In Sicilia sono 11mila le persone affette da Sclerosi Multipla (SM), malattia neurodegenerativa che colpisce il sistema nervoso centrale, a cui si aggiungono 300 nuovi casi l’anno.
Sebbene esistano varie forme di malattia, la pratica clinica ha evidenziato come iniziare la terapia il più precocemente possibile porti a un rallentamento della progressione della disabilità, ricordando che ogni individuo richiede un programma di cura personalizzato.
A tal fine – sensibilizzare le istituzioni verso un trattamento precoce ed efficace della Sclerosi Multipla – Motore Sanità, da sempre in prima linea sui temi legati alla salute mettendo i bisogni del paziente al centro, ha organizzato un nuovo appuntamento regionale dal titolo ‘Focus Sicilia: #MULTIPLAYER – La Sclerosi Multipla si combatte in squadra’. Tante prestigiose autorità scientifiche sono intervenute sul tema.
“In questo periodo di pandemia tutto è stato stravolto e quindi l’assistenza per le patologie no Covid ha subito delle influenze negative”, ha chiosato Luigi Aprea, Direttore Sanitario di Presidio AOU Policlinico Paolo Giaccone, Palermo. “In primissima battuta i neurologi hanno dovuto fare assistenza ai pazienti Covid, e questo ha comportato una riconversione di reparti, che hanno un’altra mission, per affrontare questo tsunami che ha travolto la sanità. Le lezioni che possiamo trarre da questa esperienza sono quelle di aver maggiormente sviluppato e applicato la telemedicina. Insieme all’attività di distribuzione dei farmaci con la consegna a domicilio e nelle strutture di prossimità, evitando l’accesso dei pazienti nelle strutture ospedaliere con i loro accompagnatori. L’ospedale è stata una struttura resiliente e ora ha un’opportunità di ripesa con nuove modalità. Tante patologie croniche si possono avvalere di queste piattaforme accessibili a una pluralità di specialisti che hanno in cura i pazienti. La nostra Regione sta facendo passi avanti per quanto riguarda il fascicolo sanitario elettronico. Questa patologia cronica e invalidante ha inoltre necessità di due tipi di integrazioni: tra l’attività ospedaliera e quella del territorio (questo tipo di patologie devono essere spostate sul territorio, possibilmente a domicilio) e tra i due silos, che sono il silos della sanità e il silos del sociale. Purtroppo nella nostra Regione questi ultimi due si interfacciano poco perché, a fronte di 17 aziende sanitarie, abbiamo diverse centinaia di comuni, ognuno dei quali è titolare dell’intervento sociale e molte volte questa integrazione manca. L’assistenza come dicevo non deve solo essere sociale, ma integrata, sociosanitaria. Nella nostra Regione la separazione tra aziende ospedaliere e aziende territoriali è un ostacolo e anche per questo il PDTA (Percorsi Diagnostico Terapeutici Assistenziali) per la SM – sappiamo che la Regione Sicilia è stata una delle prima a elaborarlo – andrebbe rivisto e aggiornato”.
D’accordo su quest’ultimo punto anche Sebastiano Bucello, Dirigente Medico UOSD Responsabile Centro Sclerosi Multipla Presidio Ospedaliero Muscatello Augusta, Siracusa: “Credo che uno dei punti essenziali del PDTA sia partire dal sistemare il Centro Sclerosi Multipla, luogo che deve coordinare tutto il percorso del paziente con SM”.