Bologna – Si è chiusa ieri a Bologna l’ottava edizione del Festival della Partecipazione, promosso e organizzato da ActionAid e Cittadinanzattiva, con la collaborazione di Caritas Italiana e Fondazione per l’Innovazione Urbana e con il patrocinio della Regione Emilia-Romagna e del Comune di Bologna, che da venerdì 22 a domenica 24 settembre ha animato i luoghi più simbolici della città.
Laboratori, talk, presentazioni, incontri, hackaton, eventi hanno coinvolto 65 panelist, 157 tra associazioni, reti e movimenti da tutta Italia e circa 1500 partecipanti in presenza, 35 enti locali: numeri raddoppiati rispetto allo scorso anno, a testimonianza della sempre più alta risonanza che il Festival sta assumendo a livello nazionale. Partecipare significa aver cura del bene comune, contrastare le disuguaglianze, migliorare la qualità della vita di tutti: per farlo bisogna mettere in atto azioni concrete ma anche incontrarsi, riconoscersi e confrontarsi. Le Istituzioni locali e le associazioni del territorio come Labsus, Percorsi di Secondo Welfare, l’Associazione Italiana per la Partecipazione Pubblica, la campagna Dati Bene Comune, l’Osservatorio civico PNRR, quest’ultimo nato nell’ambito del programma Follow the Money all’interno dell’edizione 2020 del Festival della Partecipazione, hanno portato competenza valore e professionalità, contribuendo in maniera cruciale nella riuscita dell’evento.
Teatro della manifestazione la città di Bologna, da sempre in prima linea nella promozione del valore della partecipazione, nonostante a livello nazionale si riscontri una generale diminuzione e forza degli spazi e degli istituti di democrazia partecipativa.
Il Festival della Partecipazione ha offerto uno spazio inclusivo e aperto in cui i cittadini e le cittadine, gli attivisti e le attiviste, le associazioni della società civile, insieme a istituzioni di profilo nazionale e internazionale si sono confrontati liberamente e democraticamente sul tema della partecipazione civica e deliberativa, nelle sue tante complesse sfaccettature e hanno costruito insieme il palinsesto dei contenuti. La società civile vuole fortemente partecipare alle scelte politiche che riguardano il futuro del Paese e soprattutto i giovani e le giovani vogliono riprendersi gli spazi per farsi sentire e per poter esprimere le loro proposte di cambiamento.
E proprio loro sono stati i protagonisti del Festival, con 9 eventi ideati, promossi e co organizzati con gruppi e reti giovanili, che hanno richiesto con fervore un maggiore coinvolgimento nello spazio pubblico, nelle decisioni cruciali legate soprattutto al clima e alla giustizia sociale, nello stilare la lista dei bisogni e delle sfide prioritarie per il nostro Paese. Sono le nuove generazioni che dovrebbero avere in mano le chiavi del cambiamento che la società civile richiede con forza.
Al Festival della Partecipazione si è parlato anche di diritto all’abitare e amministrazione condivisa dei beni comuni, di monitoraggio civico dei fondi PNRR e coinvolgimento della società civile nella sua implementazione. E, ancora, di partecipazione civica nell’emergenza post catastrofe, di empowerment femminile, di sicurezza nelle scuole, welfare di comunità, twin transition, assemblee civiche e strumenti innovativi di democrazia partecipativa.