Qualche settimana fa mi interrogavo se in Italia era ancora possibile porre delle domande. I Paesi dove non si potevano fare domande, erano quelli comunisti come l’Unione Sovietica.
Pertanto anche se non sono un medico e non ho elementi culturali di medicina a sufficienza per comprendere quello che sta accadendo con questo maledetto virus, alcune cose però li capisco anch’io. Anche perché leggo, mi informo e ascolto. Soprattutto non sto comprendendo perché dopo un anno di fallimenti, si continuano a prendere misure restrittive (lockdown) in continuazione. Si auspicava discontinuità rispetto al governo Conte invece ancora si percorre la stessa strada.
Il Comitato tecnico scientifico, che via via ha assunto una sacralità sacerdotale, una sorta di sinedrio incontestabile, da tempo delibera su tutti gli aspetti della nostra vita, e così sembra che anche il governo Draghi si è piegato ai suoi voleri.
La chiusura secondo il Comitato è obbligata perché aumentano i ricoveri negli ospedali e pertanto occorre rimettere in moto la macchina dei lockdown, che per la verità non si è mai arrestata. In questi giorni creano allarme i dati della provincia di Brescia, dove stanno aumentando in maniera esponenziale i pazienti in corsia e in terapia intensiva sta tornando la paura di un’imminente chiusura generalizzata.
«Il problema è capire perché sono aumentati i casi di pazienti che necessitano di cure in ospedale», si chiede Zambrano su Lanuovabq.it, che ha intervistato il dottor Mangiagalli.
Il dottor Mangiagalli, più volte ospite della trasmissione di Mediaset, “Fuori dal coro” condotta da Mario Giordano per spiegare il progetto di cura dei pazienti malati di covid. Il dottore fa parte di un’equipe di medici in prima linea che da mesi cura a casa i malati che hanno primi sintomi di covid. Pare che queste cure siano andate tutte a buon fine, ad oggi con questi dottori e sono tanti, non è morto nessun paziente.
«Non perchè il virus sta intensificando la sua virulenza, siamo solo di fronte al nuovo piccolo epidemico stagionale, nello stesso periodo dello scorso anno, ma per il semplice motivo che i pazienti oggi in corsia sono i malati che non sono stati trattati adeguatamente a casa ieri nei primissimi giorni». (Andrea Zambrano, “Ci risiamo: ricoveri in crescita perché non si cura subito”, 27.2.21, lanuovabq.it)
Questi medici mettono ancora sotto accusa «gli insufficienti protocolli di intervento, a base di solo paracetamolo nei primi giorni di vigile attesa, quelli che dovrebbero essere decisivi per aggredire il virus e che invece trascorrono esattamente come lo scorso anno. Con armi spuntate».
Il dottor Mangiagalli che opera a Pioltello (MI), insieme al suo gruppo, in questa intervista a Lanuovabq.it ribadisce che «I ricoveri sono figli di questo modus operandi. Bisogna intervenire subito e invertire la rotta prima che sia tardi». Sostanzialmente la “vigile attesa” ha causato tanti morti. Invece se si interviene subito con una cura immediata per aggredire il virus, cambia tutto, diversamente l’epidemia ti scappa dalle mani.
Il gruppo di medici ha scritto al viceministro Paolo Sileri, chiedendo di attivare «un protocollo di cura immediato ed efficace, con la vigile attesa a base di paracetamolo facciamo solo danni». Non si comprende il motivo perchè ancora questi medici non hanno ottenuto risposta da parte del ministero.
Il dottore Mangiagalli affronta altre questioni, come quella delle vaccinazioni e delle cosiddette varianti. Puntare tutto sui vaccini, per il dottore, «è come puntare al casinò il 100% sul 2. Se non esce il 2 hai perso tutto e non hai un piano bis».
Allora che cosa bisogna fare? «Da medico che da un anno cura sul territorio dico che bisognava mantenere il controllo dell’epidemia e contemporaneamente andare avanti col vaccino. Così al tavolo manca una gamba e non sta in piedi». Secondo Mangiagalli il covid si combatte su quattro fronti: prevenzione (il distanziamento), le cure, i ricoveri ospedalieri e il vaccino. Se non si investe sulle cure viene meno una gamba e il tavolo non sta in piedi».
Praticamente la storia si ripete, c’è tanta gente che si trova a casa senza risposte e alla fine poi esasperata va in ospedale. «Stiamo andando incontro a un grosso problema di salute pubblica: la gente a casa ormai è ignara di tutto, non chiama nemmeno più il medico perché sa che non ti visiterebbe comunque […] Dire a uno di aspettare e prendere solo il paracetamolo è criminale».
Certo la cura del covid a casa non sarà la panacea di tutti i mali, come non lo sarà probabilmente il vaccino.
DOMENICO BONVEGNA
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