È in vendita il numero di dicembre-gennaio di “Scarp de’ tenis”, il mensile della strada promosso da Caritas Ambrosiana e Caritas Italiana.
“Mi fido di te” è il titolo in copertina del numero di dicembre-gennaio di “Scarp de’ tenis”, illustrata da Mauro Biani. “È un invito ad avere fiducia nel futuro. Quella fiducia che si costruisce promuovendo forme di solidarietà diffusa e di equa distribuzione della ricchezza. Perché tutti, a partire dai più giovani, appunto, possano intravedere spiragli di luce nel proprio futuro”, spiega il direttore Stefano Lampertico. Di fiducia parla anche l’Arcivescovo di Milano, mons. Mario Delpini, nel suo racconto di Natale.
All’interno del mensile della strada promosso da Caritas Ambrosiana e Caritas Italiana, in vendita su www.social-shop.it e da sabato 3 dicembre in distribuzione nelle piazze e davanti alle parrocchie delle più importanti città italiane, due approfondimenti: il primo sul Reddito di cittadinanza con le storie di chi grazie a questo strumento ha fatto passi in avanti; il secondo sulla generazione dei più giovani con un focus sui ‘Neet’, alle prese con i progetti di ripartenza nel post pandemia. “Le soluzioni concrete sono difficili da fornire e fanno tremare le ginocchia. Ma prima di esse e alla base di esse ci deve essere un atteggiamento, una filosofia, un proposito. Che non può essere altro che quello dell’accoglienza, della vicinanza, del rispetto. Solo annullando pulsioni egoistiche a buon mercato si può aprire la strada a quella generosità da cui non si può prescindere per tentare di superare ostacoli assai impervi”, scrive Vincenzo Morgante, direttore di Tv2000 e del circuito di Radio InBlu, che firma questo numero del giornale, seguendo una tradizione ormai consolidata che ha visto, negli anni passati, il coinvolgimento di Carlo Verdelli e Mario Orfeo.
In questo numero “doppio”, infine, le storia di Bernd Simon che, a Berlino, da tre anni, per nove volte al giorno, accompagna nell’ultimo viaggio al cimitero i defunti che al momento della morte non hanno nessuno o sono rimasti sole (sono 2500 ogni anno, nella capitale tedesca), e di Claudio che, a Torino, grazie a un percorso di reinserimento sociale, due anni dopo essere finito per strada, oggi ha un lavoro come barista e sta per ottenere un alloggio popolare.