: uno scontro epocale” (Città Nuova, 2005) La “Rivoluzione italiana” non fu invece nient’altro che una vera e propria guerra contro la civiltà cattolica. In F.A. Un argomento attuale: La Nuova Russia: Autocrazia o Democrazia? Di Aldo Ferrari. Putin governa a modo suo secondo la volontà del suo popolo. Intanto, c’è una breve scheda della storia e identità dell’Ucraina, grande Stato Europeo.

N.5/4.2.06 L’Ultima speranza per il MediOriente. Sembra un titolo di oggi. E comunque leggo dal fascicolo: “Oggi, dopo la vittoria di Hamas, un attentato terroristico (fatto da questo movimento) sarebbe di fatto un atto di guerra. E se attaccato, Israele si difenderà. La via della pace è ancora più stretta...”Chiarisce ancora la nota del Dom: “Siamo sbalorditi nel constatare che molti osservatori non hanno sottolineato la qualità e il significato profondamente diverso, rispetto alla struttura precedente, di un gesto terroristico che fosse compiuto oggi contro il popolo di Israele. Sarà possibile far mutare la linea terroristica contro Israele di Hamas?”

Ne L’Altra Storia, Fabio Ranucci intervista il regista Pasquale Squitieri che si accinge a ricostruire l’Attentato al Papa Giovanni Paolo II. Uccidete Wojtyla: Le trame di Agca diventano un film. Quel gesto era sospinto da una miriade di interessi anche in Occidente, non solo nell’Urss. Se i Servizi Segreti occidentali avessero voluto Agca  non sarebbe mai arrivato in piazza S. Pietro. Così come i Kamikaze l’11 settembre 2001 non sarebbero mai riusciti a schiantarsi sulle Torri Gemelle”.

N.8/25.2.06 Voglia di Eroi, nel tempo dei miti mediocri. Con 62 titoli l’inossidabile John Wayne è in cima alle classifiche dei DVD. Coraggioso, rassicurante, onesto, forse un po’ invecchiato, eppure sempre così attuale. Il Duca che fece impazzire i liberal americani e i pacifisti europei incarna il bisogno di certezze in un mondo senza più riferimenti. John Wayne era un falco “orrendamente” di Destra. Sempre al fianco dei candidati o presidente repubblicani. E le sinistre facevano di tutto per odiarlo. Interpretò e diresse “Berretti Verdi”, davvero fuori dal coro, apologetico del Vietnam. Massimo Introvigne in Polis: Il Dio del cattolicesimo è capitalista. E meno male. Perché questo significa libertà, antistatalismo e fiscalità ridotta. Un grande sociologo Rodney Stark, spiega perché l’Occidente è un tesoro unico al mondo.

N.9/4.3.06 La Ricerca Ritrovata. Di Carlo Lo Re. Ne L’Altra Storia, Ludovico Tadei fa una rievocazione documentata di una lunga e sistematica eliminazione. E della lucida strategia del terrore che l’ha causata, da sinistra a partire dagli anni Settanta. “Cuori Neri”, quanto sono lunghe quelle ombre rosse”. Luca Telese è autore del libro Cuori Neri (Sperling & Kupfer Editori, pp798, e. 18,00) Un libro che va dedicato – secondo Tadei – a Dario Fo che aveva scritto: “Dobbiamo sparare contro la destra veramente fascista…Bisogna eliminarli perché il Teatro vuole una nuova cultura”. Infatti, Fo è stato ascoltato alla lettera dai suoi compagni. Per vent’anni si è svolta in Italia una vera e propria caccia all’uomo, che in tanti hanno finto di ignorare non solo i comunisti tout-court, ma anche i catto-comunisti, socialisti, etc. “Cuori Neri” narra dei “ventuno delitti dimenticati degli anni di piombo”, storie scomode dei militanti di Destra “sparati” per strada, bruciati vivi, sprangati…E’ molto utile come lo è stato Il Libro Nero del Comunismo, come lo sono stati quelli di Giampaolo Pansa. Telese fa un buon lavoro giornalistico, puntuale e asettico. Naturalmente nel libro, strettamente giornalistico, manca un’indagine altrettanto minuziosa sulle ragioni di tanta feroce programmazione nell’eliminazione dell’avversario. Anche se non sarebbe particolarmente difficile. Certamente l’analisi politica ideologica di quegli anni è stata fatta dal compianto Enzo Peserico nel suo ottimo libro, Gli Anni del desiderio e del piombo. Sessantotto, terrorismo e rivoluzione(Sugarcoedizioni)

