Perché ho ripreso in mano il testo “Servire la Chiesa. Il Venerabile Pio Bruno Lanteri (1759-1830)” scritto dall’Oblato di Maria Vergine, Paolo Calliari. Libro pubblicato nel 1989 dalla gloriosa e ora scomparsa casa editrice Krinon di Caltanissetta.
E’ un testo che ho letto molti anni fa e che ora ho riletto, non perché non avevo più testi da leggere, ma perché studiando diversi “Santi sociali” torinesi ho capito che il venerabile Lanteri è il precursore di tutte quelle belle figure della Chiesa subalpina, che ha iniziato quel “Rosario di santità”, non solo nella città di Torino, ma in tutto il Piemonte.
Ho sentito parlare per la prima volta della straordinaria figura del sacerdote piemontese nei Ritiri di Alleanza Cattolica, quando negli anni ’80 si svolgevano guarda caso proprio nella Casa Collegio dei Padri Oblati di Rho (MI). Sul venerabile Pio Bruno Lanteri, come su altri santi, era sceso il silenzio, una specie di coltre ovattata, aveva scritto lo storico Franco Cardini, recensendo il libro di padre Calliari.
Pio Bruno Lanteri è nato a Cuneo nel 1759 e morto a Pinerolo nel 1830, fondatore di diverse associazioni a partire dalle Amicizie, prima Cristiana e poi Cattolica, fino alla Congregazione degli Oblati di Maria. La Prefazione a questo testo sul Lanteri è stata scritta da Giovanni Cantoni fondatore e guida di Alleanza Cattolica, scomparso nel 2020. Presentare il Lanteri non è un esercizio facile, perchè non si riesce a sapere tutto sul suo operare, proprio perché il nostro è vissuto in un periodo storico che non permette di esporsi facilmente per via dei controlli polizieschi messi in atto dal regime napoleonico anche in Italia, in particolare a Torino.
Tuttavia Cantoni introduce l’opera del Lanteri, inquadrandola nel periodo storico abbastanza burrascoso sia per la Chiesa che per la società. Lanteri é vissuto, scrive Cantoni:“nel periodo di realizzazione della fase politica del processo rivoluzionario in Europa e in Occidente – cioè nel periodo a cavallo della Rivoluzione francese -, di tale processo ha colto le premesse nelle inclinazioni umane post peccatum e nelle ‘ragioni’ escogitate per giustificarle anche all’interno della cultura ecclesiastica, ed é poi stato testimone e attivo protagonista dei tempi che di tali inclinazioni e di tali ragioni hanno visto la materiale e tragica realizzazione”.
Bruno Lanteri secondo Cantoni fu un uomo che riuscì a capire la portata rivoluzionaria dei principi dell’89. “Combatte le conseguenze identificando le cause e portando la scure alla radice: organizza la riforma personale attraverso la pratica degli Esercizi Spirituali di Sant’Ignazio […]”. In questo contesto Cantoni sottolinea l’importanza del carisma del Lanteri che aveva come punti fermi la devozione alla Madonna e l’attenta ubbidienza al Successore di Pietro sulla Cattedra Romana. Un’operosa attività del Lanteri che pone “le premesse per la crescita di un movimento laicale missionario, teso alla riconquista della società […]”. Non tanto per acquisire potere su di essa, ma di raggiungere un certo grado di autorevolezza in essa. Sostanzialmente Cantoni ha preso molto del carisma lanteriano per la sua creatura associativa, Alleanza Cattolica, a cominciare dalla promozione di quell’attività culturale che sono la buona stampa e i buoni libri.
