L’Unione Internazionale delle Superiore Generali (UISG), che rappresenta oltre 600.000 suore in tutto il mondo, si unisce al ricordo di tutte le vittime dell’immigrazione con un appello a un’alleanza tra suore e società civile per affrontare le sfide legate ai fenomeni migratori. Suor Carmen Elisa Bandeo, coordinatrice della Rete Internazionale Migranti e Rifugiati della UISG: “Non possiamo voltare le spalle a chi mette a rischio la propria vita per cercare speranza e dignità. Oggi è più che mai urgente la necessità di un approccio integrale, integrativo e inclusivo allo sviluppo, che colleghi l’esperienza locale alla presa di decisioni globali in maniera coerente e responsabile”.
Roma – ln occasione della Giornata della Memoria e dell’Accoglienza, che si celebra ogni 3 ottobre in memoria di tutte le vittime delle migrazioni, l’Unione Internazionale delle Superiore Generali (UISG) presenta un policy brief con dieci raccomandazioni per affrontare le sfide legate ai fenomeni migratori, con particolare attenzione alle esigenze di migranti e rifugiati. La UISG è l’organizzazione ombrello per le Superiore delle congregazioni femminili cattoliche, che conta 1.903 membri in 97 Paesi, in rappresentanza di oltre 600.000 suore nel mondo.
Le raccomandazioni sono destinate a partner e alleati della UISG, ai governi nazionali e agli organi intergovernativi, alle organizzazioni dello sviluppo internazionale e della società civile e a tutte le persone di buona volontà impegnate per costruire un mondo più giusto e sostenibile, e sono emerse dal Sister-led Dialogue on Migration, il secondo di un ciclo di appuntamenti su temi chiave dello sviluppo internazionale organizzati all’interno dell’iniziativa UISG Sisters Advocating Globally, realizzata in collaborazione con il Global Solidarity Fund. L’incontro si è tenuto il 3 luglio 2023 a Roma, con la partecipazione delle suore della UISG e di progetti sul campo, di rappresentanti delle istituzioni intergovernative e interreligiose, di organizzazioni della società civile, esperti accademici e rappresentanti mediatici.
Le 10 raccomandazioni sono: 1. Sostenere chi si sposta dentro ed oltre i confini internazionali attraverso educazione linguistica, formazione di nuove competenze e progetti di sviluppo che possano migliorare la resilienza alle sfide della migrazione. 2. Sostenere le persone in transito fornendo informazioni accurate e tempestive, in particolare sui pericoli del viaggio verso l’Europa, al fine di contrastare la disinformazione dilagante. 3. Promuovere l’integrazione di migranti e rifugiati favorendo un senso di sicurezza e appartenenza, in particolare attraverso l’azione comunitaria affettiva e relazionale. 4. Coinvolgere le comunità di immigranti e quelle ospitanti in attività interculturali condivise, che possano contribuire a colmare le differenze sociali e culturali. 5. Sfruttare il potenziale informativo ed educativo delle piattaforme mediatiche per aumentare la consapevolezza politica sulle realtà dell’immigrazione. 6. Sostenere un cambiamento linguistico che si sposti dai discorsi di paura, minaccia, emergenza e guerra verso conversazioni orientate su inclusione, integrazione, sviluppo e arricchimento reciproco. 7. In particolare, esemplificare e promuovere un cambiamento nelle narrazioni mediatiche creando spazio per le persone con esperienze vissute di migrazione e dando voce non solo alle loro preoccupazioni, ma anche alle soluzioni proposte. 8. Stabilire alleanze tra agenzie umanitarie, istituzioni religiose e organizzazioni mediatiche per resistere insieme alla propaganda anti-migranti e sviluppare una visione condivisa per superare gli ostacoli legislativi. 9. Collaborare con i governi dei Paesi di transito non-europei nell’adozione e nell’implementazione di misure etiche per rispettare la dignità di ogni persona ed arginare la tratta e gli abusi. 10. Fare pressione sui governi dell’Unione Europea affinché istituiscano leggi che riflettano i valori etici e la visione umanitaria dell’UE, consentendo accesso equo, paritario e legale a tutti i migranti, indipendentemente dal motivo dell’immigrazione.
“Come UISG, crediamo che la comunità internazionale abbia la responsabilità di fornire assistenza a tutti i migranti e rifugiati, garantire il pieno rispetto dei loro diritti e facilitarne l’integrazione nei Paesi ospitanti. Ad oggi, è più che mai urgente un approccio integrale, integrativo e inclusivo allo sviluppo, che colleghi l’esperienza locale alla presa di decisioni globali in maniera coerente e responsabile – dichiara suor Carmen Elisa Bandeo, coordinatrice della Rete Internazionale Migranti e Rifugiati della UISG. – È in quest’ottica e con questo spirito che abbiamo ospitato quest’anno i nostri dialoghi guidati dalle suore, per creare una rete tra tutte le consacrate, favorire un ampio canale di comunicazione e di cammino comune con i nostri partner, condividere esperienze e creare uno spazio di riflessione e comunità”.
Secondo i dati diffusi dall’Organizzazione internazionale per le migrazioni (OIM)[1], nel periodo compreso tra gennaio e dicembre 2022 quasi 3.800 persone hanno perso la vita sulle rotte migratorie nella vasta regione cosiddetta MENA, ovvero Medio Oriente e Nord Africa, con un aumento dell’11% rispetto all’anno precedente. È il numero più alto dal 2017, quando furono registrati 4.255 decessi. In tutto il mondo, oltre 50.000 migranti hanno perso la vita tra il 2014 e il 2022[2], senza contare quelli persi in mare, rapiti o scomparsi durante il viaggio della speranza: coloro che sono “invisibili dalla nascita alla morte”, per utilizzare le parole di Tareke Brhane, presidente del Comitato 3 ottobre, fondato in seguito alla tragedia di Lampedusa del 3 ottobre 2013, di cui ricorrerà quest’anno il tragico anniversario.
“Presentiamo il nostro policy brief a pochi giorni dal decennale del tragico naufragio di Lampedusa del 3 ottobre 2013, in cui persero la vita centinaia di migranti – ha ricordato Suor Carmen. – Non possiamo voltare le spalle a chi mette a rischio la propria vita per cercare speranza e dignità, né vogliamo dimenticare tutte le crisi umanitarie che, in ogni parte del mondo, alimentano i flussi di persone in fuga alla ricerca di sicurezza. Migranti, rifugiati e richiedenti asilo possiedono una grandissima esperienza umana che possono condividere con tutti noi, così da alimentare e nutrire la nostra vita. Perché questo sia possibile, è necessario che ci liberiamo dai pregiudizi, dalle paure, mettendoci accanto a chi è più vulnerabile; solo così riusciremo a costruire un mondo che non escluda nessuno”.
I dialghi guidati dalle suore della UISG, concepiti come uno spazio per riflettere su questioni chiave dello sviluppo internazionale da diverse prospettive, identificare misure per dare strumenti alle comunità ai margini globali ed aiutare a costruire una coalizione di persone e istituzioni atte a promuovere un futuro sicuro e prospero per tutti, culmineranno nel primo Advocacy Forum della UISG in programma il 23 e 24 ottobre 2023 a Roma. Sotto il titolo “Religious Women: Leadership and Development”, la UISG riunirà il suo network globale a Roma per due giorni di incontri e confronti, con l’obiettivo di identificare le aree prioritarie per l’advocacy a livello nazionale, regionale e internazionale che possano portare a un cambiamento sistemico, collegando la saggezza tradizionale e la spiritualità alle nuove esigenze che derivano dalla rapida trasformazione delle nostre società.