Pesaro – Un progetto che in soli quattro anni ha ispirato alcune città italiane, partendo da Milano, a dedicare alle grandi donne monumenti, intitolazione di vie e luoghi pubblici, apposizione di targhe. All’idea di EveryOne Group aderisce ora l’associazione Pesaro Pensa, che chiede al comune marchigiano di onorare le sue donne dimenticate. Mentre Milano ha in cantiere per questo 2024 le sculture dedicate ad Alda Merini Milano, 1931 – 2009) e Giuseppina Pizzigoni (Milano, 1870 – Saronno, 1947), Pesaro ha già risposto manifestando attenzione verso la proposta di un monumento a Renata Tebaldi.
“L’assessore alla Bellezza Daniele Vimini – spiega Roberto Malini in rappresentanza delle associazioni – ha già dedicato attenzione alla richiesta ed ha assicurato di avere in agenda il progetto per una scultura al grande soprano pesarese. Ma il dialogo con le istituzioni proseguirà anche in futuro, focalizzato su un percorso virtuoso che renda onore alle donne che hanno dato lustro a Pesaro. Non tutte potranno avere un monumento, perché Pesaro ha avuto un numero elevato di figlie illustri. Tuttavia, si potrà ovviare con la toponomastica, l’apposizione di targhe e, se le nostre istituzioni ci ascolteranno, la creazione di un Museo della Donna”. In effetti, lo scorso anno, alcune associazioni avevano chiesto a gran voce di non trasformare in edilizia comune parte del Complesso della Misericordia di via della Vetreria, opera settecentesca di Giannandrea Lazzarini e del suo illustre allievo Tommaso Bicciaglia, ma di farne la sede di un Museo della Donna, unico in Europa, presentando alle istituzioni il progetto durante una serata all’Hotel Alexander.
“Ne abbiamo parlato – prosegue Malini – ottenendo consenso da parte di storici dell’arte, architetti e anche da figure istituzionali. La Soprintendenza, come è giusto, apprezzerebbe una valorizzazione in tal senso della struttura architettonica e della corte alle spalle della splendida chiesa. Tuttavia, ci è stato detto che il Comune ha ormai venduto all’Erap l’intero complesso e che tornare sui propri passi è difficile”. Le associazioni, comunque, non demordono e continuano ad appellarsi all’amministrazione comunale affinché non venga persa per sempre la sede ideale di un Museo della Donna che, accanto alla chiesa restaurata, potrebbe essere accolto negli spazi che ospitarono le orfane di Pesaro, protette in quell’istituto, ma anche soggette a discriminazione e private dei loro diritti fondamentali.
“Le chiamavano ‘zoccolette’ sia perché indossavano zoccoli in legno, sia in senso denigratorio. Erano giovani donne coraggiose, che impersonavano il concetto tanto attuale di resilienza. Sarebbe bello se il loro sacrificio e la loro forza d’animo fossero ricordati il quella sede. E che nello stesso luogo si celebrasse, in forma moderna, la donna, troppo spesso vittima di una cultura repressiva e patriarcale. La grande artista messicana Elina Chauvet – inventrice delle ‘scarpette rosse’, simbolo della lotta per i diritti delle donne e contro il femminicidio – che ho contattato quando ho redatto il progetto del Museo della Donna, si è messa a disposizione. L’idea di un memoriale così importante nel Complesso della Misericordia la entusiasma. Nonostante sia un dialogo complesso e ci sia ancora un muro istituzionale davanti a coloro che sostengono l’iniziativa, continueremo a proporla, augurandoci di non imbatterci, un giorno, nelle ruspe dell’Erap, che metterebbero fine a ogni speranza. Riguardo, poi, alle donne da onorare e ricordare, a Pesaro ce ne sono tante, spesso vittime di un’amnesia istituzionale. Ne cito alcune: Elisabetta Malatesta, Michelina da Pesaro, Renata Tebaldi, Sara Levi Nathan, Annamaria Alberghetti, Vittoria Mosca, Sandra Barba Mondaini, Antonietta Pallerini, Cesira Bacchiani, Wanda Biagini Coen, Liliana Renzi, Maria Luisa Bonelli Righini, Rosina Frulla. Hanno dato tanto alla nostra città, ma noi le abbiamo quasi dimenticate. Rimediamo all’errore”.
Nelle foto, Sara Levi Nathan e Renata Tebaldi