Firmato a Napoli il nuovo Protocollo d’intesa tra il Comune di Napoli, la Direzione Generale della DGT del Sud del Ministero delle Infrastrutture e dei Trasposti, UNHCR l’Agenzia ONU per i Rifugiati e le associazioni di categoria UNASCA e CONFARCA, attraverso cui si intende coniugare il concetto di solidarietà con quello di inclusione.
Il nuovo progetto promosso dalla Direzione Generale Territoriale del sud, infatti, ha come obiettivo quello di formare ed istruire, al fine del conseguimento di una patente di categoria A1 o B, 100 potenziali conducenti donne con status di rifugiato e in possesso di un permesso di soggiorno e/o titolari di permesso di soggiorno per motivi umanitari, ovvero per richiedenti asilo.
L’iniziativa intende dare continuità ai diversi progetti che la Direzione Generale Territoriale del Sud del Ministero delle Infrastrutture e dei trasporti ha già realizzato sul territorio del Comune di Napoli riguardanti, in particolare, realtà in situazione di disagio con l’obiettivo di diffondere la cultura della sicurezza stradale per recuperare e sviluppare le regole della cittadinanza e della solidarietà.
“Obiettivo dell’iniziativa – ha evidenziato Umberto Volpe, Direttore Generale della DGT del Sud del Ministero delle Infrastrutture e dei Trasporti – è quello di fornire un contributo all’accoglienza in Italia di donne costrette alla fuga dai loro Paesi.
Una patente per una più efficace integrazione, attraverso l’apprendimento delle norme di comportamento su strada e l’approfondimento della lingua italiana, mediante l’acquisizione di una nuova terminologia legata al mondo della circolazione stradale.
Una patente di guida da conseguire per una categoria di utenti della strada a cui molto spesso è preclusa questa possibilità, per diverse ragioni, e che, invece, con la realizzazione di questo progetto, possa diventare realtà e soprattutto diventare anche strumento per un eventuale inserimento nel mondo del lavoro, tutto in perfetta armonia con i principi ispiratori dell’iniziativa di solidarietà ed inclusione. Con questo progetto, in definitiva, si garantirà anche il diritto alla mobilità di queste donne, al fine di favorirne la piena integrazione nella vita sociale del nostro Paese”.
“L’obiettivo dell’UNHCR è quello di fare leva sulle capacità e sulle aspirazioni di donne e ragazze rifugiate aiutandole a realizzare pienamente il loro potenziale. Questo progetto è un esempio concreto dell’avanzamento di questo obiettivo e siamo grati al Ministero delle Infrastrutture e dei Trasporti, al Comune di Napoli e a tutte le realtà coinvolte per il lavoro di squadra nel favorire l’inclusione delle donne rifugiate in Italia” -ha dichiarato Chiara Cardoletti, Rappresentante UNHCR per l’Italia, la Santa Sede e San Marino.
“Tale progetto rappresenta un contributo importante al sistema dell’accoglienza e dell’integrazione delle persone migranti. Il Comune di Napoli lavora su questo in sinergia con attori istituzionali, enti del terzo settore e società civile per offrire servizi e nuove opportunità alle persone più vulnerabili. Si aggiunge al percorso avviato nei mesi precedenti offrendo alle persone, in questo caso alle donne migranti, strumenti concreti per l’inclusione sociale. Sono molto soddisfatto dei primi risultati e spero possa proseguire in questa direzione e con sempre maggiore attenzione alle esigenze e alle vite delle persone accolte nei nostri territori soprattutto in considerazione del periodo delicato a livello internazionale” – così il sindaco di Napoli Gaetano Manfredi.
“Si tratta di una grande opportunità – dichiara l’Assessore alle Politiche Sociali Luca Fella Trapanese – di un ulteriore tassello che si aggiunge alle tante iniziative che stiamo progettando e realizzando per l’integrazione delle persone con background migratorio nella nostra città, in una strategia che superi l’approccio assistenzialistico in favore dell’accompagnamento all’autonomia grazie a strumenti formativi e a servizi integrati, in particolare rivolti ai più fragili, minori e donne. Anche il protocollo di oggi, che si affianca a quello già firmato con UNHCR per l’apertura di ‘Spazio Comune’, è il risultato di un lavoro di rete tra istituzioni locali, nazionali e internazionali, e con il Terzo Settore, su progettualità concrete ed in favore dei cittadini tutti, senza distinzioni e discriminazioni”.
“Desidero esprimere, a nome di UNASCA, il nostro apprezzamento per l’iniziativa avviata a Napoli, che ci coinvolge insieme al Comune e l’UNHCR e la Direzione Generale Per la Motorizzazione del Sud. Il Protocollo d’intesa sottoscritto oggi per formare e istruire 100 donne rifugiate con un percorso finalizzato al conseguimento della patente di guida, rappresenta un passo significativo per l’integrazione e l’inclusione sociale. La Direzione Generale Territoriale del Sud del Ministero delle Infrastrutture e dei Trasporti, ha delineato un progetto ambizioso mirato a favorire l’accoglienza in Italia di donne costrette alla fuga dai loro Paesi. Questa iniziativa offre l’opportunità di apprendere norme di comportamento su strada e, nel contempo, approfondire la conoscenza della lingua italiana. Promuove, quindi, l’inserimento nel mondo del lavoro, in linea con i principi fondamentali di solidarietà ed inclusione. Il ruolo di UNASCA, come associazione di categoria coinvolta, è cruciale per garantire che la formazione offerta alle donne rifugiate sia adeguata e risponda alle loro particolari e specifiche esigenze. Il contributo dell’Associazione è fondamentale per assicurare la qualità del processo formativo e adattarlo alle reali difficoltà, alle sfide ma anche alle opportunità per le partecipanti. Unasca offrirà un sostegno continuo a questa lodevole iniziativa, contribuendo così a promuovere la mobilità delle donne rifugiate attraverso l’acquisizione dello strumento d’integrazione quale è la patente di guida”. Dichiara il Segretario Nazionale Autoscuole Alfredo Boenzi.
“Nel nostro lavoro associamo molto spesso il possesso della patente ad una maggiore emancipazione, cosa che porta inevitabilmente a pensare che una persona in grado di guidare un mezzo – che sia di proprietà o meno – è una persona più libera di muoversi nel mondo e nella società. Rimarco questo concetto perché per noi è in qualche modo il fulcro della questione. Persone – donne in particolare con status di rifugiate – che sono più autonome ed emancipate, possono pensare di fare delle scelte diverse da quelle che sono state loro imposte e costruirsi un futuro più libero, in termini lavorativi, sociali e familiari. Questo progetto per noi ha due risvolti fondamentali. Se da una parte, infatti, possiamo contribuire a ridare la libertà a 100 donne, dall’altra parte contribuiamo al corretto inserimento di queste ultime nella nostra società, e in particolare nel tessuto sociale di Napoli, trasmettendo il senso di salvaguardia della comunità attraverso i valori legati alla sicurezza stradale” – Paolo Colangelo di Confarca.
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