Dopo aver appreso del respingimento di massa cui sono stati sottoposti 108 migranti soccorsi nel Mediterraneo e quindi accolti a bordo della nave italiana “Asso 28”, EveryOne Group ha trasmesso un appello urgente al Commissario europeo per i diritti umani, all’Alto Commissario delle Nazioni Unite per i Rifugiati, alla Corte europea dei diritti umani.
Nell’appello i co-presidenti dell’organizzazione umanitaria esprimono la loro preoccupazione per una gravissima violazione del diritto internazionale. “Ricordiamo che i diritti di chi è costretto a migrare – spiega EveryOne nell’appello – sono riconosciuti dalla Convenzione sullo statuto dei rifugiati, firmata a Ginevra nel 1951.
Il diritto a migrare è stato riconosciuto dalla Dichiarazione Universale dei Diritti Umani del 1948 agli articoli 13 e 14. Il Patto internazionale relativo ai diritti civili e politici, stipulato a New York nel 1966, riconosce a ‘ogni persona il diritto di lasciare qualsiasi Paese, incluso il proprio’ e il diritto di ‘spostarsi all’interno del territorio di uno Stato’.
In particolare, l’art. 33 della Convenzione di Ginevra stabilisce che a un rifugiato non può essere impedito l’ingresso sul territorio né può essere deportato, espulso o trasferito verso territori in cui la sua vita o la sua libertà sarebbero minacciate.
La corte europea dei diritti umani ha sentenziato che il diritto al non-refoulement va applicato sempre nei confronti del migrante, al di là del fatto che abbia richiesto od ottenuto lo status di rifugiato”.
L’appello di EveryOne Group chiede alle istituzioni menzionate di intervenire: a) per ricondurre all’interno dell’Unione europea i 108 profughi, garantendo loro protezione internazionale; b) utilizzando gli strumenti giuridici internazionali per punire i responsabili del refoulement; e c) fare in modo che non avvengano mai più respingimenti di massa.