Arresto del boss di Telegram… Cambia il potere dei social?

E’ stato arrestato a Parigi il boss di Telegram, Pavel Durov (cittadino russo-francese), contro di lui un mandato per varie violazioni dei suoi messaggi criptati (1). Vedremo gli sviluppi.

Una volta era Facebook (al secolo Meta, padrone anche di Instagram), poi fu Twitter (al secolo X), oggi è anche Telegram. Sono i social più importanti per numero di aderenti e per il clamore che riescono a stimolare a seguito delle pubblicazioni di messaggi di varia fonte. Molti sono gli Stati e i personaggi politici ed economici del mondo che li usano a mo’ di megafono, ripresi poi da tutti gli altri media.

Le loro proprietà sono di persone straricche: prima, durante, dopo e grazie a… Mark Zuckerberg per Meta. Elon Musk per X.
Con riferimento – per ora – ai Democratici Usa per Meta. Esplicitamente dichiarato pro-repubblicani Usa (essenzialmente Donald Trump) per X. Indipendente – sembra e dice – per Telegram.

I loro boss sembrano intoccabili da qualunque sistema giudiziario (che non vuol dire esenti da questioni giudiziarie, ma trattati come un comune mortale che non ha pagato l’affitto di casa), ma registriamo una primizia con quanto accaduto ieri a Parigi per Telegram. Che. essendoci di mezzo anche la Russia (che ha già chiesto chiarimenti alle autorità francesi), non si può escludere che questa vicenda entrerà a gamba tesa nelle controversie politiche e mediatiche che il regime di Putin ha con Paesi in cui questi social sono maggiormente diffusi.

Noi, utenti dei loro servizi, ci assoggettiamo più o meno come agnellini, ai loro metodi di gestione, basati su appiattimento dei criteri e indiscutibilità delle decisioni. Il contrario (per Meta e X) del regime del Paese in cui hanno sede legale (Usa), in linea per Telegram, la cui sede legale è a Dubai.
Ci assoggettiamo, quindi, ad essere merci di scambi economici e politici, per la ricchezza di alcuni e il potere di altri.
Per la ricchezza, basta esserne consapevoli e, tutto sommato, lamentarsi fino ad un certo punto, visto che accettiamo di vivere in un sistema di capitalizzazione di impresa e lavoro.
Per il potere è diverso. Che se ad alcuni potrebbe stare anche bene essere diventati strumenti e pedine di scambio di potere, siamo sicuri che tutti gli utenti ne siano consapevoli e che vogliano che così sia?

Seguiamo la vicenda di Telegram, ché abbiamo l’impressione che, visti gli sviluppi e i metodi giudiziari che vengono utilizzati, non si può escludere che possa essere l’inizio di una svolta.

 

1 – https://www.aduc.it/notizia/arrestato+boss+telegram_140447.php

Vincenzo Donvito Maxia – presidente Aduc