“Saranno sicuramente – ha detto – cinque anni di intenso lavoro, sulla linea di quanto fatto finora”. Il presidente nazionale dell’Unione italiana ciechi e ipovedenti Barbuto, “Le risorse di grande valore della Sicilia, dalla Stamperia Braille al Polo Tattile Multimediale, dall’Helen Keller agli Istituti, siano patrimonio non solo italiano ma dei Paesi dell’Europa e del Mediterraneo”
Un lungo e caloroso applauso ha sottolineato la conferma, all’unanimità, di Gaetano Minincleri a presidente regionale dell’Unione italiana dei ciechi e degli ipovedenti.
“Sono veramente felice – ha detto Minincleri – per esser stato rieletto presidente del Consiglio regionale siciliano e aver ricevuto dall’Assemblea questo secondo mandato. Saranno sicuramente cinque anni di intenso lavoro, sulla linea di quanto fatto finora”.
“È chiaro – ha aggiunto – che i punti qualificanti della nostra battaglia rimangono l’integrazione scolastica e la lotta per il lavoro per i disabili della vista. Vogliamo soprattutto riaffermare quella che è l’integrazione sociale dei non vedenti e di quegli ipovedenti che diventano sempre di più”.
I diciannove consiglieri regionali su ventuno presenti nell’auditorium del Polo Tattile Multimediale di Catania nel corso dell’assemblea presieduta dal consigliere anziano Enzo Gueli e con segretario Giorgio Silvestro, hanno poi votato la Direzione regionale, eleggendo Francesca Olivieri, Rosa Lattuga, lo stesso Enzo Gueli e Salvatore Imbrogio Ponaro.
Presente alle operazioni di voto anche il presidente nazionale dell’Uici, il catanese Mario Barbuto, il quale ha sottolineato come la Sicilia “è una delle regioni più importanti per la nostra Associazione”.
“Questo perché – ha spiegato – assomma e gestisce risorse di primo livello e di grande valore per ciechi e ipovedenti non solo siciliani. Pensiamo alla Stamperia Braille e al Polo Tattile Multimediale di Catania, al Centro Helen Keller con i cani guida e il Polo dell’Autonomia di Messina, ai due istituti per ciechi di Palermo e Catania”.
“Auspichiamo – ha detto ancora – che dalla Sicilia, con il sostegno che Presidente e Direzione riceveranno dalla Presidenza nazionale, parta un’opera di riconfigurazione di queste strutture e istituzioni in modo che tutte insieme possano lavorare sinergicamente. E non solo per la Sicilia e per l’Italia, ma guardando anche alla quarta sponda del Mediterraneo, cioè quella africana, e a Paesi come Spagna, Grecia, Francia, Portogallo e nazioni del centro Europa”.