Lo aveva detto ancor prima di diventare Papa, Joseph Ratzinger e aveva ragione. Infatti oggi nel mondo Occidentale si sta combattendo una guerra culturale contro l’Occidente bianco; una specie di razzismo all’incontrario, lo sostiene in un bell’intervento apparso in questi giorni su atlanticoquotidiano.it il professore americano Armando Simon (Razzismo al contrario: no, non c’è da vergognarsi di essere bianchi, 2.1.24) Come premessa al testo il professore cita una frase di George Orwell, che da il senso del dibattito, o della guerra in corso nel nostro Occidente: However much you deny the truth, the truth goes on existing. (per quanto neghi la verità, la verità continua ad esistere) (George Orwell)…
L’articolo approfondisce le caratteristiche di questa guerra culturale che è in atto nelle nostre scuole, nelle università, nei mass media in genere. E’ la guerra che stanno portando avanti da qualche anno i post-marxisti, alcuni neri e alcuni bianchi, pieni di disprezzo per se stessi e sottoposti al lavaggio del cervello. E’ tutto quel mondo Woke, della Cancel Culture, nato negli Usa e ora diffuso anche in Europa.
Simon di fronte al fiume di offese e bugie razziste che è stato diretto contro i bianchi e la “bianchezza” (qualunque cosa significhi) negli ultimi anni, rileva che “è scoraggiante, sconcertante e persino nauseante che i bianchi non reagiscano. In effetti, invece di contrastare gli insulti e le bugie razziste, la maggior parte dei bianchi sembra andare in giro a testa bassa, o perché intimiditi, o perché hanno paura di rispondere in modo tale da ferire i sentimenti di coloro che esprimono odio, o perché hanno paura di essere definiti “razzisti”.
Una guerra che si combatte anche nelle sale cinematografiche, in un recente film uscito negli Usa, intitolato “The American Society of Magical Negroes”. Simon consignia di vedere il trailer fa rabbrividire, inclusa la frase del film: “Qual è l’animale più pericoloso del pianeta? I bianchi”.
Per il professore queste persone conosciute ormai per la loro distruttività, anche per la falsificazione della storia, come il “documentario” di Netflix in cui attori neri interpretano Cleopatra e altri egiziani. Peraltro,“Non sono mancate le proteste degli egiziani che hanno giustamente sottolineato come una simile parodia sia stata fatta affinché i neri americani si sentissero bene con se stessi creando una fantasia. A questo è seguito “Hannibal” di Netflix, un’altra distorsione storica.
E poi c’è il Progetto 1619. In ogni caso, ciò che segue deve essere tenuto a mente da quegli individui quando vengono sottoposti a sessioni di lavaggio del cervello in varie istituzioni con il pretesto di “combattere il razzismo” attraverso Diversity Inclusion and Equity (DIE)”.
Il professore per rispondere a questa ondata di falsità pseudo storiche, propone, polemicamente e puntigliosamente un lungo elenco di “conquiste” del nostro mondo occidentale. Dividendo il mondo in due emisferi (Orientale e Occidentale), sostanzialmente tutti i progressi sono venuti dai bianchi.
A cominciare dalle automobili, i computer, la televisione, gli antibiotici, i raggi X, gli aeroplani, i vaccini, la tavola periodica, radio, telegrafo, laser, carta igienica, wc, ospedali, occhiali, pantaloni, fogne, microonde, DVD, CD, pellicole, macchine fotografiche, fibre sintetiche, navi militari, satelliti, penne, matite, baseball, basket, razzi, hockey, frigoriferi, lampadine, elettricità…Si potrebbe continuare all’infinito con altre conquiste.
Inoltre Simon continua con i suoi significativi interrogativi: “Quali grandi matematici, fisici, chimici, medici, inventori potete nominare non bianchi? Potreste considerare quanto sopra razzista, ma sono comunque fatti. E dopo più di due secoli, Haiti, la Somalia o l’Etiopia non si sono ancora sollevati dal sottosviluppo, nonostante i miliardi di dollari buttati ogni anno in quei Paesi sotto le voci “sviluppo economico” e “aiuti umanitari” da parte di Paesi occidentali governati dai bianchi (un burlone ha definito “aiuti esteri” quando i poveri dei Paesi ricchi sono costretti a dare soldi ai ricchi nei Paesi poveri).Continuano le domande provocatorie di Simon:
“Quali grandi invenzioni sono arrivate dall’Africa? Dal Sud America? Citatemene una. Quali grandi scuole filosofiche o discipline scientifiche sono derivate da quei continenti? Citatemene solo una. Quali grandi scoperte scientifiche, quali innovazioni tecnologiche sono emerse dall’Africa o dal Sud America? Quali progressi medici sono arrivati da queste due regioni?”.