In F.A. Due pagine di Dario Guglielmo Martini dedicate a L’Ammiraglio, 500 anni dopo Cristoforo Colombo 1451-1506, con una breve scheda di Marco Respinti, “Finalmente autenticata la lettera di Michele da Cuneo” che restituisce per intero l’uomo, eroe e peccatore. Senza di lui il mondo non sarebbe stato lo stesso. Era un cattolico convinto, l’Ammiraglio; non un santo, certo, anche se, però peccatore lo fu né più né meno della media dei cristiani di sempre. Amava firmare le sue lettere (Christo ferens, Colui che porta a Cristo, al posto di El Almirante).

N.10/11.3.06 MITROKHIN AL DUNQUE. Si è lasciato che Mitrokhin morisse ex archivista anziano del KGB, colonnello, nel 2004 senza interrogarlo. Angelo Crespi intervista Paolo Guzzanti. Presidente della Commissione d’inchiesta in Parlamento sul Dossier Mitrokhin il più mistificato dei nostri anni. Delitto Moro, attentato al Papa, strage di Bologna, le trame dell’Urss in Italia. Omissis, depistaggi e tanta sabbia. Rino Cammilleri esperto dei Santi descrive la pagina di Storia bizantina: Eraclio, il più grande basileus dell’Oriente cristiano, riportò la Croce a Gerusalemme. 12 marzo 630 d.C. Quando la grandezza di Roma era solo un ricordo e i barbari imperversarono in Occidente, Eraclio guidò la prima crociata della storia contro i persiani.

N.11/18.3.06 CONFRONTO DI CIVILTA’. Uno studio di Francesco Alberoni. Un semplice promemoria sulle differenze, e sui limiti, delle civiltà più cospicue che oggi affollano il pianeta terra: l’occidentale, l’islamica e la cinese. Se ne ricava che l’una non vale l’altra e noi di cuore ringraziamo il cielo e la mamma per dove siamo nati (è un ragionamento che facevo ai ragazzini a scuola, chissà se da grandi ricorderanno il particolare) La certezza del diritto, la dignità della persona, la libertà individuale, la parità della donna; può bastare? In 1a e 2a pagina riflessioni di Alfredo Mantovano sulla Legge Bossi-Fini, la Legge sull’immigrazione che i giudici democratici boicottano. In F.A. Quattro eminenti scienziati si confrontano su SCIMMIA O DISEGNO INTELLIGENTE? Edoardo Bonicelli, Fiorenzo Facchini, Lodovico Galleni, Giuseppe Sermonti.

N.12/25.3.06 Marco Respinti interviene sulla Rivoluzione francese che ci ha lasciato solo il sistema metrico decimale. In compenso nei salotti dei philosophes illuministi si gettarono le basi del razzismo. Con buona pace dei tanti progressisti, orfani del comunismo, che oggi amano definirsi nipotini dei Lumi. Respinti inizia il suo intervento con la citazione del libro dello storico francese Jean Dumont, “I Falsi miti della Rivoluzione francese” (prefazione di Giovanni Cantoni) e più significativo il titolo originale perché sarebbe meglio non celebrare l’Ottantanove come l’alba del Mondo Nuovo. Aldo A. Mola, presenta il libro di Luigi Barzini, la verità sul referendum, a cura di Francesco Perfetti, Le Lettere 2005. Un testo che restituisce attualità ai fatti controversi, che sancirono il divorzio dell’Italia dai Savoia. Marco Respinti in Polis presenta il libro di Gaetano Quagliarello, “Cattolici, Pacifisti, Teocon, Chiesa e politica in Italia dopo la caduta del Muro” (Mondadori) Il libro si apre con la chiara sentenza: “l’Italia è stata l’unica grande nazione dell’Occidente la cui unificazione si è fatta contro la volontà della Chiesa”.

