Farmaci immunosoppressori e biologici caso per caso vanno ridotti o ritardati nel caso di psoriasi, orticaria cronica, vitiligine, dermatite atopica. Rischi? Un’eventuale perdita di efficacia della somministrazione anti – covid …
Niente paura per chi soffre di gravi malattie della pelle e desidera vaccinarsi: “Chi è in cura con farmaci immunosoppressori perché soffre di patologie come psoriasi, orticaria cronica, vitiligine, dermatite atopica, che richiedono spesso immunosoppressori o terapie biologiche come cortisonici, inibitori della calcineurina, anti-proliferativi e anticorpi monoclonali, può serenamente ricevere le dosi anti – covid”. Lo afferma lo specialista in Dermatologia e Venereologia Andrea Ingegneri, che opera da anni tra Pisa e Messina, e dall’inizio della campagna vaccinale, nello scorso gennaio, ha seguito numerosi pazienti siciliani, calabresi e toscani con diverse malattie, accomunati dal timore di aderire alla campagna vaccinale nazionale. “È necessario analizzare ogni caso specifico – evidenza il medico – chiaramente vengono indicati quali farmaci immunosoppressori possono essere assunti durante la vaccinazione e quali devono essere ridotti di dosaggio: alcuni, ad esempio, vanno somministrati con un certo ritardo rispetto alla dose vaccinale (sia prima che seconda che eventuale terza): è il caso degli anticorpi monoclonali anti-CD20 (Rituximab). Per altri farmaci, come gli inibitori delle JAK chinasi o Abatacept, la decisione dev’essere demandata allo specialista per ogni singolo paziente”. Ciascun farmaco immunosoppressore infatti può causare differenti effetti collaterali e, soprattutto, può esporre il paziente a varie infezioni dal momento che abbassa in maniera significativa le difese dell’organismo. Per ciò che concerne la terapia biologica, invece, le attuali ricerche non rilevano particolari controindicazioni dei vaccini disponibili. D’altronde nessuno di questi viene ricavato da virus vivi attenuati: questi ovviamente sarebbero controindicati; mentre per quelli autorizzati In Italia, cioè vaccini a mRNA (Pfizer e Moderna) e con adenovirus incapace di replicarsi (Astrazeneca e Johnson&Johnson), il problema non si pone. “Non è possibile escludere che i farmaci biologici o i farmaci sistemici convenzionali – prosegue Ingegneri – possano ridurre la risposta immunitaria al vaccino e quindi la sua efficacia”. Ad ogni modo i vaccini sono la migliore e unica arma a disposizione per prevenire l’infezione da covid, dunque vaccinarsi è fondamentale”. La Società Italiana di Dermatologia e Malattie Sessualmente Trasmesse raccomanda le vaccinazioni tranne che nei casi in cui siano presenti controindicazioni importanti come allergia agli elementi che costituiscono il vaccino. Per i pazienti con acne che eseguono isotretinoina, derivato della vitamina A, non c’è interazione tra il farmaco e il vaccino, quindi non è necessario neppure sospendere la terapia.
Oltre a questi aspetti che riguardano la scelta se fare o meno il vaccino in presenza di importanti patologie della pelle, il vaccino anti-covid può comportare, in talune occasioni, la comparsa di reazioni cutanee tra cui rossore e rigonfiamento di una particolare area del corpo. “Nella maggior parte dei casi la zona a gonfiarsi è il sito in cui è stata effettuata l’iniezione – spiega Ingegneri – sono state attestate numerose reazioni allergiche al glicole polietilenico, un eccipiente presente nei vaccini, nei soggetti già allergici a prodotti e farmaci contenenti questo polimero. Il vaccino Moderna ha attirato l’attenzione di studiosi e di ricercatori per via delle particolari reazioni cutanee che si sono verificate dopo la sua iniezione in alcuni pazienti. Secondo il sommario della FDA sul vaccino Moderna tre pazienti di uno studio clinico hanno riportato reazioni al filler dermico, trattamento di medicina estetica, dopo la vaccinazione: due pazienti hanno segnalato gonfiore facciale mentre il terzo paziente ha segnalato soltanto gonfiore delle labbra (a seguito di filler labbra). Pfizer e gli altri disponibili non hanno causato reazioni simili a quelle appena descritte nello svolgimento dello studio. Le reazioni di filler dermici sono rare e possono presentarsi immediatamente o con un certo ritardo. Le reazioni di ipersensibilità immediata (che avvengono entro pochi minuti dall’iniezione) si verificano tramite il rilascio di istamina e si manifestano sotto forma di orticaria, angioedema o anafilassi. In altri casi, invece, le reazioni possono verificarsi anche settimane o mesi dopo con gonfiore o eritema nel sito di riempimento o con formazione di granulomi, ecco perché secondo le ultime linee guida è sconsigliato effettuare trattamenti con acido ialuronico per 1 mese dall’ultima dose di vaccino.