La notizia dell’ennesima tragedia del mare, che avrebbe provocato 8 vittime, tra cui una donna incinta, e alcuni dispersi, tra cui un ragazzo e un bambino, è inaccettabile e conferma come il Mediterraneo centrale sia tra le rotte migratorie che causano il numero più elevato di vittime. Non parliamo di numeri, ma esseri umani, morti o dispersi in mare nel tentativo di raggiungere l’Europa in cerca di un futuro. Di fronte a tutto questo, nessuno può voltarsi dall’altra parte. È fondamentale e urgente riportare le persone e i loro diritti al centro delle decisioni politiche.
Questo il commento di Save the Children, presente a Lampedusa con un intervento di protezione, per garantire una risposta immediata ai bisogni essenziali di bambine, bambini e adolescenti e delle loro famiglie che arrivano sull’isola.
L’Organizzazione sottolinea quanto sia necessaria e urgente un’assunzione di responsabilità condivisa tra Italia, gli Stati membri e le istituzioni europee, che devono disporre un meccanismo coordinato e strutturato di ricerca e salvataggio delle persone in difficoltà in mare, agendo nel rispetto dei principi del diritto internazionale, e porsi l’obiettivo di garantire vie sicure e legali per l’ingresso in Europa.
La salvaguardia della vita di migliaia di persone deve superare ogni logica politica e non può essere ”parcheggiata” in attesa di un’intesa tra Stati.
Ogni altra azione che non si focalizzi su questi obiettivi e che non si avvalga degli sforzi congiunti di istituzioni e di qualsiasi altro attore che possa dare un contributo per salvare vite umane, incluse le ONG – conclude Save the Children – rappresenterebbe una condotta irresponsabile di fronte a tragedie come questa.