Lo studio si ferma ad analizzare prima l’Africa e poi il Sud America.
In Africa scrive Simon, “l’idea di uccidere e fare a pezzi gli albini e di mangiare le loro parti del corpo è vista come un progresso medico; lo è anche tagliare il clitoride di una bambina di due anni con le forbici; ed è stato sostenuto che il voodoo dovrebbe sostituire la “scienza colonialista”. E alcuni ancora, fino ad oggi, praticano il cannibalismo, mentre molti, molti altri praticano ancora la schiavitù”.
In breve, se la civiltà fosse stata lasciata agli africani, “vivremmo ancora in caverne e capanne, come fanno ancora molti. E se non fosse stato per il colonialismo, vivrebbero ancora in caverne e capanne, sbattendo insieme due rocce come culmine della loro “civiltà”. Dimentichiamo che i popoli del Nord America, dell’Africa sub-sahariana, dell’Australia e della maggior parte del Sud America erano ancora all’età della pietra, uccidendosi e mangiandosi a vicenda quando i bianchi li incontrarono per la prima volta, cioè fino a quando non arrivò il colonialismo. Fatti”. Altro fattore interessante da notare è che oggi, “i razzisti neri africani hanno portato avanti una politica di esclusione dei bianchi dai loro Paesi, questi Paesi si sono deteriorati”. Qualcuno ha ricordato però che i neri siano più bravi nello sport rispetto ai bianchi. “Questo è vero nel basket, nell’atletica leggera e nel calcio, – scrive Simon – ma per quanto riguarda tutti gli altri sport i bianchi dimostrano una posizione dominante, dalla scherma al nuoto, dalla ginnastica al ciclismo, ma l’elenco sarebbe lungo: sci, pallavolo, tennis, baseball, rugby, hockey, vela, sport equestri, etc.
Infine per quanto riguarda il Sud America, “la parola migliore che può descrivere quel continente è: stagnazione. Tuttavia, due cose in cui i sudamericani eccellono sono la letteratura e la musica. In entrambi sono di prima classe. In tutta onestà, va anche detto che ci sono eccellenze scientifiche in Argentina, Cuba, Messico e Brasile, portate avanti da bianchi. Infine, va sottolineato l’ovvio, vale a dire che nonostante la stagnazione il continente non si avvicina nemmeno lontanamente all’arretratezza e alla ferocia dell’Africa sub-sahariana”.
Le conclusioni di Armando Simon sono chiare. Gli elementi che ha proposto non sono opinioni, citando John Adams sono fatti. “I fatti sono cose ostinate; e qualunque siano i nostri desideri, le nostre inclinazioni o i dettami delle nostre passioni, essi non possono alterare lo stato dei fatti e delle prove”. Le ideologie si scontrano con i fatti, con la realtà.
Ultima avvertenza riguarda la Critical Race Theory (CRT) e il Progetto 1619 (il cui autore è un ammiratore del regime repressivo cubano, proprio come Bernie Sanders), la “Teoria critica della razza”, è quel movimento che contesta alla cultura americana e “bianca” il misfatto di aver rinchiuso all’interno dei suoi schemi culturali e linguistici “razzisti” le minoranze etniche, di retaggio schiavistico o migratorio, dell’Occidente. In pratica questa teoria sostiene che chiunque abbia una pelle bianca sia geneticamente e intrinsecamente razzista sin dalla nascita e che perciò debba fare ammenda per il resto della sua vita. E persino il fatto di fare ammenda conferma il suo razzismo intrinseco.
La teoria espone i bianchi a una nuova forma di razzismo e a ogni genere di abuso. Infatti chiunque può essere accusato di razzismo in qualsiasi momento e per qualsiasi motivo senza aver nessuna possibilità di difesa, secondo il modello molto simile a quello dell’inquisizione spagnola.
Infatti, un paradosso di tutta questa storia è che a riprova del razzismo creato da questo movimento contro i bianchi è che “solo in America un gruppo etnico può avere un mese della storia dei neri, una vacanza per i neri, college per soli neri, siti di incontri per soli neri, una stazione televisiva per soli neri, borse di studio per soli neri, cerimonie di laurea per soli neri, club e bar per soli neri, e poi voltarsi e chiamare tutti gli altri razzisti”. Quindi, alla luce di tutto ciò, per il professore Simon, ci sono tutte le ragioni per cui una persona bianca non dovrebbe provare alcuna vergogna, come sostiene il lavaggio del cervello della CRT.
DOMENICO BONVEGNA
dbonvegna1@gmail.com