Ora che l’Autorità per l’energia ha confermato quello che tutti sapevano, cosa succede? Arera: gli aumenti della bolletta elettrica , al saldo dei “tamponi” finora approvati e applicati dal governo, saranno “solo” del 55%, mentre quelli del gas del 41,8% (1). E’ bene ricordare che si tratta di aumenti del mercato di maggior tutela, quello dove le tariffe sono stabilite dalla stessa Arera, e che non intaccano il mercato libero (2), che talvolta, per l’occasione e non solo, fa anche proposte interessanti (da valutare con molta attenzione – 3). Aumenti che non intaccano le famiglie disagiate che usufruiscono dei bonus sociali.
Quindi succede che la situazione è identica a quella del giorno prima. Con:
– il governo che cerca di aumentare gli stanziamenti tampone (tra quelli approvati e quelli in cantiere si sfondano 11 miliardi);
– partiti di governo e di opposizione che chiedono ulteriori stanziamenti, senza specificare dove dovrebbero essere presi e come rimediare alle voci di bilancio da cui sono stornati;
– associazioni di categorie varie tutte in allarme;
– associazioni consumatori che sembra vivano su un altro Pianeta e paventano scioperi della bolletta contro il governo che non darebbe abbastanza soldi (4) (5).
– la certezza (che spesso viene dimenticata) che aumento dei prezzi dell’energia significa aumento dei prezzi di ogni tipo di prodotto e servizio e conseguente calo del potere di acquisto dei consumatori, già con stipendi tra i piu bassi del mondo cosiddetto ricco.
Tutto questo mentre tra chi governa e chi legifera impazza il confronto su Mario Draghi nonno/presidente della Repubblica o sempre capo del governo: surreale perché di fronte a problemi reali (energia costosa e carenza della stessa, emergenza sanitaria ed economica) si deviano energie per minare l’unica certezza che abbiamo in questo periodo: la solidità del governo in carica, solidità senza la quale ogni pur timido, precario e insufficiente tentativo per ridurre il danno (6), viene trasferito nel “confronto agitato” tra partiti aspiranti al potere… costi quel che costi (7). Non ce lo possiamo permettere!
Per questo crediamo che sia determinante una migliore e più parsimoniosa organizzazione di quanto abbiamo. Sì che nessuno muoia di freddo o per eccessivo consumo di cibo non-cotto o per bancarotta anche individuale: in modo che anche le imprese che creano servizi e prodotti non siano “costrette” a far lievitare alle stelle qualunque loro realizzazione.
La realtà è simile all’emergenza covid. Occorrono: provvedimenti che non possono essere solo di storni di soldi (per i quali crediamo essere già al limite e, comunque, insufficienti alla bisogna), campagne di informazione, interventi mirati contro sprechi e abusi; una grande campagna di ri e nuova educazione all’uso e al consumo energetico, individuale ed aziendale (8). E per farlo non riusciamo a pensare ad altro che ad un governo di unità nazionale come l’attuale, e non la rissa partitica che, nonostante il valore del nonno/presidente, non potrebbe essere altrimenti.
ADUC – Associazione Diritti Utenti e Consumatori
NOTE
1 – https://www.aduc.it/notizia/elettricita+55+gas+41+arera_138446.php
2 – comunque condizionato da questi aumenti. Mercato libero per cui tutti riceviamo come minimo un paio di telefonate al giorno per convincerci a scegliere le virtù di un operatore o un altro. E che – più o meno tutti i centralinisti – ci dicono che se chi è ancora nel mercato tutelato non passa subito a quello libero, oltre a perdere l’occasione del secolo, incappa in mostruose restrizioni (alcuni paventano anche il taglio del servizio). Tutte menzogne di infimo e spesso criminale marketing, visto che la fine del mercato tutelato è per il 31 dicembre 2022, e se l’utente non sceglie un operatore, sarà un passaggio automatico e indolore a nuovi operatori che avranno vinto l’asta indetta da Arera per l’assegnazione. Fine del mercato tutelato… che avrebbe dovuto essere finito già da diversi anni e che, invece, viene puntualmente prorogato… come è possibile che accada anche per la scadenza di fine 2022.
3 – Ché non è detto che le condizioni di ingresso nel nuovo contratto siano le stesse (o più onerose rispetto al mercato tutelato) una volta esaurito il periodo promozionale di ingresso.
4 – scioperi per cui, come accaduto alcune decine di anni fa (essenzialmente per responsabilità di alcuni sindacati confederali e alcune associazioni), non solo non risolsero nulla, ma lasciarono comunque da soli gli utenti che – autoridottisi gli importi delle bollette – dovettero far fronte a tagli del servizio e a pagamenti maggiori per il ripristino dello stesso.
5- https://www.aduc.it/comunicato/bollette+energia+si+procede+disuniti+verso+caos_33716.php
6 – in questo contesto – italiano, europeo e mondiale – si può parlare solo di riduzione del danno, chè altre proposte spacciate come risolutive sono velleitarie visto che in materia energetica, per esempio, l’Italia non ha alternative ad adeguarsi alle politiche europee e tedesca: https://www.aduc.it/comunicato/bollette+energia+si+procede+disuniti+verso+caos_33716.php
7 – l’elezione del nuovo presidente della Repubblica esiste come scadenza, ma crediamo debba essere affrontata nella ricerca del garante soprattutto per l’unico governo che sta mostrando – pur coi suoi limiti – di essere in grado di far agire il Parlamento tutto nell’interesse del Paese e non della bramosia di potere dei singoli partiti.
8 – le energie cosiddette alternative sono l’ideale ma, nonostante la pomposità politica che ha portato anche al cambio del nome dello specifico ministero (da Ambiente a Transizione ecologica), i tempi per avere un minimo di disponibilità non sono quelli dell’attuale emergenza. E’ un determinate investimento sul futuro, che però non è quello delle bollette del 2022/2023.