LETTERA APERTA DELLA COMUNITA CUBANA RESIDENTE IN ITALIA…
Siamo un gruppo di cubani residenti in Italia, amanti della libertà, che supportano il Movimento San Isidro e la relativa causa. Siamo stati chiamati a reagire dalla vergogna che ci provoca il governo del nostro paese, con la sua prepotenza, la sua incapacità, l’assenza di comprensione dei cambiamenti che l’attualità impone, con il suo ignorare le grida del popolo.
Vogliamo attraverso questa nuova manifestazione, convocata per il giorno 5 dicembre 2020 (dalle ore 09:30 alle ore 12:30, in Piazza di Santa Prisca a Roma), da un lato far sentire al popolo cubano nell’isola che non è solo, dall’altro informare responsabilmente il popolo italiano sulle recenti e immorali violazioni dei diritti umani e civili ad opera del governo cubano nell’isola.
Poiché la storia delle violazioni dei diritti umani e civili nel nostro paese è tanto estesa, in questa occasione ci riferiremo specificamente a uno dei fatti accaduti negli ultimi giorni.
Lo scorso 9 di novembre è stato trattenuto e arrestato all’Avana, il cantante rap di denuncia e membro del Movimento San Isidro, Denis Solís. Il giovane attivista, è attualmente detenuto nella prigione Valle Grande, dopo essere stato sottoposto a giudizio sommario (solo 48 ore dopo) e condannato a otto mesi di detenzione per il presunto crimine di “oltraggio” all’autorità, senza possibilità di giusto appello.
Le violazioni evidenti del diritto ad equo processo hanno portato un gruppo di giornalisti, artisti indipendenti e altri membri del Movimento San Isidro a manifestare chiedendo la liberazione di Solís. Le risposte del regime a queste manifestazioni pacifiche sono state attacchi violenti, repressione e arresti.
15 di questi giovani, successivamente riunitisi nella sede del Movimento (oramai sottoposta a vigilanza continua da parte della polizia), sono stati vittime di ulteriori violenze e atti di ripudio. A causa delle violenze subite ingiustamente e al fatto di vedersi impossibilitati ad uscire per procurarsi i necessari alimenti, e vistosi bloccato l’accesso da parte di familiari o amici alla sede del Movimento, 9 degli stessi attivisti hanno dato inizio ad uno sciopero della fame come atto ultimo di manifestazione pacifica. Infine, nella notte del 26 novembre le autorità governative, una volta interrotti i servizi di telecomunicazione e dati, per evitare la diffusione di informazioni, e con il pretesto di una presunta violazione delle normative per il contenimento della pandemia dovuta alla diffusione del Covid-19 hanno fatto irruzione nella sede del Movimento e impedito forzatamente la prosecuzione dello sciopero indetto.
Non era il primo sciopero della fame che abbiamo avuto a Cuba, però questa volta non è stato possibile occultarlo, è stato invece possibile scatenare un’ondata di solidarietà da parte della società civile ed è stato un evento catalizzatore di manifestazioni senza precedenti nella Cuba Castrista. Il giorno seguente (27 novembre) un numeroso gruppo di intellettuali e artisti cubani si sono riuniti presso il Ministero della Cultura per affrontare le autorità e pretendere, per la prima volta in forma coordinata e coesa, diritti basici e fondamentali quali: l’attuazione del doveroso ed equo processo a Denis Solís, la cessazione delle repressioni, della censura e delle diffamazioni nei confronti degli artisti dissidenti, o più semplicemente, il diritto alla libertà di espressione, creazione e dissenso per il popolo di Cuba.
Senza dubbio, e come c’era da aspettarsi, i dittatori hanno disatteso le aspettative e in meno di 24 ore avevano già violato gli accordi pattuiti.
A pochi giorni da questi fatti, noi come tantissimi cubani in tutto il mondo, ci sentiamo obbligati alla mobilitazione, non solo per sostenere il Movimento San Isidro ma ancor di più per rendere visibile ed evidente il problema di fondo: la DITTATURA.
Siamo consapevoli che non sarà una battaglia facile smascherare definitivamente la tirannia cubana, la situazione politica che tutti “conoscono” ma che troppo spesso viene taciuta, tollerata e con la quale nella gran parte dei casi si cade nel compromesso. Sappiamo che esistono meccanismi decennali che impediscono alle persone di difendersi e di agire liberamente, che ci sono interessi economici rilevanti, molta corruzione e la tolleranza nei confronti di una propaganda politica efficace da parte del dittatoriale governo castrista, anche e soprattutto nel nostro territorio. Ma siamo altresì convinti che saranno molti coloro che si uniranno alle nostre voci nella protesta, un coro pacifico di voci risolute che non pretendono nulla più della essenziale libertà.
A nome di tutti i manifestanti, il nostro più profondo ringraziamento a tutti gli individui, gruppi, istituzioni o iniziative che operano o si pronuncino a favore di una immediata fine della attuale dittatura e a favore dell’instaurarsi di uno Stato di Diritto a Cuba.
A tutti coloro che vorranno aggiungersi al nostro gruppo e aderire alle nostre richieste, sappiate che già ci stiamo preparando ad un prossimo evento di protesta, per il 10 dicembre 2020, giornata nella quale il mondo celebrerà l’anniversario della promulgazione della Dichiarazione Universale dei Diritti Umani.
Saremo nuovamente in piazza, davanti al Parlamento Italiano, staremo nuovamente insieme chiedendo il rispetto dei trattati internazionali sottoscritti, e gridando a gran voce, ancora una volta: Basta alla dittatura Castrista! Mai più repressioni! Rispetto dei diritti umani!
Pace, giustizia e libertà per il popolo di Cuba!
VIVA CUBA LIBRE!