Cosa succede quando una donna si mette nei panni di un uomo e immagina il flusso di pensieri che ognuno di noi dentro ha ma che, nell’uomo, spesso stenta a uscire. È quello che ha provato a immaginare la giornalista siciliana Giada Lo Porto nelle pagine del suo secondo romanzo “Portami ancora al mare” edito dalla casa editrice Giulio Perrone-Erudita.
C’è una cosa che si impara quando si ama una persona: il cuore sta nelle piccole cose. Nella colazione che si fa, nelle priorità che uno si dà, o negli spazi che uno sceglie di avere. Perché amare non è solo roba di sesso o di successo ma è condivisione e complicità. La scintilla è solo l’inizio di una storia d’amore: se una passione è sincera, prende il volo. Altrimenti è un continuo vorrei ma non posso. Un po’ quel che accade ad Andrea, giovane medico all’ultimo anno di specializzazione in medicina interna. Ha trent’anni e una carriera spianata, è fidanzato con Irene, la figlia del suo capo, il dottor Martini, il Professore come lo chiamano tutti, un uomo tutto d’un pezzo in cui Andrea ricerca l’approvazione che gli è mancata da ragazzo visto che il padre un giorno, di punto in bianco, ha deciso di abbandonare lui e la madre.
Amore o convenienza? Chi ama veramente lo fa anche in una giornata di vento, schiacciato nel traffico tra motorini e pick up, tra problemi quotidiani e incomprensioni con il capo. Chi desidera di dare tutto alla persona amata dalla sua finestravede sfilare aquiloni, magari un po’ stracciati, improvvisati ma liberi di volare e di far sognare. Non c’è fuga che tenga né calcoli da fare. Andrea fa fatica a riconoscersi tra le pieghe di una storia d’amore.
Accanto a lui per vent’anni c’è sempre stata Annalisa, sono amici da sempre, da quando facevano il bagno nella stessa vasca, sempre insieme, non adesso, non parlano da sette mesi, da quando tra loro è cambiato tutto, il falò sulla spiaggia, una birra grande per due, non si sono fermati. Pensa a lei ma è troppo rischioso mettere a repentaglio il suo futuro per il brivido di una notte, non la cerca neppure adesso che fuori c’è un nemico invisibile che mangia il respiro alle persone. Fino a quando non se la ritrova lì, stesa su un letto d’ospedale, a lottare affinché il suo corpo torni sano.
Portami ancora al mare non è solo una la storia d’amore è anche se non soprattutto il manifesto letterario di una visione (controcorrente) di quel che si dona quando si ama. Non è fantasia, né utopia: solo e unicamente un libro contagioso. In tutta onestà credo che l’unico modo per riflettere su quanto accade attorno a noi sia quello di leggere Giada e le sue trame. Perché anche i protagonisti sono veri come l’autrice.
Il libro sarà presentato sabato 26 settembre alle 22, all’Orto Botanico di Palermo (All’ombra del Ficus), all’interno del Festival Una Marina di libri. Assieme all’autrice Antonio Sunseri di Giulio Perrone Editore-Erudita, Walter Mazzucco, medico e presidente Segretariato italiano giovani medici, Isabella Trapani, editor.
Necessaria la prenotazione sul sito di Una Marina di libri per assistere alla presentazione. Qui sotto il link a cui prenotarsi, bisogna scegliere fascia oraria 22 sabato 26 settembre e prendere il biglietto di ingresso all’orto online.
PRENOTAZIONE: https://ecm.coopculture.it/index.php…
In questa storia c’è un chiosco circondato dagli alberi che se ci giri attorno ti trovi davanti al mare. Allora ti siedi e mangi il gelato più buono di Palermo guardando l’orizzonte. È il luogo preferito dei protagonisti, Andrea e Annalisa, un’amicizia lunga vent’anni, interrotta dal brivido di una notte. Giada Lo Porto dipinge con delicatezza una storia di affetto e lealtà sullo sfondo di un’emergenza mondiale capace di stravolgere la vita di ognuno.