Il convegno “Prospettive futuroReni”, promosso dall’ordinario di Nefrologia dell’Università di Messina Domenico Santoro, vedrà coinvolti un centinaio di specialisti e illustri ospiti francesi e americani …
MESSINA (26 apr) – Le nuove frontiere in nefrologia con le novità sul trapianto di reni, le diverse opzioni dialitiche e sempre più “a misura” del paziente, i problemi delle malattie renali nella donne e durante la gravidanza: sono alcuni degli argomenti oggetto di approfondimento in occasione del congresso “Prospettive FUTUroREni: la nefrologia siciliana incontra gli esperti e parla del futuro”, promosso da Domenico Santoro, ordinario di Nefrologia dell’Università di Messina. L’appuntamento, venerdì 29 e sabato 30 aprile all’Hotel Villa Diodoro di Taormina, coinvolgerà circa 150 specialisti siciliani con alcuni illustri nefrologi di respiro internazionale: Pierre Ronco, editor in chief of Kidney International (Paris & Le Mans, France), Giorgina B. Piccoli, editor in chief of Journal of Nephrology (Le Mans -France) e Vesna Garovic, editor in chief di Hypertension in Pregnancy, Mayo Clinic (Rochester, USA).
“L’assise sarà un prezioso confronto tra nefrologi universitari e ospedalieri – spiega Santoro – con la partecipazione della Scuole di specializzazione di Nefrologia siciliane e sarà arricchito dalla presenza di ospiti internazionali, editors particolarmente autorevoli delle più prestigiose riviste mondiali di settore; una sessione infatti sarà dedicata ai processi di peer-review. I giovani allievi della Scuola di Nefrologia dell’Università di Messina avranno anche la possibilità di presentare dei casi particolarmente complessi. L’evento sarà un’occasione utile soprattutto per le nuove generazioni per entrare in contatto con esperti di fama e conoscere le varie realtà nefrologiche della nostra Regione e per discutere temi specifici garantendo un efficace confronto e aggiornamento professionale per quanto concerne le nuove frontiere della cura e gestione delle patologie renali con lo scopo comune di migliorare le prestazioni sanitarie e dunque la qualità della vita ai pazienti nefropatici”.