N.15/15.4.06 Da segnalare in F.A. Due pagine intere per far capire ai politici di Centrodestra l‘importanza della Cultura e l’utilità del progetto gramsciano. Perché per governare ci vuole il consenso e solo la cultura permette di ottenere quel consenso necessario per immaginare la rivoluzione liberale. Inizia a commentare il direttore Angelo Crespi: Ecco perché a Destra serve leggere Gramsci. Un errore non aver copiato Repubblica. Purtroppo spesso abbiamo chiamato sulle istituzioni che contano uomini di sinistra, continuando ad elargire prebende alla solita classe, vecchia classe intellettuale. Una sorta di autolesionismo che ha impedito di scalfire la cappa di conformismo e politicamente corretto.

N.16/22.4.06 Belle senz’anima. Le nuove chiese sono invivibili e noi non ne possiamo proprio più di Dio parcheggiato in garage. Giuseppe Romano ci parla dell’obbrobrio di certe chiese moderne. Povere o costose, le cattedrali moderne sono brutte e scostanti. Non è da beghine chiedersi come mai. Nell’occhiello a sinistra Marco Respinti scrive “Gramsciani a metà e fieri di esserlo”. Abbiamo ripreso il filo di un discorso che facciamo da quattro anni a questa parte. Perché siamo convinti che le sconfitte servono a volte più delle vittorie, perché sappiamo che dai Barry Goldwater nascono i Ronald Reagan. Intanto in Terza pagina ancora Marco Respinti: “La Destra che in Italia non c’è”. Manca in Italia la Destra. Un partito cioè, lucidamente conservatore che rappresenti per le strade, in parlamento e al governo l’Italia con la sua Storia intera (non solo pezzi) capace di interpretare e indossare l’ethos degli italiani, che non è la mera somma delle loro opinioni.

Angelo Crespi si occupa ne L’Altra Storia di KATYN, un massacro classista. Si riferisce agli oltre 10 mila ufficiali dell’esercito polacco assassinato con un colpo alla nuca dai sovietici.

N.20/20.5.06 ABOLIRE il LIBERALISMO. Una modesta proposta con sfida. Provocazione, ovvio. Di Friedrich A. von Hajek, non nostra. Tuttavia occorre separare il grano dal loglio come ripete Marcello Pera. Rilanciamo il fusionismo, un nuovo spazio politico-culturale. Ne L’Altra Storia, Giuseppe Dalla Torre racconta il Vero Gemelli, quello della Cattolica. In margine a un libro di Maria Bocci, “Agostino Gemelli rettore e francescano. Chiesa, regime, democrazia”. In F.A. Quel che resta del Grande Timoniere. Il regime maoista silenzia i dissidenti. Con l’aiuto delle nuove tecnologie. Le cifre della repressione sono da brividi. Ne parla il missionario del PIME, Gianni Criveller, ma anche Fabio Ranucci, adesso con l’aiuto di libri recenti, è possibile tracciare un bilancio del più atroce fallimento a memoria d’uomo. Il Mito di Mao permane ma è svuotato. I giovani obbedirono senza domandare. E furono risucchiati dalla violenza. Giuseppe Romano appronta una breve scheda del libro di Jung Chang e John Halliday, “Mao la storia sconosciuta”.

