Gli assessori alle Pari opportunità dei Comuni di Verona e Padova Jacopo Buffolo e Margherita Colonnello hanno scritto una lettera all’assessora regionale alle Pari opportunità Elena Donazzan in riferimento a quanto è successo nell’ultimo Consiglio regionale in cui la maggioranza ha bocciato due mozioni per dare sostegno alle manifestazioni del Pride e per aderire alla rete Ready, una rete nazionale di enti comunali e regionali contro le discriminazioni e per l’inclusione della comunità LGBTQI+, di cui Padova e Verona fanno già parte.
Gentile assessora alle Pari Opportunità della Regione Veneto,
le scriviamo come assessore e assessora alle Pari Opportunità dei comuni capoluogo di Verona e Padova in merito a quanto avvenuto nel corso della seduta del Consiglio Regionale del 10 gennaio appena trascorso, quando la maggioranza ha ritenuto di bocciare due mozioni relative all’opportunità per la Regione di dare il proprio sostegno alle manifestazioni del Pride e di aderire alla rete Ready.
La bocciatura è avvenuta nell’ambito di una discussione caratterizzata da toni e contenuti del tutto inadeguati a una sede istituzionale, durante la quale alcuni consiglieri di maggioranza hanno tacciato le proposte come vere e proprie oscenità e hanno schernito a più riprese i Pride e la comunità Lgbtqi+.
Assessora, desideriamo rivolgerci a lei perché confidiamo che, in quanto rappresentante delle istituzioni regionali, possa nutrire altre considerazioni relativamente alle due proposte respinte dal Consiglio regionale. Si tratta,noi crediamo, di due opportunità oggi ritenute importanti da moltissime persone nella nostra Regione, soprattutto dai più giovani. Sia Verona che Padova aderiscono convintamente alla rete Ready, una rete nazionale che vede protagonisti enti comunali e regionali nell’idea di scambiare buone pratiche locali in merito alle politiche di lotta alle discriminazioni delle persone LGBTQI+. La partecipazione non comporta nessun onere per gli enti locali aderenti: solo la volontà di contribuire al dibattito nazionale su questi temi, accogliere le proposte innovative che provengono dai territori e generare opportunità di attrarre risorse.
Proprio perché sono ormai più di 270 le amministrazioni che fanno parte della rete Ready, crediamo che la discussione meriti di essere trattata con quella serietà e quel rispetto proprio delle istituzioni.
Il cammino per una società pienamente inclusiva nel nostro Paese è ancora lungo: pensiamo alle vittime di discriminazione, alle difficoltà per accedere alle cure, agli ostacoli culturali nel mondo del lavoro.
C’è tanta strada da percorrere, ma il percorso si abbrevia se ciascuno fa la sua parte. Come Comuni, enti locali prossimi alle cittadine e cittadini, sentiamo di dover fare la nostra. Perché dunque non diminuire le discriminazioni,ponendoci al loro fianco? Siamo convinti che far parte della rete Ready sia un tassello dello sviluppo equo delle nostre città, utile non solo alle persone LGBTQI+, ma a tutta la comunità. Perché un territorio dove tutti stanno bene è un territorio in grado di valorizzare il suo capitale umano e con maggiore capacità attrattiva.
Quest’estate, siamo stati confortati in questo senso dalle parole del Presidente della Giunta Regionale Luca Zaia. Anche per lui, l’unica vera “patologia” è l’omofobia.
Per questo le chiediamo, in qualità di referente politico della Regione per i temi delle Pari Opportunità, di proporre al Consiglio di tornare sul tema, se necessario allungando i tempi di discussione, e riprendere in considerazione l’opportunità di aderire alla rete Ready con l’obiettivo di raggiungere il naturale rispetto dei diritti di chiunque. Insieme, lo crediamo fermamente, sapremo cambiare in meglio la nostra Regione.