Giornata Internazionale contro la Povertà. Matteo, un bambino di 10 anni, per le strade di Milano ferma i passanti per chiedere un lavoro per sé. Tanta indifferenza, tanto stuporema anche rabbia e incredulità tra la gente. Perché non può essere questa la realtà, che un minorenne debba cercare lavoro per aiutare la propria famiglia in difficoltà.
È questa l’estremizzazione messa in scena con il nuovo esperimento sociale realizzato da Fondazione L’Albero della Vita per promuovere, #iodonofiducia, la campagna di sensibilizzazione sul tema della povertà assoluta in Italia, piaga sociale del nostro Paese degli ultimi anni.1 bambino su 8* in Italia vive in povertà assoluta e per laGiornata Internazionale contro la Povertà, l’Ente che si occupa da 20 anni di mamme e bambini in difficoltà, ha voluto lanciare una nuova provocazione sul web.
Matteo, 10 anni, oggi dovrebbe essere a scuola. Invece, all’insaputa dei genitori, si trova per strada, con un biglietto da visita, il suo, per chiedere ai passanti un aiuto insolito per un minorenne: un lavoro per sé, perché suo padre è da cinque mesi che non lavora e si sta rassegnando a questa situazione. Il tutto succede a Milano, città da sempre simbolo del lavoro e del benessere economico del nostro Paese.
Una situazione agli occhi dei passanti assurda. Ma oggi, i dati sulla povertà in Italia ci rimandano l’immagine di un paese in difficoltà, in particolare per quello che riguarda la prospettiva delle nuove generazioni. In Italia i bambini che si trovano in condizione di povertà assoluta sono 1 milione 208 mila, il 12,1% dei minorenni italiani. Un dato allarmante considerato che nel 2005 l’incidenza era del 3,9%. Il Reddito di Inclusione, con le risorse stanziate attualmente, riesce a raggiungerne solo una parte: il 41%** dei minorenni in povertà assoluta non possono ancora usufruirne.
Oggi i bambini che vivono in una condizione di povertà assoluta vengono spesso spinti a svolgere ruoli da adulti in tenerissima età. Gli effetti, di un’infanzia che passa troppo in fretta, possono essere profondi e duraturi. Vista attraverso la lente dei diritti delle persone in età minore, la povertà infantile è un fenomeno multidimensionale che comprende diverse forme di deprivazione e si traduce nel mancato accesso dei bambini a opportunità importanti per la loro crescita. Un bambino che vive in questa condizione sarà un cittadino tendenzialmente più esposto ai processi di esclusione, in un contesto caratterizzato dalla continua necessità di incrementare il proprio stock di capitale culturale e sociale per entrare e permanere nel mercato del lavoro e per costruire il proprio tessuto di relazioni.
“Anche quest’anno abbiamo deciso di utilizzare lo strumento dell’esperimento sociale per “svegliare le coscienze” sulla gravità del fenomeno che sta attraversando il nostro Paese: nonostante i dati allarmanti sono ancora in molti gli italiani a non aver consapevolezza diquanto sta accadendo” dichiara Ivano Abbruzzi, presidente di Fondazione L’Albero della Vita“E’ ormai fondamentale definire con grande attenzione i bisogni centrali del bambino e soprattutto nuovi approcci della relazione di aiuto in grado di portare realmente un cambiamento nella vita dei bambini e delle loro famiglie. Non agire nel presente” prosegue I.Abbruzzi“pone un’ipoteca grave su quello che sarà il futuro di un’intera generazione. Oggi, adesso, ci stiamo giocando il futuro del Paese.”
È dunque essenziale riconoscere alle persone in età minore i loro diritti (come garantiti dalla Convenzione delle Nazioni Unite sui diritti del fanciullo e della Carta dei diritti fondamentali dell’Unione Europea)e, allo stesso tempo, riconoscere l’importanza del sostegno alle famiglie quali prime responsabili del benessere dei minori.Per Fondazione L’Albero della Vita, qualsiasi intervento per contrastare la povertà, deve porre al centro lariattivazione dei potenziali dei soggetti coinvolti. Questo riguarda le famiglie nel loro complesso: i genitori, nel generare una nuova capacità di produrre reddito e nell’essere protagonisti positivi dell’interruzione generazionale della povertà; i bambini, da coinvolgere in percorsi educativi che puntino a condividere speranze, prospettive, strumenti, motivazioni, a restituire loro il diritto a partecipare al loro futuro e al futuro del contesto che abitano.
Il programma di contrasto alla povertà assolutadi Fondazione L’Albero della Vita, Varcare La Soglia, così come i più recenti approcci del welfare, porta al centro degli interventi la persona, considerata in grado di concorrere all’uscita della propria situazione. Si passa così da una logica in cui le persone sono viste come portatori passivi di bisogni, a una in cui i soggetti in stato di disagio sono dotati di capacità e risorse.
Da qui nasce il nome della campagna #iodonofiduciaperché“uscire dalla povertà” e dal disagio significa ricominciare a nutrire fiducia in sé stessi e nelle proprie capacità: per poter trovare un lavoro dopo averlo perso, per riallacciare i legami familiari deteriorati dallo sconforto e dall’incertezza economica e sociale, per ritrovare speranza e opportunità nel rapporto con “l’altro” e con la collettività. E proprio per questo, “donare fiducia” significa consentire a chi ha perso tutto di riappropriarsi in primo luogo dei propri valori. Significa dare, attraverso un gesto piccolissimo, una spinta decisiva a quella voglia e a quel bisogno di non arrendersi che caratterizzano la maggior parte delle famiglie colpite dalla povertà, soprattutto quando al loro interno ci sono bambini e ragazzi.
La campagna #iodonofiducia è on line dal 17 ottobre e può essere visualizzata su
- Sulla pagina Facebook di Fondazione L’Albero della Vitahttps://www.facebook.com/albero.della.vita.onlus/
- Sul canale YouTubedell’Ente
- https://www.youtube.com/watch?v=4rbS3WGufww&t=16s