Le opere essenziali a cui fa riferimento padre Calliari per il suo studio sul venerabile Lanteri sono quelli di Pietro Paolo Gastaldi, O.M.V., Amato Pietro Frutaz, Leon Cristiani, Candido Bona, I.M.C. E il Carteggio del Ven. Pio Bruno Lanteri (1759-1830) a cura del P. Paolo Calliari, O.M.V., cinque volumi, Torino, Lanteriana, 1975-1976. Il volume è composto di 179 pagine, suddiviso in 39 brevi capitoli. Si inizia con un elogio della Chiesa (Servire la Chiesa e servirsi della Chiesa). In pratica per Calliari, ogni membro che partecipa alla vita della Chiesa deve osservare verso di lei un costante atteggiamento di servizio. “Servire la Chiesa è un impegno che deriva dall’impegno di servire Cristo. Nessuna espressione di vita religiosa é pensabile senza questa disponibilità totale a una forma di servizio. Colui che vuol essere salvato nella Chiesa deve in essa conservare il posto che gli è stato assegnato”. E ancora il Calliari sottolinea che per questo servizio è essenziale sentire con la Chiesa. Attenzione scrive Calliari, si tratta di “sentire con una Chiesa concreta, reale, visibile, non astratta o fantastica: quindi sentire col Papa, coi vescovi,, coi dicasteri ecclesiastici, coi documenti dottrinali, disciplinari, liturgici, giuridici della Chiesa”. Inoltre sentire significa, “non assistere indifferente, o assente, allo scempio delle cose sacre e alla lotta che gli avversari conducono con tutti i mezzi e con tutte le armi- non esclusi i colpi bassi – contro di lei [la Chiesa] e contro Cristo nella contrapposizione mostruosa del regnum hominis al regno di Dio”.
Paolo Calliari consiglia di fare nel silenzio, nella umile laboriosità, edificare senza mettersi in prima fila o cercare la prima pagina dei giornali. Senza cedere alla facile e frequente tentazione della politica e del populismo. Ancora degli ammonimenti non dissentire, ma servire la Chiesa, invece di servirsi. E’ quello che ha fatto sempre umilmente padre Lanteri.
Il Calliari nei primi capitoli descrive la cornice geografica, dove è nato Lanteri e poi quella familiare, sociale, religiosa, di fondamentale importanza. Non va idealizzato nessun aspetto, bisogna sempre studiare le situazioni reali. Fondamentale è la cornice spirituale. Siamo convinti scrive Calliari che malgrado le tante teorie pedagogiche, “non si dà vera educazione civile senza una completa e profonda educazione religiosa, perché l’individuo è un tutto unico che non si può facilmente dividere[…]”.
Per quanto riguarda la cornice storico-sociale, il Lanteri vive il suo tempo, dove c’è in atto la lotta tra il potere civile e l’autorità religiosa, c’è una congiura in atto, un criminale disegno attraverso la stampa e tutti i poteri per distruggere il “trono e l’altare”. La sua epoca è condizionata certamente dal fatto centrale della Rivoluzione Francese. Il Calliari fa una sintesi descrittiva della cultura che ha scatenato la grande Rivoluzione, l’Illuminismo, l’Enciclopedismo, i filosofi come Voltaire con il loro linguaggio e metodi e poi il Giansenismo che ha fatto tanto male all’interno della Chiesa.
Nella vita del Lanteri ad un certo punto spunta una figura fondamentale per il suo percorso spirituale e sociale. Si tratta dell’amicizia con il padre Nikolaus Albert Joseph von Diessbach (1732-1798) di Berna, convertitosi dal calvinismo e fattosi gesuita. Era un aristocratico, un militare. Fu un grande apostolo in tempi difficilissimi per la Chiesa e per la religione. Calliari si sofferma su questo grande apostolo e precisa che dovunque passò (Svizzera, Francia, Piemonte, Lombardia, Austria) il Diessbach, lasciò visibili tracce del suo spirito organizzativo e della sua profonda spiritualità. Il rammarico è che purtroppo le notizie sono frammentarie, anche perché i tempi erano difficili, ribadisco, la Rivoluzione perseguitava i religiosi e i cristiani, per questo sono stati costretti a mimetizzarsi per non essere scoperti. La personalità del Diessbach è troppo importante per l’influsso che ha avuto sul giovane Lanteri. Infatti le sue opere, le Amicizie, la Congregazione degli Oblati di Maria sono praticamente la continuazione del programma di apostolato del Diessbach. I quattro anni passati insieme a Torino con il padre svizzero sono stati determinanti per il Lanteri, in particolare per quanto riguarda per cinque punti fondamentali del suo programma di apostolato futuro: 1 la spiritualità ignaziana (Esercizi Spirituali) 2 apostolato dei buoni libri, di apologetica cattolica e di ascetica. 3 contro il rigorismo esagerato, una tendenza all’amministrare i sacramenti secondo la dottrina di S. Alfonso de Liguori. 4 Opposizione allergica al Giansenismo. 5 Fedeltà inconcussa e indiscussa alla Chiesa di Roma e attaccamento sincero e devoto al Papa, Vicario di Cristo.
