Si rinnova l’appuntamento, con la direzione artistica di Roberto Zorn Bonaventura e la collaborazione di Giuseppe Giamboi, nello spazio interno del settecentesco Palazzo Calapaj – D’Alcontres (accanto al Duomo). Per cinque lunedì saranno in scena, tra gli altri, Gaspare Balsamo, Turi Zinna e Nella Tirante.
Il successo dell’anno scorso è stato strepitoso, tanto da costringere gli organizzatori ad approntare repliche supplementari. Torna con questo attestato di qualità, rilasciato dal pubblico, “Il Cortile – Teatro Festival” che quest’anno si presenta con un cartellone più ampio.
Cinque spettacoli, tutti di lunedì, di cui quattro in prima a Messina. Importanti nomi siciliani, che hanno acquisito una notorietà importante in tutta Italia quali, per esempio, Gaspare Balsamo (già protagonista un anno fa), Turi Zinna e Nella Tirante.
“Il Cortile – Teatro Festival” è organizzato dall’associazione “Il Castello di Sancio Panza”, con la direzione artistica di Roberto Zorn Bonaventura e la collaborazione di Giuseppe Giamboi. Prende il nome dal suo insolito palcoscenico, allestitonel suggestivo spazio interno del settecentesco Palazzo Calapaj – D’Alcontres, in strada San Giacomo, accanto al Duomo.
Si comincerà il 16 luglio con uno spettacolo molto atteso: “Di Concetta e le sue donne”, tratto dal romanzo di Maria Attanasio, che evoca la storia vera di Concetta La Ferla e della sua lotta militante per l’emancipazione delle donne siciliane. Regia di NicoleugeniaPrezzavento, in scena ci saranno Rita Salonia e Nicoletta Fiorina.
Il 23 luglio tornerà Gaspare Balsamo, autore, interprete e regista di “Camurria”. Lo spettacolo nasce dall’idea affascinante che dietro il mondo dei Pupi e delle Marionette ci siano le storie delle persone e delle loro famiglie, le vite dei pupari e dei cuntisti.
Il 30 luglio sarà la volta di “Fidelity Card”, premio Teatri del Sacro 2017, scritto e interpretato da Nella Tirante, insieme con Gianmarco Arcadipane. Regia di Roberto Zorn Bonaventura. Una riflessione sulla disabilità, o meglio “specialità”, sulla fede. sull’accettazione e sul rapporto madre-figlio.
Il 6 agosto sarà in scena una novità assoluta: “Lo scoglio del Mannaro”, di e con Simone Corso. Al centro lo “scontro” tra un giovane scrittore incompreso e una realtà improbabile, proveniente dal passato.
Infine, il 13 agosto chiusura con uno degli spettacoli più attesi: “Il muro –cronachettadrammatronica di una civile apartheid”, di e con Turi Zinna, regia di Federico Magnano San Lio. Sarà un oratorio techno, un incontro tra beat elettronici e prosodia, liberamente adattato dal racconto di Salvatore Zinna “Una storia per errore”, pubblicato nella raccolta “Catania sotterranea”.
A fine rappresentazione il pubblico, intrattenendosi con gli artisti, potrà godere ancora di più del “cortile”, gustando i prodotti del ristorante ‘A Cucchiara di Giuseppe Giamboi.
Ma anche quest’anno non è stato facile allestire il festival, sempre senza né collaborazioni né fondi né pubblici. «Abbiamo deciso di non fermarci – dice Roberto Zorn Bonaventura -, di darci speranza. Quella di continuare a vivere di teatro, di proporlo alla città, nonostante le istituzioni non mettano la cultura fra le priorità per il cittadino, anzi per l’uomo.
La speranza è quella che vedrete negli spettacoli e nelle compagnie in scena. Storie vere di caparbietà e di lotta per ottenere i propri diritti, per superare i limiti imposti dalla società, per riconoscere e non ripetere gli sbagli che la storia ci insegna, per andare avanti, per andare oltre. Sì, noi, a questo andare avanti, ci crediamo».