Ha molto colpito, quelli che hanno il cervello libero da una qualche ideologia, la frase del capo del Vaticano “l’aborto è un omicidio e i medici che lo praticano sono dei sicari”. Non è solo questione di idee e approcci diversi, ma di politica (evangelizzazione dicono i cattolici).
Perché Francesco I, per esempio, non chiama sicari i terroristi Hamas, Hezbollah, Al Qaeda, Stato islamico, iraniani di regime in genere, etc. Anche se – per molti cattolici e cristiani – sicari questi ultimi lo sono per davvero. Il Papa cattolico si può permettere di usare questi termini e concetti perché è mantenuto da regimi politici come il nostro che, per esempio, prendono atto, senza intervento (se non in casi rari), dei crimini che i pastori della Chiesa cattolica accumulano nel mondo con le violenze sessuali (talmente tante che ogni volta che vediamo un prete che accarezza un bimbo… non possiamo non pensarci).
Abbiamo letto di alcuni medici abortisti che hanno risposto al papa ricordando che loro stanno applicando una legge dello Stato. Non serve a nulla.
Al papa e ai suoi sudditi non interessano le opinioni degli altri che rimettono in discussione i loro principi ideologici (un capitolo è sempre aperto anche sulla verginità di Maria Maddalena che ha partorito Gesù Cristo). La Chiesa è oltre gli Stati, oltre le democrazie, è superiore, e opera per evangelizzare tutti.
Si sente sempre ripetere, per esempio sull’Islam, che agli Stati formalmente a-confessionali, sta bene l’Islam come religione, ma la combattiamo quando diventa religione di Stato… ma è ipocrisia, visto che – Italia per esempio – non diciamo nulla quando la religione che si mescola con gli Stati è quella cattolica. Siamo esagerati, perché con il cattolicesimo è diverso? Tanto diverso che in una società dove la comunicazione ha un ruolo determinante e sponsorizzato anche dallo Stato, un capo di Stato estero che ha un rapporto anche costituzionale col nostro (art.7 – Patti Lateranensi) e che noi finanziamo in modo massiccio, ci viene a dire che i medici sono sicari? Certo, il papa lo può dire nei nostri regimi cosiddetti a democrazia liberale, e noi saremo in prima fila per consentirgli sempre di dire e ridire, ma glielo facciamo notare. Non tanto a lui e ai suoi sudditi, ché non gliene frega nulla, ma a tutti quelli che in nome del Dio che lui – capo di questa Chiesa – dice di servire in Terra, ci ripetono e auspicano di agire in nome di questo Dio, sottoponendo ad esso una sorta di giudizio finale di ogni loro agire, incluso quello istituzionale e civico.
Noi, che siamo liberi e non temiamo l’ira di Dio o il premio delle 72 vergini dopo la morte, sappiamo solo che se non ci fossere le leggi che consentono di abortire, e i medici che praticano aborti, oggi gli aborti nel mondo non sarebbero in calo e, soprattutto, molte donne che comunque abortiscono avrebbero conseguenze (financo menomazioni fisiche, la morte e la galera). Noi operiamo così per il benessere del genere umano?
Quindi, grazie capo del Vaticano, Stato teocratico e confessionale, per averci dato occasione per ribadire le differenze tra noi (qualcuno ci chiama scherzosamente mangiapreti) e Te/Voi che pensate, parlate e agite come umani superiori a tutto quello che – Voi – chiamate Creato.
Continui pure così per la sua opera di benessere spirituale del genere umano, noi facciamo altro che crediamo possa essere anche spirituale.
Vincenzo Donvito Maxia – presidente Aduc