L’apostolato del Diessbach e del Lanteri spesso era condizionato dalla segretezza per sfuggire alla persecuzione dei rivoluzionari come l’associazione Dell’Amicizia Anonima (Aa), nata in Francia e poi diffusasi in Savoia, in Svizzera, in Baviera, in Piemonte. Successivamente fu fondata dal Diessbach, l’Amicizia Cristiana proprio per attuare un vasto programma di formazione e di apostolato attraverso i laici, allora una novità assoluta nella Chiesa. Accanto al padre svizzero troviamo il Lanteri che merita il titolo di pioniere e di precursore delle moderne forme di azione cattolica e di apostolato dei laici. Le attività fondamentali dell’Amicizia sono sempre quelli che già ho esposto in precedenza: diffusione di buoni libri da diffondersi a basso prezzo, con tutti i mezzi tra il popolo e le categorie colte della società. Per contrastare la Rivoluzione con le sue idee sovversive seminate nel popolo attraverso la stampa. “Il male doveva essere combattuto con le stesse armi. Il ben doveva servirsi degli stessi metodi e scendere sullo stesso terreno del male. I cattivi libri avevano causato il disordine e la rivoluzione, i libri buoni saranno strumento di ordine e veicolo di verità”. Altro fondamentale punto di apostolato: Predicazione degli Esercizi spirituali e delle missioni popolari. Promuovere le missioni estere in Paesi infedeli. Direzione spirituale attraverso il ministero della Confessione e la corrispondenza. La pedagogia del Lanteri era fatta di comprensione senza cedimenti, di forza senza severità, di energia unita sempre a una somma paternità. Infine fedeltà alla Chiesa di Roma, al Papa. Questo è il programma “controrivoluzionario” del Lanteri. Insieme all’Amicizia cristiana venne fondato un nuovo istituto segreto, l’Amicizia Sacerdotale. Nel 19° capitolo Calliari si sofferma sulla “novità” della formazione apostolica del laicato cattolico. Era una esigenza che la Chiesa sentiva dopo il Concilio di Trento. Dopo l’Amicizia Cristiana che durò ben trentasette anni, nacque quella Cattolica, non più segreta, più adatta ai tempi e sarà secondo il Lanteri la sintesi di tutte le Amicizie e del programma apostolico del sacerdote piemontese. Qui il Calliari collegati al programma lanteriano nomina alcune figure religiose e laiche di primo piano, i torinesi come il Cafasso, Luigi Guala, il Taparelli d’Azeglio.
Particolare attenzione il libro dedica alla grande battaglia di resistenza di Pio Bruno Lanteri contro Napoleone che voleva a tutti i costi impedire al Papa di fare il Papa. Ecco siamo alla fase degli anni della “spada contro la Croce”. Sono gli anni della prigionia di Pio VII a Savona. Qui entra in gioco il Lanteri, fedele soldato del Papa, che diventa una specie di “Primula rossa” di Pio VII, che cerca in tutti i modi divenire in contatto con il Papa, di aiutarlo a svolgere la sua missione nonostante la dura prigionia. Un capitolo è dedicato alla “catena” dei corrispondenti segreti di Pio VII. Sono anni di pericoli continui di essere arrestati e condannati al carcere duro per anni. Il Lanteri stesso alla fine fu costretto ad andare in esilio, a lasciare Torino e trasferirsi nella villa di campagna alla Grangia di Bardassano. Sconfitto Napoleone tutti ritornarono al loro posto a cominciare dal re Vittorio Emanuele I, il Papa che rientrava trionfalmente a Roma, e il Lanteri nel suo alloggio a Torino.
Gli ultimi capitoli del libro del Calliari si occupano dell’ultima opera del Lanteri, la Congregazione degli Oblati di Maria Vergine.
DOMENICO BONVEGNA
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