Se lo scorso anno sfilare sul Red Carpet della Mostra del Cinema di Venezia con due protesi era sembrato a Giusy Versace un azzardo, quest’anno al contrario la campionessa paralimpica ha voluto dimostrare con grande disinvoltura ed eleganza che, anche con due gambe finte, una donna può essere femminile.
Ho chiesto all’amico Oscar Scirè di realizzarmi un abito corto nero e oro con la stessa stoffa Versace con la quale ho decorato le protesi e poi, a differenza dello scorso anno, non ho voluto indossare protesi con piede sportivo, ma calzare gambe con un nuovo piede per il tacco alto che io stessa ho testato con la Ossur un anno fa. Certamente il décolleté, realizzato su misura per me da Ninalilou, mi ha permesso di sentirmi più stabile e sicura ad ogni passo. Completa il mio look una pochette in raso e seta nera di Punto 47, realizzata dall’amico esperto di moda Antonio Sotgiu, con materiali di riciclo dell’alta moda. Spero di aver dimostrato che, anche con le protesi, una donna può essere elegante.
Al suo fianco, sul tappeto rosso, le amiche e compagne di questa nuova avventura Jo Squillo e Francesca Carollo con le quali Giusy ha collaborato nella realizzazione di Donne in Prigione, il docufilm realizzato interamente all’interno della Sezione Femminile del Carcere di San Vittore di Milano, presentato presso lo spazio della Regione Veneto dell’Hotel Excelsior lo scorso 29 agosto. Alla proiezione, tra gli altri, erano presenti il Ministro ai Beni Culturali Alberto Bonisoli, tre delle detenute protagoniste del docufilm in permesso speciale e la vice capo dipartimento della Polizia Penitenziaria, la dottoressa Lina Di Domenico che ha da subito fortemente appoggiato questo progetto. La stessa presentazione è stata poi replicata, con forte emozione, presso la “Lounge Pegaso” davanti ad un attento e commosso pubblico formato dalle finaliste di Miss Italia.
Ogni anno veniamo alla Mostra del Cinema di Venezia per cercare accendere i riflettori sui progetti sociali legati al mondo delle donne racconta la Versace e questa volta siamo entrate allinterno del carcere di San Vittore per raccogliere la forte testimonianza di chi sta dietro le sbarre e di chi cerca di aiutare queste donne a ricostruirsi una vita e unidentità. La cosa interessante del progetto è che le detenute sono state loro stesse registe del documentario: le abbiamo istruite su come usare le telecamere e da sole hanno voluto dare interpretazione al proprio dolore. Questo è solo l’inizio di un progetto che intendiamo ingrandire e diffondere non solo su canali televisivi ma anche e soprattutto nelle scuole e nelle scuole e nelle altre Case Circondariali. Per tutte noi oggi è stata unoccasione molto importante e ringraziamo la Regione Veneto per lo spazio che ci ha messo a disposizione e il supporto che dimostra ogni anno ai nostri progetti.
Ieri mattina Giusy invece è stata ospite dello spazio Pegaso Lounge dell’Hotel Excelsior, dove assieme alla quattro volte campionessa olimpica Valentina Vezzali e al giornalista e scrittore Claudio Arrigoni ha incontrato gli studenti dell’Università Telematica Pegaso, in occasione di un incontro nel quale la Versace ha parlato del suo ultimo libro WonderGiusy e dialogato assieme alla Vezzali e ad Arrigoni sugli innumerevoli valori dello sport. Divertente è stato ascoltare il dietro le quinte della partecipazione delle due atlete alla trasmissione televisiva Ballando con le Stelle. Se per la Vezzali è stata la conferma che il ballo è uno sport a lei non congeniale, poiché il ritmo della stoccata ha poco a che vedere con quello della danza, per la Versace è stata invece una rivelazione: In una gara dove le gambe sono protagoniste, io pensavo di venir eliminata alla prima puntata e invece ho scoperto di essere portata per il ballo e, a gran sorpresa, ho vinto l’edizione del 2014.