N.22/3.6.06 Un Paese fondato sulle Regioni. Converrebbe a tutti che il Referendum del 25 giugno fosse approvato. Lo scrive Il Dom La Riforma costituzionale è saggia e funzionale: un Capo dello Stato garante, un premier governatore, un parlamento snello e federale, cooperazione tra Centro e regioni. Se la ragion di Stato prevalesse sulla faziosità, dovrebbero votare tutti, SI, federalismo e suddivisione di competenze per il bene di tutti. Da segnalare in questo numero, l’importante articolo di Aldo A. Mola, il 2 Giugno 1946. Un mare di piccoli imbrogli. Dopo 60 anni è giusto fare luce anche sulla data fondativa dell’Italia d’oggi. Non vi fu complotto ai danni della Monarchia. A modificare l’assetto istituzionale fu un insieme di piccole camarille. Benedette dai democristiani, architettate dai comunisti, incensate da tutti i repubblicani. E il Re tacque. Con la Repubblica tutti sarebbero migliori, più virtuosi. Come nelle fiabe. Prima e dopo quel voto scorse sangue. Si rischiò la guerra civile. Lo scongiurò Umberto II, che il 13 Giugno lasciò l’Italia alla volta del Portogallo. Sino a quel momento la vittoria della Repubblica al referendum non era stata proclamata. I giochi erano aperti. Umberto II si trovò a scegliere: lo scontro, anche armato, con gli usurpatori, e l’esilio. Optò per quest’ultimo, convinto di tornare presto. Invece spianò la strada a una repubblica che non c’era. Proprio quello che volevano i suoi avversari, che inghiottirono quasi undici milioni di voti il 2-3 giugno inutilmente assegnati alla Monarchia. Il risultato del referendum non venne mai approfondito per due motivi: da una parte per addebitare alla monarchia l’avvento di Mussolini e quel che ne seguì, dall’altro per scaricare tutto il passivo su Vittorio Emanuele II e Umberto II del fascismo. In F.A. Alan de Benoist traccia un profilo nel centenario della nascita di Hannah Arendt 1906-1975. Contro l’invasione della società civile. Quello di Arendt è un pensiero straordinario ancora in cerca di eredi autentici. Marco Respinti la paragona a Eric Voegelin. Quel sottile filo rosso anti-ideocratico che la lega a Eric Voegelin. Entrambi provengono dalla Germania ed entrambi finiscono, a causa del nazionalsocialismo, per ritrovare casa negli Stati Uniti d’America. Entrambi si domandano le ragioni autentiche del totalitarismo. Danno ragione al pensatore spagnolo Juan Donoso Cortes quando afferma che ogni questione politica è in radice una questione teologica. Entrambi rintuzzano l’idea di rivoluzione, la madre antica dei totalitarismi, ma finiscono per salvare la cosiddetta “rivoluzione americana”, ossia una rivoluzione che NON fu affatto una rivoluzione, solo una guerra d’indipendenza…Se il Novecento non sarà ricordato solo come il secolo più buio della Storia, lo si deve anche a figure come Hannah Arendt ed Eric Voegelin.

N.24/17.6.06 Il Mito dell’eterna vecchiezza di Emilio Mordini. Non sappiamo invecchiare perché non siamo più capaci di sognare. Marco respinti ne L’Altra Storia tratta il tema della distruzione dell’Abbazia di Montecassino nella Iia Guerra Mondiale ad  opera dei bombardieri americani “L’Historiale Memoria viva di Cassino. In F.A. Gianicola Rocca si occupa della Storia economica & Industriale del Pallone. Dagli Anni Sessanta ai giorni nostri. Il calcio è stato trattato come un gioco, dimenticando, o peggio facendo finta d’ignorare, che esso genera annualmente un volume d’affari stimabile in almeno 506 miliardi di euro. Sono finiti i tempi in cui il singolo talento segnava le sorti di un club, come fece “Gigirriva” col Cagliari nel 1970. E sono finiti anche i tempi del presidente mecenate.

25/24.6.06 Le Radici del Riformismo anticomunista. L’esperienza craxiana possedeva contenuti politici capaci di sbloccare il panorama italiano. Soppiantando finalmente l’egemonia comunista. E infatti negli “anni di Craxi” che si consumerà la sconfitta storica del PCI. Ben prima della caduta del Muro di Berlino. Fabio Ranucci, racconta il trentennio dalla svolta all’esilio di Craxi. In Vademecum: Referendum e Federalismo. Una pagina accurata di Marco Respinti che presenta il grande storico delle civiltà, lo svizzero Gonzague de Reynold, “La Svizzera cuore dell’Europa”.

