Tumore del seno, in Veneto lo screening raggiunge 195mila donne e le nuove terapie aumentano la sopravvivenza

Il tumore al seno è il tumore più frequente nel sesso femminile. In Veneto l’incidenza di questa malattia è di 5.172 nuovi casi l’anno e ci sono oltre 73.000 donne che vivono dopo la diagnosi di tumore al seno. I tumori HER2-positivi rappresentano circa il 15-20% di tutti i tumori al seno.

Si stima che circa il 5% delle pazienti con tumore al seno HER2-positivo abbia metastasi alla diagnosi, e tra le donne con malattia diagnosticata in stadio iniziale cica il 10% possa sviluppare metastasi nei 5 anni successivi alla diagnosi. Oggi sono a disposizione tecnologia e opzioni terapeutiche all’avanguardia che rispondono alle diverse necessità di cura e migliorano l’aspettativa e la qualità di vita delle pazienti, ma l’oncologia veneta deve fare i conti con alcune criticità. È quanto emerge dall’evento “TUMORE DELLA MAMMELLA: ANALISI DELLO SCENARIO ATTUALE E PROSPETTIVE FUTURE NELLA GOVERNANCE. FOCUS ON VENETO” organizzato da Motore Sanità, presso il VIMM, Istituto Veneto di Medicina Molecolare di Padova.

OTTIMI RISULTATI GRAZIE A PREVENZIONE E PERCORSI DI CURA INTEGRATI

“Una grande opera di prevenzione a monte, seguita da un percorso di cura per i casi positivi interamente integrato, che in Veneto si realizza attraverso l’attività delle Breast Unit presenti in pressoché tutta la rete ospedaliera, nell’ambito delle quali la paziente viene presa in carico da un’equipe multidisciplinare fino all’auspicata guarigione che, oggi, in Veneto, si attesta tra il 95 e il 100%. Siamo orgogliosi di questo primato, frutto di una precisa organizzazione che abbiamo individuato e applicato credendoci fin dal primo minuto” ha spiegato Manuela Lanzarin, Assessore alla Sanità e al Sociale, Regione del Veneto. “La sanità veneta è leader nazionale sul fronte dello screening contro il tumore alla mammella. Con un’estensione degli inviti pari al 91% contro l’84% in Italia, e un’adesione delle donne invitate del 78,6% rispetto al 59,6% nazionale, il sistema veneto di prevenzione ha sottoposto a screening in un anno 194.973 donne, con 10.346 approfondimenti resisi necessari, che hanno portato a 1.076 diagnosi. Ma non basta, perché dal 2018 e fino al 2025 è in atto una specifica prevenzione per le donne tra 45 e 49 anni. Si chiama Risk-Based Breast Screening in young woman: taylored imaging protocols, RIBB, il progetto pilota nell’ambito del quale le donne in questa fascia d’età vengono inserite nel programma di screening mammografico personalizzato nato dalla sinergia tra la Regione del Veneto, lo IOV ed Azienda Zero”.

LE NUOVE TERAPIE AUMENTANO LA SOPRAVVIVENZA E MIGLIORANO LA QUALITA’ DI VITA

Lo scenario terapeutico del carcinoma mammario è in continua evoluzione – spiega Valentina Guarneri, Professore Ordinario, Direttore della Scuola di Specializzazione in Oncologia Medica dell’Università di Padova -. Negli ultimi anni si è assistito a un progressivo aumento della sopravvivenza globale dei pazienti con malattia metastatica, a testimonianza dell’efficacia delle nuove strategie terapeutiche. La sfida è quella di adattare gli algoritmi terapeutici in modo da ottimizzare le sequenze di trattamento. Le disponibilità di nuovi farmaci comportano spesso la necessità di confrontarsi con nuovi profili di tollerabilità, che impongono un adattamento dei percorsi per fare fronte alle nuove esigenze dei pazienti. In particolare, in riferimento alla malattia HEr2 positiva, il nuovo ADC trastuzumab-deruxtecan si è imposto come nuovo standard di trattamento di seconda linea. Nell’ambito dello studio Destiny Breast 03, la sopravvivenza libera da progressione di malattia è stata infatti di 25 mesi nelle pazienti trattate con trastuzumab-deruxtecan verso 7.2 mesi osservati nelle pazienti trattate con T-DM1. Si è inoltre osservato un aumento della sopravvivenza globale. È importante ricordare che questi farmaci possono causare polmonite interstiziale, per cui diventa fondamentale la corretta selezione dei pazienti e un monitoraggio dei possibili sintomi, onde evitare la comparsa di tossicità di grado severo“.

