In occasione della notte di San Lorenzo, uno degli eventi astronomici più celebrati al mondo, in cui è possibile osservare a occhio nudo lo sciame delle perseidi l’Associazione UPI lancia la campagna “Riaccendiamo le stelle, spegniamo gli sprechi energetici”.
L’evento astronomico, meglio conosciuto come la notte delle stelle cadenti, ha inizio nella notte del 10 agosto e si protrae fino al 15 con un picco massimo di avvistamenti nella notte del 12. Secondo il Dipartimento di Ecologia e Green Economy dell’Università Popolare federata Unieda, UPI Green, questo fenomeno naturale rischia di essere oscurato, a causa del sempre più crescente inquinamento luminoso che oramai caratterizza tutte le grandi città italiane.
La tradizionale visione delle stelle cadenti, particolarmente più intensa nel mese di agosto, viene storicamente collegata al fenomeno del martirio di San Lorenzo, la cui ricorrenza si celebra il 10 agosto. Il fenomeno della visione dello sciame è tuttavia attivo per diversi giorni con un picco di visibilità ricadente tra il 12 e 13 agosto. Le osservazioni vanno fatte in un luogo buio poiché la luce artificiale interferisce sulla visione delle scie luminose, rivolgendo lo sguardo in direzione nord/est poco sopra la linea dell’orizzonte.
Purtroppo l’inquinamento luminoso – ribadiscano da UPI – è in continuo aumento, soprattutto nelle città, ostacolando di fatto la visione delle stelle. Ed è proprio in questa occasione che l’associazione UPI, coordinata del Dipartimento di Ecologia e Green Economy, UPI Green, ha deciso di lanciare la campagna “Riaccendiamo le stelle, spegniamo gli sprechi energetici” con l’obiettivo di stimolare le amministrazioni pubbliche alla riduzione dell’inquinamento ottico e luminoso nonché all’eliminazione degli sprechi energetici degli impianti di illuminazione esterna di ogni tipo.
La perdita della qualità del cielo notturno – tengono a precisare da UPI – non è solo una questione astronomica, ma costituisce un’alterazione di molteplici equilibri ben rappresentati dall’analisi condotta dall’Agenzia Regionale Protezione Ambientale del Veneto quali: Culturale, perché gran parte degli scolari vede le costellazioni celesti solo sui libri di scuola; Artistico, perché l’illuminazione esagerata nelle zone artistiche e nei centri storici non mette in risalto la bellezza dei monumenti ma la deturpa; Scientifico, perché costringe astronomi professionisti e astrofili a percorrere distanze sempre maggiori alla ricerca di siti idonei per osservare il cielo; Ecologico, perché le intense fonti luminose alterano il normale oscuramento notturno influenzando negativamente il ciclo della fotosintesi clorofilliana che le piante svolgono nel corso della notte; Sanitario perché la troppa luce o la sua diffusione in ore notturne destinate al riposo provoca vari disturbi; Risparmio energetico perché una grossa percentuale dei circa 7150 milioni di kWh utilizzati per illuminare strade, monumenti ed altro viene inviata senza ragione direttamente verso il cielo; Circolazione stradale, perché una smodata e scorretta dispersione di luce come fari, sorgenti e pubblicità luminose può produrre abbagliamento o distrazione agli automobilisti.
Con la campagna “Riaccendiamo le stelle, spegniamo gli sprechi energetici” vogliamo stimolare l’attenzione di amministratori di enti pubbliche e i cittadini sull’importanza di ridurre l’inquinamento ottico e luminoso nonché puntare all’eliminazione degli sprechi energetici degli impianti di illuminazione esterna che non concentrano il loro fascio di luce verso il basso ma bensì a dispersione e verso l’alto. A giovarne non sarà solo la salvaguardia dell’ambiente naturale con i suoi bioritmi bensì, anche le nostre tasche determinato da una netta riduzione del consumo elettrico.