N.26/1.7.06 In questo fascicolo segnalo, Ne L’Altra Storia, Nicola Bergamo, presenta Niceforo II° FOCA, “la morte bianca dei saraceni”, imperatore bizantino che combatté sempre i saraceni come una missione divina. Vissuto intorno al 1000. Al solo udire il suo nome i Musulmani scappavano in preda al terrore. Le sue imprese furono sangue e gloria. Le sue battaglie raccontate da Leone il Diacono. Guglielmo Piombini racconta il degrado morale britannico a Londra del patto scellerato tra Sinistra e filoterroristi, “LONDONISTAN”, frutto marcio dell’appeasement. I Liberal nutrono il coccodrillo islamista sperando di essere divorati per ultimi...Un tema, purtroppo, ancora attuale. In F.A. Ugo Finetti si occupa di quando Togliatti e il PCI non mossero un dito per tutelare gli antifascisti italiani perseguitati in Urss, “Compagni alla Forca”, Furono compagni contro compagni: nel museo degli orrori comunisti. Il mito comunista, dio vorace, si è nutrito anche del sangue dei suoi fedeli. Tra cui non pochi italiani, emigrati in Unione Sovietica per sfuggire al fascismo. Poi costoro vennero epurati e dall’Italia nessuno mosse un dito, malgrado le accuse documentate. Si è preferito fino ad oggi, preservare la leggenda Togliatti. A suo tempo ho letto e recensito un documentato libro di Arrigo Petacco, su questo argomento, “A Mosca solo andata”, dal sottotitolo: “La tragica avventura dei comunisti italiani in Russia”. (Mondadori, 2013). In Profili, Marco Respinti in una intera pagina presenta Eric Voegelin o l’Anti-ideologo. La maggior parte dei suoi scritti resta purtroppo intradotta in italiano. La sua anlisi della scienza della politica e della storia del pensiero è il vero antidoto all’ideocrazia.

N.29/22.7.06 FIGLIO, FIGLIO, AMOROSO GIGLIO. Il nostro Paese è all’inverno demografico. Nel 2005 dice l’Istat, sono morti più italiani di quanti ne siano nati. Rischiamo di soccombere alla Storia per abbandono del campo. La descrizione del nostro corpo sociale è di Marco Respinti. In F.A. Giuseppe Pennisi ci parla de Il Ritorno dei Nibelunghi. Angelo Crespi torna a parlare dell’Italia come un Museo da sfruttare. Bisogna sviluppare una vera coscienza collettiva nei confronti del patrimonio culturale non solo finte politiche. Sapere, Saper essere, Sapere fare. E soprattutto far sapere.

N.30/29.7.06 In 2a pagina da segnalare un intervento del professore Roberto De Mattei sui beni culturali e materiali, affinché l’Italia sia conservatrice e conservativa. A cinque secoli dalla nascita di San Francesco Saverio (1506-1552) patrono delle missioni, Ignazio Cantoni fa una veloce riflessione della “Ratio Studiorum” dei gesuiti.

N.33/19.8.06 Ne L’Altra Storia, Una Testimonianza per l’Occidente. La difesa della nostra identità politica-culturale non può prescindere da un corretto riappropriarsi della Storia, senza leggende né “rosa”, né “nere”. “Magna Europa. L’Europa fuori dall’Europa”, da una felice intuizione dello storico Hendrik Brugmans, un libro unico, che inaugura una collana. Ne parla Massimo Introvigne, in una intera pagina. Lo studio dello studioso torinese fa riferimento al volume uscito recentemente “Magna Europa. L’Europa fuori dall’Europa”, curato da Giovanni Cantoni e Francesco Pappalardo (D’Ettoris Editori, Crotone, 2006). In F.A. 1956, Indimenticabile Ungheria di Fabio Ranucci. Cinquant’anni sono molti, ormai ci sono i nipoti dei rivoltosi. Fu una rivolta disperata di un intero popolo contro la tirannide sovietica. Repressa nel sangue a Budapest, mistificata in Occidente. Il Dom celebra l’evento con una rievocazione e con un racconto d’autore.

