UN PERCORSO ARTISTICO PER RACCONTARE IL CONFINO DI 45 OMOSESSUALI CATANESI NEL 1939 IL 12 LUGLIO A CEFALU’ UNA PIECE TEATRALE, UNA MOSTRA FOTOGRAFICA E DI DISEGNI…
“Vite al confino” è un percorso artistico per raccontare il confino di 45 omosessuali catanesi nel 1939. Il 12 Giugno a Cefalù presso il Museo Mandralisca alle ore 18 l’inaugurazione dell’installazione di video e disegni dell’artista Pupi Fuschi; alle 19 presso il cortile interno del ristorante Galleria caffè letterario, la piece teatrale dell’attore Vincenzo Crivello accompagnato dai pupi della memoria di Angelo Sicilia e Giuseppe Quolantoni. Visibile al pubblico, sempre presso lo spazio esterno della ristorante Galleria caffè letterario, la mostra fotografica “L’isola degli arrusi, 1939” di Luana Rigolli.
L’ingresso è gratuito.
Nei primi due mesi del 1939 quarantacinque omosessuali di Catania e di alcuni paesi della sua provincia furono arrestati e mandati al confino sull’isola di san Domino, nelle Tremiti. In tutta Italia sotto il Fascismo furono arrestati e mandati al confino centinaia di uomini la cui unica colpa era quella di essere omosessuale. Tra tutte le province italiane, Catania spiccò per la quantità di arresti: il Questore della città, tale Alfonso Molina, si mostrò molto scrupoloso e ligio nella sua “caccia” agli omosessuali.
L’attore Vincenzo Crivello nel 2000 scopre questa storia e durante il giorno della memoria il 27 gennaio 2021 durante una riflessione con l’artista Pupi Fuschi e il puparo Angelo Sicilia, immagina e propone un evento multiforme, un percorso tra recitazione, disegni, fotografie e parole per mettere in scena i fatti accaduti nel 1939.
Nasce così “Vite al confino”, la rappresentazione della storia di tutti i pregiudizi di genere attraverso la storia di un gruppo di uomini gay vittime delle persecuzioni fasciste. Il racconto di una storia, recitata da Vincenzo Crivello, disegnata da Pupi Fuschi, fotografata da Luana Rigolli e animata dai pupi di Angelo Sicilia.
L’evento è prodotto dal ristorante Galleria caffè letterario e si realizza grazie alla lungimiranza della direttrice del museo Mandralisca Laura Gattuso.
«Quando si ha l’urgenza di raccontare una storia, di dire qualcosa, il modo si trova sempre – racconta Vincenzo Crivello – questa storia l’ho scoperta per caso quando nel 2000 andai in vacanza alle Tremiti. Mi appassionai molto all’argomento perché è un fatto praticamente sconosciuto e cominciai a fare diverse ricerche. È una storia che merita di essere raccontata».