XVI Rapporto di Cittadinanzattiva sulla sicurezza delle scuole: Italia a tre velocità, il Sud investe poco e resta indietro su certificazioni.
Un crollo ogni 4 giorni di scuola, record degli ultimi 5 anni.
Online sul nostro sito i dati analitici su 6.556 edifici.
Un crollo ogni quattro giorni di scuola, tre scuole su quattro senza agibilità statica, solo una su venti in grado di resistere ad un terremoto. Crescono gli investimenti per la manutenzione ad opera degli enti proprietari, Comuni e Province: si parla in media di 50mila euro ad edificio per interventi di manutenzione ordinaria e di 228mila euro per quelli straordinari, ma il divario fra le varie realtà regionali è notevole.
In generale, emerge una Italia a tre velocità, sia sulla manutenzione che sull’adempimento delle norme e delle certificazioni richieste dalla legge: ad investire di più sulla manutenzione ordinaria è la Lombardia (in media quasi 119mila euro), meno la Puglia (non si arriva ai 3mila euro); la verifica di vulnerabilità sismica è stata effettuata solo nel 2% delle scuole calabresi e nel 59% di quelle umbre, il certificato di prevenzione incendi è presente nel 69% degli istituti del Trentino Alto Adige e solo nel 6% di quelli laziali.
Questi alcuni dei dati che emergono dal XVI Rapporto sulla sicurezza delle scuole, presentato oggi a Roma da Cittadinanzattiva. Il Rapporto fa il punto sulla sicurezza delle scuole italiane, attraverso i dati ricavati da tre tipologie prevalenti di fonti: ufficiali e/o istituzionali, ad esempio del Miur, del Governo, dell’Inail e, per quanto riguarda gli episodi di crolli nelle scuole, le rassegne stampe locali e nazionali; una attività di monitoraggio civico all’interno di edifici scolastici di Molise, Abruzzo, Calabria e Sicilia che ci ha permesso di portare alla luce alcuni casi emblematici di scuole insicure; un report scaturito dall’invio, da parte di Cittadinanzattiva, di istanze di accesso civico a 7.252 Comuni, Province e Città metropolitane, relative a 6.556 edifici scolastici di 20 Regioni, per fornire un quadro più aggiornato rispetto alla sicurezza sismica e avere informazioni dettagliate ed aggiornate rispetto alle certificazioni e agli investimenti degli Enti locali sulle indagini sui solai e per sapere quali e quanti interventi manutentivi realizzati.
“La nostra indagine dimostra quanto sia ancora molto, troppo, difficile per i cittadini e le associazioni/comitati ottenere informazioni certe sullo stato degli edifici frequentati dai propri figli. Eppure la trasparenza dei dati è un diritto che va assolutamente garantito.
Che l’edilizia scolastica sia una priorità viene dichiarato a gran voce da tutti, enti locali ed istituzioni nazionali, ma nei fatti vanificato dalle pastoie burocratiche che allungano enormemente i passaggi nell’approvazione prima e nella realizzazione degli interventi e dei nuovi edifici poi; dalla lentezza ingiustificata della ricostruzione delle scuole, e non solo, nelle 4 regioni colpite dal sisma del Centro Italia. Che dire poi del destino delle 51 scuole innovative, di cui tanto ci sarebbe bisogno, bloccate da errori concorsuali? I fondi sono indispensabili per sopperire ai ritardi del passato. 15-20 miliardi di euro in almeno 10 anni, secondo una nostra stima. Ma altrettanto importante è individuare gli edifici sui quali intervenire prioritariamente. In attesa della Nuova Anagrafe, questa indagine civica può rappresentare un utile strumento per individuarne alcuni”.
Italia a tre velocità sugli adempimenti per la sicurezza strutturale
Solo un quarto delle scuole ha l’agibilità/abitabilità, poco più della metà (53%) il collaudo, un terzo è in possesso della certificazione di prevenzione incendi, poco più (36%) di quella igienico-sanitaria. Anche se gli edifici costruiti prima del 1971 non avevano l’obbligo della certificazione di agibilità né del collaudo statico, certo è che anche per questi urge conoscere le loro condizioni strutturali.
In generale emergono notevoli disomogeneità tra le varie aree del Paese in merito a questi adempimenti: il Sud arranca, poiché solo il 17% delle scuole ha il certificato di prevenzione incendi, il 15% quella igienico-sanitaria, il 15% quello di agibilità, il 18% il collaudo statico; un po’ meglio al Centro, dove il 19% ha il certificato di prevenzione incendi, il 18% quella igienico-sanitaria, il 22% quella di agibilità e il 21% il collaudo statico; decisamente più positivi i dati al Nord, con il 64% delle scuole in possesso del certificato di prevenzione incendi, il 67% quello di agibilità igienico-sanitario, il 63% ha l’agibilità e il 61% ha effettuato il collaudo statico.
A livello regionale, in grave ritardo il Lazio (9% delle scuole in possesso dell’agibilità/abitabilità, il 6% della prevenzione incendi), la Campania (11% con agibilità/abitabilità, 17% prevenzione incendi) e la Calabria (12% con agibilità/abitabilità, nessuna in regola con prevenzione incendi).
Manutenzione ordinaria e straordinaria: si investe di più ma con grandi differenze regionali
Sul campione di scuole esaminate, sono stati realizzati nel 27% dei casi interventi di manutenzione ordinaria e nel 19% di manutenzione straordinaria. Gli enti locali sono intervenuti tempestivamente, in media, nell’86% dei casi, sulla base delle richieste avanzate dai Dirigenti scolastici per la manutenzione ordinaria e nel 49% per quella straordinaria.
A livello di risorse investite, si parla in media di oltre 50 mila euro per gli interventi di manutenzione ordinaria e di oltre 228mila euro per quelli straordinari, con grandi differenze regionali: nel primo caso, ad investire di più è la Lombardia (quasi 119mila euro), meno la Puglia (2.943 euro) e la Calabria (2.440 euro); nel secondo caso ad investire di più è stato l’Abruzzo (1 milione e 316mila euro), meno il Trentino Alto Adige (31.687 euro).
50 crolli nelle scuole nell’a.s. 2017-2018, record degli ultimi 5 anni
Ben cinquanta gli episodi di crolli e di distacchi di intonaco registrati da Cittadinanzattiva, tramite la stampa locale, tra settembre 2017 e settembre 2018. Parliamo di più di un episodio ogni 4 giorni di scuola. Ad essere interessate in particolare scuole della Campania (8 casi), del Lazio (7) e della Lombardia (6). Tali casi hanno provocato il ferimento, per fortuna lieve, di 10 bambini e bambine, di 2 docenti e di 1 addetta alle pulizie.
Questi si aggiungono ai 156 censiti nei precedenti anni scolastici (36 nel 2013/14, 45 nel 2014/15, 31 nel 2015/16, 44 nel 2016/17), per un totale di 206 episodi in cinque anni.