N.34/26.8.06 La CITTADINANZA DIVENTERA’ UN CONDOMINIO. C’era una volta l’Italia accogliente, solidale. Che forse sta per diventare un recinto precario per pochi ricchi. Ne parla Giuseppe Romano, un tema ricorrente quello della cittadinanza. Fanno paura gli immigrati al centro della cronaca nera: ma non per razzismo. Intanto il ceto medio viene eroso: andiamo verso una società di pochi abbienti e molti poveri. Gli italiani eravamo poveri ma avevamo un futuro. Oggi povertà significa assenza di futuro.

N.35/2.9.06 Angelo Crespi torna a parlare in 1a pagina sull’utilità della Cultura alla Politica. Il DEBITO FORMATIVO del CENTRODESTRA. Pensare alla cultura come una forma residuale di attività politica non ha portato bene alla CdL. Quando era al potere, la pur vasta galassia dei Think Tank e delle riviste di area è stata snobbata. Oggi ci s’inventa con ritardo fondazioni e scuole. Mentre servirebbe il Fusionismo. E’ necessaria una nuova classe dirigente ben formata, non basta un semplice ricambio generazionale. Crespi, segnala che c’è una forte insoddisfazione tra i componenti delle riviste di Destra (Ideazione, Linea, Il Foglio, la Fondazione Magna Charta, le case editrici cattoliche, come Ares, diversi pensatoi in internet) Tra questi c’è tanta recriminazione: si poteva fare e non è stato fatto. Con quale spirito ora ci apprestiamo ad attraversare altri 5 anni. Se il Centrodestra avesse vinto avremmo potuto archiviare il tutto definendoli le solite lagne degli intellettuali inascoltati… Fino ad oggi non è stata creata nessuna scuola, nessun percorso formativo comune, ha cresciuto nuove generazioni di tecnici, nessun strumento politico o culturale è diventato specchio di una nuova elite. La battaglia culturale vale la pena combatterla per difendersi cercando però di capire , che la cultura non è un ammennicolo della politica. La progettazione culturale, al contrario, è imprescindibile specie quando ci si accinge a nuove costruzioni politiche e si vuole avere un gruppo dirigenziale fedele, non per intermittente acquiescenza al leader, bensì per convinzione personale.

N.38/23.9.06 Da segnalare in F.A. Quando i Comunisti mangiavano (per davvero) i bambini di Massimo Introvigne, i 10 punti della vergogna cinese. 40 anni fa la tragedia della rivoluzione culturale. Tutta l’atroce verità su quel rito politico, celebrato con allure religiosa, che impose di divorare donne, vecchi e bimbi. Con bibliografia. Per questo “comunista” odorerà, per molti e per sempre di sangue. Introvigne consiglia ai comunisti di leggere Mao la Storia Sconosciuta (Longanesi 2006) della grande scrittrice cinese Jung Chang, scritta in collaborazione con John Halliday, una lettura obbligatoria, nonostante la mole (960 pagine) per chiunque voglia capire il comunismo cinese che rimanda a un’opera mai tradotta in Italia, del dissidente cinese Zheng Yi, Scarlet Memorial: Tales of Cannibalism in Modern China, pubblicato nel 1996 dall’autorevole Westview Press.

Mentre nei Labirinti della Comunicazione, Pino Farinoti presenta il film di Renzo Martinelli, “Quel Mercante di Pietre e di Morte”.

N.39/30.9.06 Da segnalare ne L’Altra Storia, La Sinistra con il mal di Pansa. Mario Bernardi Guardi presenta il nuovo libro di Gianpaolo Pansa, La Grande Bugia. La sinistra lo attacca perché racconta la resistenza così come è stata.

