Sedici squadre in campo per l’Alleluja finale! Come sempre, con l’arrivo della Quaresima, sboccia di nuovo, all’ombra del Cupolone, la Clericus Cup, il Mondiale calcistico della Chiesa, presentato oggi presso Il Centro sportivo Pio XI, dei Cavalieri di Colombo, promosso dal Centro Sportivo Italiano, e con il patrocinio dell’Ufficio Nazionale del tempo libero, turismo e sport della Cei, del Dicastero per i Laici, la Famiglia e la Vita e del Pontificio Consiglio della Cultura del Vaticano, quest’anno sostenuto dai Cavalieri di Colombo.
L’edizione numero 14 quest’anno ha avuto come rito introduttivo, una Messa comunitaria, aperta a tutte le squadre partecipanti, con molti sacerdoti concelebranti assieme a don Alessio Albertini, assistente ecclesiastico nazionale del Csi che nell’omelia ha parlato di un Gesù provocatore nella nostra vita e di vocazioni all’attività giovanile. “Vorrei che il cammino della Clericus oltre al divertimento calcistico diventi l’occasione per stare più vicini ai giovani”.
La Clericus Cup conferma la novità introdotta nel 2019, quella cioè che vedrà nella prima fase delle competizioni, seminaristi e sacerdoti impegnati in gironi differenti. Un modo per vivere le gare di qualificazione ‘inter pares’, rispettando i distinti percorsi formativi e le tappe intermedie per arrivare ai ministeri: pastorali per i più esperti “don”, accademici per gli studenti che non hanno ancora ricevuto l’ordinazione presbiteriale.
“PRAY AND PLAY”. MISSIONE QUOTIDIANA
È stato don Albertini ad illustrare il tema scelto dal Csi in questa nuova edizione: “Pray and play!” La grandezza dello sport è quella di rischiare. La vita è sempre un rischio. Sta a noi decidere se giocarla fino in fondo confidando in qualcuno che possa accompagnare. Dove c’è un rischio c’è sempre Dio. Questo slogan ci dice: Sappi giocare la tua partita con il meglio di te stesso, mettiti nelle mani di Dio che ti darà la forza per giocare la partita, non ti farà vincere o perdere ma ti darà la forza per giocare”.
“Trovare Dio nelle cose ordinarie e quotidiane della vita è una chiamata importante alla vita cristiana. I sacerdoti, i seminaristi sono in un certo senso guide per aiutare le persone a trovare Dio nella vita di tutti i giorni” traduce così il motto della Clericus 2020 don Raymond Ogboji, vicerettore del Pontificio Collegio Urbano, la squadra del seminario vincente lo scorso anno. Il motto ‘Play and Pray’ è un importante incoraggiamento a pregare e cercare il volto di Dio, anche sul campo da gioco. La nostra identità di sacerdoti e seminaristi deve manifestarsi anche nel gioco. In questo modo e attraverso il calcio promuoviamo l’opera evangelizzatrice di Dio, rendendolo presente nel campo da gioco e nel mondo intero”. Sulle maglie dei 330 atleti del torneo campeggia quest’anno in bella mostra questo invito, inno alla preghiera e al gioco.
QUARESIMA DI GOL, SENZA GLORIA E ALLELUJA. DOPO PASQUA L’ESULTANZA VERSO LE FINALI
È tempo di digiuno, penitenza, non si recita il Gloria e non si canta l’Alleluja. Quella della Clericus Cup anche in questa stagione sarà una speciale Quaresima, vissuta dai preti con gli scarpini sotto la talare tra le consuete Via Crucis del venerdì e gli allenamenti di rifinitura, in vista dei weekend di gioco. Un rosario di partite che ormai, come tradizione, la Clericus Cup disputerà sui campi dei Cavalieri di Colombo, al Centro Sportivo Pio XI, a due passi dal Vaticano (Via di Santa Maria Mediatrice, 22).
Nella sua 14ª edizione, la Clericus Cup vedrà in campo 16 squadre con una formula composta da 4 gironi di 4 squadre. Calcio d’inizio il 7 marzo con le partite dei gironi A e B, quindi a fine marzo le qualificate, con le prime due classificate di ciascun girone che si qualificano per le fasi successive. Sosta obbligata in aprile per le celebrazioni pasquali. Quindi si torna in campo a maggio con i quarti di finale (sabato 9): le semifinali (sabato 23) prima dell’appuntamento clou con le due finali: sabato 30 maggio. La Champions vaticana si assegna nello stesso giorno della “Coppa dalle grandi orecchie” dell’Uefa.
UN MONDO DI NAZIONI IN CAMPO: SOLO 8 ITALIANI, IL MESSICO CON 31 ATLETI È IL PIÙ PRESENTE
Sono 374 i tesserati iscritti, inclusi i dirigenti delle squadre, con passaporto di ben 70 diverse nazionalità, i protagonisti della nuova Clericus Cup. Dei 330 calciatori pronti a scendere in campo il Messico è lo Stato più rappresentato nel torneo, con 31 giocatori, sparsi in 5 squadre, oltre naturalmente alla Nazionale guadalupana del ColMex. La Nigeria con 20 atleti è il secondo Paese più presente nella Clericus. Quindi il Camerun (19), Argentina (18) e con 17 rappresentanti per ciascuna squadra, gli statunitensi, tutti in forza al NAM, gli ucraini del Collegio Ucraino. Seguono Brasile, Spagna, Tanzania e Colombia. Cinque i continenti rappresentati, con giocatori anche di Australia, Cina, Russia, Ruanda, Canada, Egitto, Venezuela, Papua Nuova Guinea e Sud Sudan.
IN UDIENZA DAL PAPA, LA COPPA BENEDETTA
Anche quest’anno rettori e capitani della Clericus Cup vivranno un momento particolarmente importante alla vigilia della finale del torneo. Mercoledì 27 maggio, al termine dell’Udienza generale, il Santo Padre, grande appassionato e tifoso di calcio, saluterà una delegazione di rappresentanti delle 16 formazioni, benedicendo la Coppa ed il pallone della finale, in pieno spirito di fraternità e di comunione, come quello vissuto nella Messa inaugurale che quest’anno ha voluto essere l’antifona di ingresso al campionato di calcio
DEBUTTA IL COLLEGIO ARGENTINO. PORTOGALLO ALLEATO CON IL BRASILE
Sono solamente quattro le squadre che hanno partecipato in ciascuna delle tredici precedenti edizioni della Clericus Cup. Nel club delle fedelissime ci sono North American Martyrs, Collegio Urbano, Mater Ecclesiae e Sedes Sapientiae, unica squadra fra le magnifiche 4 a non aver mai conquistato il titolo, pur sfiorandolo nel giugno scorso, quando fu d’argento della finale. Il Collegio Brasiliano ancora assieme con il Collegio Portoghese nella Alleanza Luso Brasiliana. Fa il suo ritorno il Pontificio Collegio Ucraino, mentre solenne, benedicente e ricca di fraternità si presenta l’Urbi Et Orbi Team, la neonata squadra d’Oltretevere che lega preti vicini a San Pietro e suscita davvero parecchio interesse.