AIOM: GARANTIRE A CIASCUNA PAZIENTE L’ACCESSO ALLA MIGLIORE CURA DISPONIBILE

Oggi per il tumore al seno HER2-positivo esistono farmaci in grado di aumentare le guarigioni di malattia in fase iniziale e di aumentare l’aspettativa di vita delle pazienti con malattia metastatica, con la possibilità di ottenere una “cronicizzazione” della malattia. In questo scenario è importante garantire a ciascuna paziente l’accesso alla migliore cura disponibile, in Veneto e su tutto il territorio nazionale spiega Alessandro Inno, oncologo medico presso IRCCS Ospedale Sacro Cuore di Negrar di Valpolicella (VR) e Segretario Regionale AIOM Veneto -. A questo proposito è importante il ruolo che svolge AIOM Associazione Italiana di Oncologia Medica, come società scientifica, non solo nel promuovere l’aggiornamento degli operatori sanitari sulle innovazioni terapeutiche in oncologia, ma soprattutto nel produrre linee guida aggiornate sul trattamento del tumore al seno. Tali linee guida hanno lo scopo di migliorare e standardizzare la pratica clinica, e di fornire agli stakeholders raccomandazioni basate sull’evidenza, garantendo l’appropriatezza prescrittiva. Le linee guida AIOM sono prodotte con estremo rigore metodologico e sono state recepite dal Sistema nazionale delle linee guida dell’Istituto Superiore di Sanità”.

CIPOMO INVESTE SU PROGETTI DI UMANIZZAZIONE DELLE CURE

Molti di questi trattamenti possono garantire una buona qualità di vita alle nostre pazienti” ci tiene a sottolineare Giuseppe Aprile, Direttore Dipartimento Oncologia Clinica e Direttore SOC Oncologia all’ospedale San Bortolo, Azienda ULSS 8 Berica e Revisore dei conti in CIPOMO nazionale. “L’obiettivo in pazienti che non possono essere guarite, oltre ad estendere la durata della vita è anche mantenere una buona qualità della vita. Su questo CIPOMO si sta spendendo molto con progetti nazionali che riguardano l’umanizzazione delle cure e il rendere più tollerabili i trattamenti che hanno un profilo vantaggioso rispetto alle chemioterapie tradizionali”.

Sul tema dell’oncologia di territorio il dottor Aprile aggiunge: “CIPOMO sta molto lavorando anche su questo fronte, anche in accordo al DM77, che investe molto sui nuovi modelli standard per lo sviluppo dell’assistenza territoriale all’interno del nostro servizio sanitario nazionale, credo che l’oncologia abbracci questa nuova necessità sia con una rete di discussione multidisciplinare dei casi sia con la telemedicina. Credo inoltre che le nuove tecnologie permettano di offrire nuove terapie che rispondono ai bisogni di salute delle donne con carcinoma mammario”.

NODI DA SCIOGLIERE: LUNGHI TEMPI D’ATTESA, SCARSITA’ DI MEDICI, DISPERSIONE DEI TRATTAMENTI

Se siamo di fronte ad una rivoluzione terapeutica in atto, l’oncologia veneta però fa i conti con alcune criticità: i lunghi tempi di attesa, personale medico che scarseggia e dispersione dei trattamenti nella sanità pubblica, come evidenzia Guido Papaccio, Direttore UO Chirurgia Senologica – Breast Unit, ULSS 3 Serenissima. “I diversi percorsi di cura diventano sempre più complessi per questo devono essere comunque chiari e celeri – interviene Papaccio -. Se i programmi di screening la Regione Veneto si sta impegnando ad implementare coinvolgendo anche le donne dai 45 anni in avanti, i tempi attuali per una paziente che fa indagine ed approfondimento sono ancora abbastanza lunghi. Serve intervenire. È necessario inoltre aumentare le competenze dei radiologi perché c’è un incremento importante di richieste di esami di approfondimento inutili e costosi. Sarebbe utile, come succede nella nostra azienda, che tutti coloro che fanno le mammografie rispondano secondo criteri internazionali e tutti gli approfondimenti vengano centralizzati all’interno delle strutture ospedaliere dedicate” conclude il professore Papaccio.

ACCESSO AI FARMACI INNOVATIVI, IL RUOLO DELLA FARMACIA OSPEDALIERA

La farmacia ospedaliera è uno degli attori principali del percorso di accesso ai farmaci innovativi e contribuisce alla programmazione (attività di horizon scanning) e al monitoraggio delle nuove terapie (reportistiche periodiche). “Le opportunità terapeutiche per il tumore al seno metastatico che sono state approvate (setting metastatico) recentemente, e che verranno approvate nei prossimi mesi (setting neoadiuvante/adiuvante), hanno il potenziale per modificare in modo sostanziale la pratica clinica e la qualità di vita delle pazienti – spiega Alberto Russi, Dirigente Farmacista UOC Farmacia IRCCS Istituto Oncologico Veneto -. Dal punto di vista della farmacia ospedaliera una delle sfide principali è riuscire a garantire nel più breve tempo possibile l’accesso ai farmaci innovativi cercando di conciliare le necessità cliniche e gli aspetti amministrativi. Il modello attuale per assicurare la sostenibilità del sistema sanitario prevede il rispetto anche a livello locale di limiti di spesa stabiliti a livello nazionale e regionale. L’accesso alle nuove terapie che verranno approvate e che contribuiranno a cronicizzare le fasi metastatiche dovrà essere garantito proprio tramite la governance di questo processo”.