Aumenta l’occupazione e diminuisce la ricchezza. Contraddizione in termini significa che i contenuti di una frase sono in contrasto tra loro. Sull’argomento sono intervenuti numerosi filosofi giustificando la contraddizione e, anche nelle religioni, il tema è presente, per esempio, nella divinità hindu Kalì, che riassume sia la mitezza che la violenza.
Tornando a noi, la contraddizione esprime la non coerenza di un pensiero, di una proposizione o di una azione.
L’occasione è fornita dai dati sulla occupazione, disoccupazione e il Pil, che è il valore dei beni e dei servizi prodotti da una nazione, in sintesi la ricchezza di un Paese.
Ora, se l’occupazione aumenta e la disoccupazione diminuisce, vuol dire che sono prodotti più beni e servizi, quindi più ricchezza.
Qui sorge la contraddizione: aumenta l’occupazione, a maggio, ma la ricchezza prodotta nel nostro Paese è ferma. L’anno scorso il Pil è aumentato dello 0,9%, l’anno prima dell’1,4%, invece, quest’anno, aumenterà solo dello 0,1/0,2%, secondo le previsioni governative.
Dunque, se il Pil è fermo, cioè l’economia non decolla, perché ci sono più occupati? Perché per fare un prodotto ci sono più persone ma il prodotto è lo stesso. Facciamo un esempio: per fare una pagnotta prima erano impiegate 3 persone, ora ne sono impiegate 4, ma sempre una pagnotta viene prodotta, il che significa che la produttività non aumenta e neanche i salari, elementi fondamentale per misurare il Pil.
Insomma, che cosa ha da festeggiare il ministro Di Maio non è dato di sapere quando la produttività e i salari non aumentano, gli investimenti sono in flessione e i consumi non decollano.
Primo Mastrantoni, segretario Aduc