Il presidente del Consiglio, Giuseppe Conte, a proposito della crisi di Alitalia, ha dichiarato: “Non c’è una soluzione di mercato”. Amara conclusione dopo quasi un anno e mezzo di governo Conte 1 e 2. E’ lui che ha governato, insieme a Luigi Di Maio, ministro dello Sviluppo Economico, responsabile del dossier Alitalia, cui è succeduto Stefano Patuanelli (M5S).
Se non c’è una soluzione di mercato, che cosa si intende fare? Irizzarla, cioè nazionalizzarla, come proposto da Patuanelli, cioè accollare la gestione e i debiti al contribuente italiano, già oberato di tasse?
L’Alitalia ha un problema di gestione e di costi che non sono compatibili con il mondo del trasporto aereo.
Una delle soluzioni prospettate è quelle di liquidare Alitalia, vendere gli asset (aerei, slot, manutenzione, gestione, ecc.), altra è quella di proporre un nuovo piano industriale, ma occorre trovare soci disposti a metterci i capitali e, dopo le esperienze passate e quel che è successo con la Arcelor Mittal (cambiare le regole del gioco a gioco iniziato), la fiducia degli imprenditori e del mercato è piuttosto scarsa. Infine, c’è quella della nazionalizzazione priva di certezza, visti i trascorsi, che Alitalia diventi una compagnia aerea in grado di volare mettendo la mani nelle tasche dei contribuenti italiani.
Primo Mastrantoni, segretario Aduc