Tempi migliori arriveranno e ci ricorderemo di questa prova

di ANDREA FILLORAMO

La vita era davvero insopportabile solo che alla gente era stato insegnato a fingere che non lo fosse. Ogni tanto c’era un suicida o qualcuno entrava in manicomio, ma per la maggior parte le masse continuavano a vivere fingendo che tutto fosse normalmente piacevole” (Charles Bukowski, poeta e scrittore tedesco 1920- 1994)

Ecco il quadro di un’apparente e finta normalità, con la quale abbiamo convissuto fino ad alcuni mesi fa, quando un virus, venendo dalla lontana Cina, ha percorso rapidamente tutti i continenti ed è arrivato fino a noi, portando sofferenza, miseria e morte e costringendoci a pensare che il paradigma del nostro vivere che pensavamo fosse l’unico possibile, perché caratterizzato da una decantata e ingannevole libertà, diventava totalmente inapplicabile.

Prima non pensavamo che la libertà, spesso celebrata nei nostri discorsi, in tanti manuali filosofici e teologici, intesa come libero arbitrio, si spingesse molto spesso fino a trasformarsi in servitù. Non riflettevamo, infatti, che la libertà e la soggettività vengono modellate attraverso norme, abitudini, procedure, non dipendenti da noi e che diventano tali da “normalizzare” il comportamento individuale. A nessuno, poi, veniva in mente che un misterioso piccolissimo corpo, come quello di un virus, potesse obbligarci a ripensare e rimodellare la nostra vita e la nostra quotidianità secondo schemi diversi, ai quali non eravamo preparati.

Difficile immaginare quale sarà la nostra normalità, una volta che il virus sarà sconfitto. Difficile immaginare, perciò, anche quale sarà la nostra vita futura. Sappiamo soltanto che dobbiamo ricominciare a percorrere un itinerario sociale e psicologico pieno di ostacoli, avendo fiducia in noi, nelle nostre capacità di adattamento a situazione di disagio sociale ed economico.

Un ruolo importante l’avrà la Chiesa di Papa Francesco, che dice: “Tempi migliori arriveranno, e ci ricorderemo di questa prova. La creatività del cristiano deve manifestarsi nell’aprire orizzonti nuovi, nell’aprire finestre, nell’aprire trascendenza verso Dio e verso gli uomini (…). Abbiate cura di voi per un futuro che verrà. E quando questo futuro verrà, vi farà bene ricordare ciò che è accaduto (…). Avere cura dell’ora, ma per il domani. Tutto questo con creatività. Una creatività semplice, che tutti i giorni inventa qualcosa. In famiglia non è difficile scoprirla. Ma non bisogna fuggire, cercare evasioni alienanti, che in questo momento non sono utili”.