Senza acqua e senza un Consiglio d’amministrazione che gestisca a Messina l’emergenza. Il vertice dell’Amam presenta le dimissioni al sindaco Basile e scoppia la bufera. Una delle grandi strategie del Sistema Messina è quello di lasciare cadere tutto nel silenzio o nel rumore generale, insomma nel disinteresse, nel sorriso di sufficienza…
Ci pensa il tempo a emendare ogni cosa. Del resto la storia ci ricorda che l’ignoranza colpisce la moralità del popolo allo stesso modo in cui l’indifferenza colpisce la moralità delle classi colte. Quello che sta accadendo nel ventre dell’Amam e in più in generale, nella gloriosa armata di Cateno De Luca non fa eccezione. Cittadini allo stremo per la penuria d’acqua, difficoltà di gestione della crisi, polemiche e ripicche che hanno lasciato il segno. In qualunque altro luogo ci sarebbe stato un qualche ripensamento sulla gestione dell’emergenza acqua, un qualche dubbio. Nella Messina governata da Cateno De Luca e Federico Basile no, meglio l’indifferenza alle critiche.
Il caso Amam è particolarmente imbarazzante. Dopo aver amministrato diversamente bene l’Ente con buona pace della politica oggi il Cda non trova di meglio che lavarsene le mani – beati loro -, presentando (con colpevole ritardo) le dimissioni. Adesso, tutti a chiedersi cosa farà il sindaco Basile: qualche finestra in casa farebbe bene ad aprirla, per far circolare aria e idee. Da qualche parte, in quell’inesplorato serbatoio di intelligenza che il Sistema produce, forse sono già all’opera, i nuovi professionisti da mettere in campo al posto dei bocciati. Ovviamente con la benedizione di Cateno.