È andata in scena, a porte chiuse e in assenza di pubblico in conformità alle norme anti-Covid, nell’Istituto penale per i minorenni “Malaspina” di Palermo, “Anche noi siamo italiani!”, rappresentazione di pupi e attori dedicata alla vicenda delle persecuzioni degli Italiani in Istria e Dalmazia e all’eccidio delle foibe.
Protagonisti sono stati alcuni giovani detenuti che hanno seguito negli ultimi mesi il corso di pupi e legalità condotto dal maestro Angelo Sicilia e arrivato alla seconda annualità. Il corso, fortemente voluto dalla direttrice dell’Istituto, Clara Pangaro, che ha preso parte alla realizzazione dello spettacolo assieme a un agente di polizia penitenziaria, e a Salvatore Inguì, direttore dell’Ufficio di servizio sociale per i minorenni di Palermo, mira a formare giovani in grado di apprendere l’arte dei pupi, le tecniche di manovra e di recitazione, in particolare su tematiche sociali e legate alla memoria.
L’iniziativa, organizzata con il sostegno del direttore del Centro per la giustizia minorile per la Sicilia, Rosanna Gallo, è stata sposata dall’assessorato regionale dei Beni culturali e dell’Identità siciliana e oggi l’assessore Alberto Samonà si è recato in visita istituzionale al Malaspina per essere presente, con una propria testimonianza, a questo momento di cultura partecipativa nel segno della storia e della legalità.
I giovani del Malaspina, guidati da Angelo Sicilia, hanno messo in scena una rappresentazione che parla di lotta all’intolleranza e alla discriminazione, la stessa che ha portato nel dopoguerra nelle regioni di confine, ad una persecuzione dei partigiani titini contro persone inermi, mascherata talvolta da rappresaglia per le angherie subite dagli jugoslavi, ma che si risolse in una feroce pulizia etnica che colpì in modo generalizzato una popolazione inerme e incolpevole. Una tragedia, che da qualche anno è stata resa pubblica, dopo l’istituzione del “Giorno del Ricordo”, che dal 2004 commemora le vittime delle foibe, ricordando l’esodo giuliano-dalmata e le terribili sofferenze che migliaia di persone furono costrette a subire sotto l’occupazione dei comunisti jugoslavi del maresciallo Tito.
In scena, i pupi realizzati dagli stessi detenuti del Malaspina, che a gennaio avevano già portato in scena la storia di Calogero Marrone, siciliano ucciso nel lager nazista di Dachau.
«È stato per me un momento importante e commovente – sottolinea l’assessore Alberto Samonà – che ha unito l’arte al ricordo del massacro delle foibe, una pagina di storia buia del nostro Paese. L’aver coinvolto i ragazzi del Malaspina in questo progetto rappresenta un’occasione preziosa per contribuire al reinserimento dei giovani nella società, a partire dalla conoscenza di un’arte, quale quella dell’Opera dei pupi, riconosciuta dall’Unesco, che appartiene alla nostra tradizione e alla nostra cultura. Da tempo – conclude l’assessore – seguo i progetti dell’Istituto penale per minorenni di Palermo, che, grazie a varie iniziative, costituisce un esempio virtuoso di come i detenuti possano essere coinvolti in un percorso che li faccia sentire parte attiva della nostra società».
«Con questa rappresentazione – spiega Clara Pangaro, direttrice dell’Ipm Malaspina – simbolicamente prende avvio la terza annualità del Laboratorio dei pupi della legalità. La rappresentazione di oggi è espressione del lavoro di collaborazione e di condivisione di tutte le componenti dell’Istituto penale per i minorenni. Questa attività dal forte valore sociale costituisce un modo nuovo per conoscere e ricordare momenti significativi della storia dell’umanità, ma anche un’opportunità per i ragazzi ospiti della struttura per imparare un antico mestiere e recuperare le tradizioni siciliane».