Nell’ambito della sessantaduesima edizione del Festival dei Due Mondi, giovedì 27 giugno 2019, dalle ore 9:30, si tengono a Spoleto nella sede della locale Sezione dell’Archivio di Stato (Largo Ermini) l’inaugurazione di una mostra, la presentazione di un volume ed una conferenza sul tema: “Spoleto 1960. Il terzo Festival dei Due Mondi”. L’iniziativa, promossa dalla Sezione dell’Archivio di Stato di Spoleto, si svolge in collaborazione con l’Ordine dei Giornalisti dell’Umbria e con il patrocinio del Comune di Spoleto, della Fondazione Festival dei Due Mondi, della RAI Umbria e dell’Associazione Amici di Spoleto.
Alla conferenza porteranno i saluti istituzionali Luigi Rambotti, direttore dell’Archivio di Stato di Perugia, Umberto De Augustinis sindaco di Spoleto e presidente della Fondazione Festival dei Due Mondi e Giorgio Ferrara, direttore artistico del Festival dei Due Mondi. Inoltre, interverranno Roberto Conticelli, presidente dell’Ordine dei Giornalisti dell’Umbria, Andrea Jengo, responsabile delle sedi Rai della Toscana e dell’Umbria, e gli autori del volume “Spoleto 1960, il terzo Festival dei Due Mondi. Tra innovazione e tradizione”, Paolo Bianchi, Antonella Cristina Manni,Moreno Cerquetelli e Marco Rambaldi.
In continuità con la pubblicazione dei volumi dedicati ai primi due anni della manifestazione, pubblicati nel 2017 e nel 2018 in occasione delle sessantesima e sessantunesima edizioni del Festival dei Due Mondi e con le mostre dedicate ai primi anni del Festival, la Sezione dell’Archivio di Stato di Spoleto conferma infatti l’interesse a proseguire la ricerca sulle origini della manifestazione che ha segnato la storia della città e la vita culturale italiana.
Il volume “Spoleto 1960, il terzo Festival dei Due Mondi. Tra innovazione e tradizione”, pubblicato grazie al contributo di Fondazione “Francesca, Valentina e Luigi Antonini” e con il sostegno di Fondazione Cassa di Risparmio di Spoleto, si avvale di una prefazione di Camillo Corsetti Antonini, presidente della Fondazione “Francesca, Valentina e Luigi Antonini”, della presentazione di Luigi Rambotti, direttore dell’Archivio di Stato di Perugia, e si articola in quattro capitoli:Festival dei Due Mondi 1960. Protagonisti e spettacoli di Moreno Cerquetelli; Spoleto 1960 sul New York Times e ulteriori riflessi sulla stampa estera di Marco Rambaldi; Spoleto 1960, la città e il Festival di Antonella Cristina Manni; Il Festival del 1960 nei documenti della Sezione di Archivio di Stato di Spoleto di Paolo Bianchi. Il lavoro ha potuto contare sulla fondamentale collaborazione degli operatori della Sezione dell’Archivio di Stato di Spoleto e dell’Archivio Storico Diocesano di Spoleto. La conferenza, che vede l’intervento degli autori del volume con una ricca selezione di documenti, immagini, articoli di carta stampata e servizi televisivi, ha come titolo “Nelle pagine della cultura. Il Festival dei Due Mondi e il mondo dell’informazione”.
La mostra “Spoleto 1960, il terzo Festival dei Due Mondi”, a cura della Sezione dell’Archivio di Stato di Spoleto, presenta al pubblico locandine, fotografie dell’epoca e documenti d’archivio, sarà visitabile fino al 30 settembre 2019.
La partecipazione alla conferenza, nel corso della quale verrà distribuito il volume, consente l’acquisizione di crediti formativi per gli iscritti all’Ordine dei Giornalisti.
“Agli inizi degli anni ’60 – scrivevano Giovanni Toscano e Sandro Morichelli – il Festival era già una realtà consolidata. Non che mancassero le difficoltà, soprattutto quelle economiche, ma si manifestava la volontà comune di andare avanti. In Consiglio comunale una sera si chiusero idealmente le porte: da qui non si esce, sino a che non si trovano i soldi per il Festival. Spoleto stava diventando un importante punto di riferimento per la cultura italiana ed internazionale e non si poteva tornare indietro”.
Al terzo Festival dei Due Mondi, il più lungo nella storia della manifestazione (8 giugno – 10 luglio 1960), il concerto finale in Piazza del Duomo, sarà tra quegli spettacoli che per la prima volta la Rai deciderà di trasmettere in diretta, insieme all’opera “Il Principe di Homburg” di Hans Werner Henze dal Teatro Nuovo, Scelti dalla stessa Rai, per riprese televisive registrate, anche l’opera inaugurale “La Bohème”, trasmessa “sul programma nazionale alle ore 21.05 del 9 giugno” ed i “concerti da camera dati al Caio Melisso”, detti anche concerti-aperitivo e poi “Concerti di Mezzogiorno”, considerati l’innovazione principale di quell’anno. Per adeguare la propria immagine e i servizi, la città si impegna con tutte le sue forze e per realizzare la terza edizione del Festival, il Consiglio comunale di Spoleto delibera all’unanimità un contributo di 2.000.000 di Lire. Allo stesso modo il ruolo della locale Azienda Autonoma di Cura, Soggiorno e Turismo si configura in questa fase decisivo ed è ampiamente riconosciuto dalla stampa locale. Con gli spoletini residenti a Roma si affronta poi, per la prima volta, l’opportunità di istituire una associazione di “Amici del Festival” che verrà in seguito denominata “Amici di Spoleto”.
In occasione della sessantaduesima edizione del Festival dei Due Mondi, proseguendo un progetto avviato tre anni fa, attraverso una conferenza, un libro, una mostra, si ripercorrono momenti straordinari di storia della città per rileggere le origini della manifestazione, comprenderne l’eredità nel presente, tracciare scenari futuri.
L’evento dà la possibilità di acquisire 4 crediti formativi per gli iscritti all’Ordine dei Giornalisti.