Come ogni anno, il 1° Dicembre ricorre la Giornata Mondiale contro l’AIDS e IVI, leader mondiale nel trattamento dell’infertilità, vuole ricordare quanto sia importante la ricerca scientifica in questo ambito soprattutto grazie all’introduzione di terapie antiretrovirali (Haart), che riducono e bloccano la replicazione virale, migliorando la qualità di vita e prolungando la sopravvivenza delle persone sieropositive. Inoltre, adottando le adeguate misure, il rischio di contagiare il partner o il bebè può essere quasi sempre evitato.
Diversamente dalle altre principali cause di morte come il cancro e le malattie cardiache, l’AIDS colpisce duramente i bambini, i giovani adulti e le donne. La maggior parte delle infezioni da HIV e delle morti dovute all’AIDS avvengono nelle persone al di sotto dei 25 anni. Inoltre, sono più di due milioni i bambini al di sotto dei 15 anni infettati dal virus HIV-1, e oggi le donne rappresentano la metà dei casi di HIV nel mondo. In Italia i numeri oggi sono ancora allarmanti: ogni anno sono 4.000 le nuove diagnosi di infezione da HIV, con un incremento registrato negli ultimi due anni di nuove infezioni nella fascia d’età tra i 25 e i 29 anni. Circa il 40% dei casi di HIV è diagnosticato in modo tardivo, mantenendo alta la circolazione del virus nella popolazione generale, e a questo va aggiunto un 30% stimato di persone che inconsapevolmente continuano a favorire la trasmissione del virus*.
“Grazie al miglioramento nello sviluppo dei trattamenti antiretrovirali e delle tecniche di riproduzione assistita – dichiara Daniela Galliano, Direttrice del Centro IVI di ROMA – le coppie siero discordanti in cui l’uomo è stato infettato dall’HIV, possono realizzare il sogno di generare figli in modo sicuro, sia per la coppia che per la loro prole. Il lavaggio dello sperma, ad esempio, confermato da tecniche di biologia molecolare ad alta sensibilità e seguito da un trattamento di riproduzione assistita come l’iniezione intra citoplasmatica (ICSI), costituisce il protocollo ottimale per ridurre il rischio di trasmissione del virus”. Nel caso in cui sia la donna la portatrice del virus, il trattamento della riproduzione assistita non differisce molto da quello applicato nel caso di una donna senza virus. In questi casi è essenziale un rigido controllo immunologico della paziente e che il trattamento venga eseguito quando la carica virale è molto bassa o non rilevabile. Inoltre, è necessario prestare particolare attenzione all’infezione nel terzo trimestre di gravidanza e durante il parto.
Nelle persone malate di Aids le difese immunitarie dell’organismo sono fortemente indebolite a causa di un virus denominato HIV (Human Immunodeficiency Virus) e non sono più in grado di contrastare l’insorgenza di infezioni e malattie, più o meno gravi, causate da altri virus, batteri o funghi. Questo è il motivo per cui l’organismo di una persona contagiata non riesce a curare malattie e infezioni che, in condizioni normali, potrebbero essere facilmente guarite.