N.44/4.11.06 Il Suicidio Demografico. Il declino della popolazione europea sembra irreversibile. Tra cinquant’anni vivremo nella felice Eurabia. Ne parla in 1a pagina, Massimo Introvigne. Con gli attuali tassi di natalità, Italia, Francia, Spagna, Olanda, Germania dimezzeranno la popolazione nel corso di una generazione. I “barbari” non avranno neppure bisogno di combattere. Come l?impero Romano ci stiamo lentamente consumando. E nessuno ne parla. Nel 2050 l’Italia sarà un Paese di figli unici nati da figli unici senza zie. Mentre avanza l’Islam e se l’invasione musulmana fermata per via militare a Poitiers, a Lepanto e a Vienna, riuscirà nel XXI secolo per via demografica- per rendersi conto la civiltà europea rischia di fare la fine di quella romana. Nel giro di qualche decennio in Olanda per es. “la maggioranza degli adolescenti nei Paesi Bassi sarà costituita da musulmani. Steyn scrive: “è la demografia, stupido, l’unica questione importante”. Fa anche qualche battuta divertente: “Noi nascondiamo croci e presepi per non dare fastidio ai musulmani o dedichiamo il tempo a discutere se educare i maschi europei a urinare seduti o in piedi, con conseguente abolizione degli urinatoi, “l’ultimo rifugio di un maschilismo patriarcale. In F.A. Due pagine intere sottoscritte dal cardinale australiano monsignor George Pell: Noi Anoressici, l’Islam Bulimico. Un mondo malato di due morbi uguali e contrari. Da un lato la debolezza di un Occidente stanco perché apatico, dall’altro l’Islam predatorio sin dal principio. Se continueremo a odiare noi stessi, perderemo la sfida. Nell’occhiello, Marco Respinti presenta lo studio su Pell, Un Cardinale “da Medioevo”.

N.45/11.11.06 Ridotti da corpo a porco. La nostra civiltà sembra non conoscere nessun’altra dimensione che quella temporanea edonista e privata. Articolo in 1a pagina di Marcello Veneziani, che è autore del libro “Contro i Barbari” (Mondadori) è un grido di allarme per tutti coloro che vorrebbero se non salvarsi almeno combattere. Prima di cedere le armi. Veneziani disegna a tinte fosche il nostro disarmo, puntando l’attenzione più sui mali interni che sulle pressioni esterne dell’islam. Uno speciale inserto su L’Altra Storia: Il 1956. Il Riformismo del XX° Congresso del PCUS, fu uno specchietto per le allodole: una lotta interna di potere, presto spazzata dai soliti vecchi metodi. Togliatti e Kruscev compagni di merende. Il fattore K: su una cosa i compagni del PCI, poi PdS, DS etc hanno concordato con il compagno Togliatti, con i suoi compagni del Pcus, nessuno doveva sapere niente. E i compagni italiani fino ad oggi hanno osservato le consegne. Nessuno deve sapere che Togliatti chiese i tank  su Budapest. Come il comunismo riesce a farla franca di Ugo Finetti.

N.49/9.12.06 Ne L’Altra Storia segnalo lo studio di Marco Invernizzi, “I danni dell’operazione Sturzo”. Il 18 aprile 1948 l’Italia scelse di dirsi occidentale e cristiana, ma la DC se ne scordò presto incubando la svolta di Centrosinistra. Il voto il 60% alle forze anticomuniste rappresenta un radicale rifiuto del totalitarismo socialcomunista, in nome della libertà. Ma nel giro di vent’anni il costume e la cultura mutarono profondamente. Il Sessantotto era pronto. Soprattutto a raccogliere. Intanto per le forze cattoliche si profila una sconfitta culturale.

N.50/16.12.06 LUI è Peggio di Me, di Marco Respinti. Un confronto tra due tiranni Augusto Pinochet e Fidel Castro. Due regimi brutti. Ma uno più brutto dell’altro. Lo dice la fredda analisi storica. E’ però una differenza c’è, ed è enorme. Il totalitarismo mira ad occupare ogni ambito della vita pubblica e privata, imponendosi ideologicamente. La dittatura è invece un intervento d’urgenza a fronte di un evento traumatico: limita le libertà nel caos allo scopo di ristabilire la normalità. Come quando ci si frattura un braccio: l’ingessatura immediata, sempre fastidiosa e costringente, evita la cancrena, ma se ci si dimentica di toglierla al momento giusto, si trasforma in un male peggiore.

DOMENICO BONVEGNA

dbonvegna1@gmail.com