Banche e loro solidità

In molti, tra i clienti delle banche, cercano di capire quale sia lo stato di salute dell’istituto di cui sono clienti, e tra questi non sono pochi quelli che vorrebbero sapere di eventuali difficoltà direttamente dalla Vigilanza. Ma ciò non è possibile per motivi molto seri e che riguardano la sicurezza del settore nel suo complesso.

Il D. Lgs. 180 del 16/11/2015, che ha attuato la Direttiva UE 2014/59 del 15 maggio 2014 sul risanamento e la risoluzione degli enti creditizi e delle imprese di investimento (nota come BRRD – Bank Recovery and Resolution Directive) prevede, all’articolo 99, comma 5, che la Banca d’Italia possa ritardare la comunicazione sulla crisi di una banca se la stessa sia potenzialmente dannosa per la stabilità del sistema finanziario. Ciò in deroga all’articolo 114 del Testo Unico Bancario sulla diffusione di informazioni privilegiate.

Quello che da alcuni viene visto come mancanza di trasparenza o addirittura un complotto ai danni dei risparmiatori è invece uno strumento che serve a prevenire danni peggiori per l’intero sistema, danni magari derivanti da fenomeni generalizzati di panico. Per lo stesso motivo, da sempre il Fondo Interbancario di Tutela dei Depositi (Fitd) non rende note le valutazioni di rischio su cui si basano gli impegni a carico ciascuna banca aderente. Se così non fosse, la semplice classificazione di rischio da sola porterebbe gravi scompensi nella raccolta degli istituti, per non parlare dell’utilizzo improprio che ne verrebbe fatto per screditare reciprocamente la concorrenza.
Un esempio concreto è fornito da cosa avvenne appena dopo il fallimento Lehman Brothers, quando la Banca d’Inghilterra sostenne i gruppi HBOS e Royal Bank of Scotland con prestiti segreti pari a 62 miliardi di sterline erogati l’1 di ottobre 2008 a HBOS (25,4 miliardi) e il 7 di ottobre a RBS (36,6 miliardi) e che furono ripagati, con interessi, in meno di tre mesi. I dettagli del salvataggio, denominato Emergency Liquidity Assistance, furono resi noti solo il 24 novembre 2009. Se la Bank of England avesse a suo tempo comunicato l’esistenza dei prestiti nel bel mezzo del ciclone abbattutosi sui mercati, probabilmente il sistema bancario mondiale non sarebbe più esistito.
Il senso di tutto ciò, avvalorato dagli accadimenti succedutisi dal 2007 in avanti in ogni angolo del Pianeta, è che non bisogna considerare la banca come un porto sicuro o, peggio ancora, una specie di santuario dove nulla di negativo potrà mai accadere. Un radicale mutamento di visione assai difficile da digerire specialmente in Italia, ma soprattutto in Italia necessario oltreché urgente, stante le numerose situazioni di criticità ancora esistenti un po’ dappertutto in istituti di ogni dimensione.

Anna D’Antuono, legale, consulente Aduc