Si è accesa la polemica tra chi sostiene, come il ministro della Giustizia, Alfonso Bonafede, che occorre sospendere la prescrizione dopo il primo grado di giudizio, di assoluzione o di condanna, non importa, “per rendere giustizia ai cittadini” e chi ritiene che in questo modo non sarebbe garantita la ragionevole durata dei processi, così come stabilito dall’articolo 111 della Costituzione.
L’elemento scatenante è stata la presentazione di un emendamento del M5S al disegno di legge Anticorruzione in discussione in Parlamento.
Non si capisce, perché la proposta di sospensione della prescrizione non sia stata presentata, in un testo di riforma organica della giustizia, invece, di essere inserita con un emendamento dell’ultima ora, nel disegno di legge Anticorruzione.
I motivi, però, ci sono, si chiamano ghigliottina del diritto e propaganda elettorale.
Vediamo.
Ghigliottina del diritto
Fa parte del modus operandi di esponenti del M5S. Basterebbe ricordare la frase di Luigi Di Maio sui politici indagati che sono automaticamente colpevoli. Insomma, chi è indagato ha il marchio della colpevolezza. E’ la logica di Robespierre.
Vero è che i tempi della giustizia nel nostro Paese sono lunghissimi, tant’è che l’Italia è stata condannata varie volte dalla Corte europea dei diritti umani.
Oltre il 70% (leggasi settanta percento) dei procedimenti giudiziari va in prescrizione prima dell’inizio del processo, cioè in fase istruttoria, quindi, cosa c’entra la sospensione della prescrizione dopo la prima sentenza, cioè a processo avviato, se la stragrande maggioranza dei processi non si celebra perché prescritti prima che il processo inizi? Nulla.
Per i reati di corruzione, la prescrizione scatta dopo 12 anni e mezzo in primo grado, dopo quattordici e mezzo in secondo grado e dopo quindici e mezzo al giudizio di Cassazione. Questo è il tempo che può decorrere tra indagini e sentenza di terzo grado.
Secondo il ministro Bonafede non bastano 15 anni e mezzo per arrivare ad un giudizio definitivo per corruzione, ci vuole un tempo indefinito.
E’ come alzare i limiti di atrazina (un pesticida) per rendere potabili le acque che non lo sono, come si è fatto, così si alza, indefinitamente peraltro, il limite di prescrizione per rendere “potabile” la giustizia.
Sicchè, un cittadino che ha subito un torto o è innocente dovrebbe attendere un tempo indefinito per avere giustizia.
Si chiama denegata giustizia.
E’ la ghigliottina del diritto, la morte della giustizia, ma al ministro Bonafede basta parlare ai propri elettori, per rinsaldarli nelle loro convinzioni sanfediste: il male è dall’altra parte.
E questo è il primo obiettivo della comparsata bonafedista.
Propaganda elettorale
Il secondo obiettivo del M5S riguarda la campagna elettorale in vista delle prossime elezioni europee e nazionali.
Visto che i sondaggi elettorali danno in calo il M5S, cosa c’è di meglio che ritirare fuori vecchi slogan che ne hanno fatto la fortuna alle ultime elezioni politiche? Come contrastare la Lega, che corre nei sondaggi, che impone scelte come l’attivazione dell’Ilva, la prosecuzione della Tap, il condono fiscale, sulle quali il M5S si era dichiarato contrario?
Cosa c’è di meglio, allora, di un richiamo alla pancia dei propri elettori? La fonte di tutti i guai, passati, presenti e futuri, sono gli altri. Sollecitare i movimenti peristaltici ha sempre qualche effetto.
E questo è il secondo obiettivo della comparsata bonafedista.
L’importante è che il popolo ci creda.
Primo Mastrantoni, segretario Aduc