La morte tragica del tredicenne studente di Palermo ci pone di fronte all’ennesimo evento di discriminazione e violenza in Italia che avviene su base omolesbobitransfobica: lo dichiara Gabriele Piazzoni, segretario generale di Arcigay. Che prosegue: “Già nel 2009, le ricerche condotte dall’Unione europea ci dicevano che in Italia il 73% delle persone lgbti+ riporta di aver subito discriminazioni che rientrano nella categoria “ingiurie o insulti”.
A scuola, in particolare, il linguaggio d’odio è mirato a colpire singoli e gruppi specifici che vengono scelti sulla base della provenienza, della religione, del genere, dell’orientamento sessuale. Linguaggio che affonda le radici nel sessismo, nel patriarcato e nelle culture prevalenti che esercitano il proprio potere a discapito di altre. L’intento che ne scaturisce è quello di deumanizzare e dare una rappresentazione di disuguaglianza e sottomissione.”.
“Due anni dopo l’affossamento del ddl Zan-, prosegue Marta Rohani, responsabile scuola nella segreteria nazionale dell’associazione – il governo continua a rifiutare l’inserimento dell’educazione alla sessualità e all’affettività nei Piani dell’Offerta Formativa di ogni scuola di ordine e grado sul territorio. Attualmente abbiamo solo interventi a spot, del tutto insufficienti e distribuiti a macchia di leopardo sul territorio nazionale. Riteniamo sia importante riflettere su quanto oggi la scuola sia uno spazio sicuro per tutt*, student* e personale scolastico, Per questo abbiamo elaborato “Chi sono io? Come sopravvivere alle domande delle nuove generazioni”, manuale che cerca di fornire strumenti a insegnanti e famiglie su come rispondere alle domande che le nuove generazioni possono porre sui temi dell’identità di genere e dell’orientamento sessuale. La pubblicazione è scaricabile gratuitamente sul sito di Arcigay, nella sezione Scuola”, conclude.