Oggi è necessario liberare Gesù

di ANDREA FILLORAMO

Mons. Raffaele Nogaro, 90 anni, è vescovo emerito di Caserta, un vescovo povero e accogliente, un uomo la cui vita è radicalmente legata al Gesù dei Vangeli, “una vita di profezia oscurata, disprezzata, non riconosciuta”.

Impegnato per la pace per i diritti umani, contro la camorra, osteggiato da molti politici don Raffaele (così si è sempre fatto chiamare) ha combattuto con forza la camorra denunciando la diffusa illegalità presente nella società e nell’amministrazione del territorio.

Non ha risparmiato critiche alle gerarchie ecclesiastiche, colpevoli di non aver condannato la criminalità organizzata, e alla politica locale e nazionale per i numerosi episodi di corruzione.

Amico di Papa Francesco, ne condivide non solo il messaggio ma anche lo stile di vita improntato alla sobrietà, di cui dice: “è il Papa del Vangelo”. Vive, infatti, in una casa dove c’è una sala con un tavolo e quattro sedie disadorne, la remota foto dei genitori sul mobile, la camera da letto spoglia e disadorna.

E’ di Mons. Nogaro un bellissimo scritto pubblicato da Adista del 15 aprile 2023, con il titolo:  Oggi è necessario liberare Gesù” , che invito a leggere con molta attenzione   (https://www.adista.it/articolo/69817).

 Lo scritto, scevro da sentimentalismi è molto profondo; è intriso di conoscenza biblica e dei Vangeli, di esegesi storico-critica dei testi, che è la più aggiornata.

Incisivi sono alcuni slogans, pensieri e considerazioni, i cui titoli sono: “Liberare Gesù dal cristianesimo e dalla chiesa”, “Tornare a Gesù”, “Basta il Vangelo”, “Perché non possiamo più dirci cristiani” ““Non è la Chiesa che salva, è Cristo che salva”.

Riporto, uno dietro l’altro, quelli che ritengo più rilevanti, senza alcun commento, tanta è la chiarezza dei loro contenuti, Al lettore il compito di operare una sintesi e di giungere a delle conclusioni, che se non sono personali lasciano il tempo che trovano.

“Il mio entusiasmo giovanile per l’Ecclesia reformanda di Giovanni XXIII rimane sempre vivo. Ma penso che la Chiesa non si possa più riformare. È diventata ormai un grande impero sclerotizzato, al punto di non avere più elementi sorgivi e vitali per comunicare con l’uomo del nostro tempo. La malattia mortale di questa Chiesa è il potere. Dopo l’editto di Costantino del 313, la Chiesa ha accaparrato per sé tutto il potere e il papa si è proclamato “Summus Pontifex”, il capo di Stato che esercita la monarchia assoluta con la garanzia dell’infallibilità di Dio”.

“La Chiesa reformanda” di Papa Giovanni è rimasta immobile tenendo in tal modo ancora imprigionato  Gesù. La Chiesa compromette il Vangelo perché fa di Gesù una ‘dottrina cristiana’, cui credere ciecamente, rendendo colpevole l’uomo che non ha fede in essa. La Chiesa rischia di togliere la coscienza e la libertà alle persone in nome di una sua infallibilità nel pretendere di definire la perfezione della vita umana con il ‘Catechismo’ della Chiesa cattolica. Papa Francesco confessa che ‘non è la Chiesa che salva, è Cristo che salva’ ”.

“Penso con angoscia che anche oggi Gesù e Chiesa non possono accordarsi. Gesù ha il Vangelo e perdona, conforta e illumina. La Chiesa ha il Diritto Canonico e il Catechismo e comanda e punisce. Gesù mi dice: ‘Io sono il diacono dell’umanità’ (cf. Lc 22,27)”.

“Non può la Chiesa di Cristo costituirsi come monarchia assoluta e come Stato del Vaticano. Lungo i secoli, infatti, la Chiesa ha smarrito il Vangelo e si è affidata alla Dottrina Cristiana e al Diritto Canonico, che sono opera di uomini, non più di Cristo. Nei nostri tempi di tenebra è indispensabile che Gesù riporti il Vangelo nella sua Chiesa. In questa realtà della vita umana espressamente mortificata occorrono gli Operai del Vangelo, quei testimoni liberi e umili che possono raggiungere le persone dovunque queste si trovino”.

“Nelle encicliche sociali si dichiara che la democrazia è la forma migliore per la conduzione della società umana. Ma nella Chiesa la democrazia è peccato”.

“Nella Chiesa, infatti, il superiore ha ‘la grazia dello Stato’ che richiede solo l’obbedienza ai sudditi. La Chiesa è ancora espressione della classe medio-alta, ben lontana dalle sofferenze delle persone comuni”.

“Nel nostro mondo le disuguaglianze sono sconcertanti e crudeli. Ed è doveroso constatare che una causa principale di esse è il governo della Chiesa cattolica. Ancora oggi la Chiesa ha una visione tolemaica di sé stessa. Si ritiene l’essere assoluto che opera con l’infallibilità di Dio”.

“La disuguaglianza radicale, che la Chiesa mantiene come un dogma di fede, è quella delle donne rispetto agli uomini. E con questo criterio di condotta la Chiesa si rende antievangelica”.

“Io so che in mezzo all’inferno mondano c’è Gesù, l’esemplare dell’umanità genuina, quella che è riempita dell’Amore integrale del Padre-Madre. Perciò tutte le religioni sono vere, anche quella atea, quando portano a comprendere e ad amare l’uomo, storico, senza preferenza di persone: ‘non puoi amare Dio che non vedi, se non ami il fratello che vedi’ (1Gv 4,20) altrimenti le religioni non solo sono ‘l’oppio dei popoli’ ma sono la disgregazione e il fallimento d’umanità: tutte le guerre, infatti, sono guerre di religione. I piccoli, i diaconi, i discepoli, gli operai del Vangelo, seguono Gesù con passione irrefrenabile e mettono in pratica il ‘mio comandamento’ (cf. Gv 15,12), ‘il nuovo comandamento’ (cf. Gv 13,34), ‘l’unico comandamento’ (cf. Gv 15,17) di Gesù: ‘Amatevi gli uni gli altri come Io vi amo’. Gesù conclude assicurando: ‘Io so che il comandamento del Padre è vita eterna’ (Gv 12,50)”.

Si spera che la voce di Mons. Nogaro non rimanga una voce “ clamans in deserto” ma venga ascoltata da quanti hanno responsabilità nella Chiesa che è una comunità fondata su Cristo nella quale tutti sono fratelli e servitori gli uni degli altri.