Bramanti – De Luca. Con la proclamazione, in questa prima fase, degli eletti in Consiglio comunale e nelle sei Circoscrizioni cittadine, la politica, quella con la P maiuscola, conclude “liturgicamente” il tempo forte della campagna elettorale e inizia il “tempo ordinario” degli inciuci.
Viene dopo di me colui che è più forte di me: io non sono degno di chinarmi per slegare i lacci dei suoi sandali
Mc 1,7-11
Nessuno si dica indignato se Tizio va con Caio per convenienza: non vedo verginelle tra i candidati né beati prossimi santi. In questi anni di amministrazione pubblica e non, di porcherie ne abbiamo viste, eccome.
In un certo senso, da questo momento, siamo invitati a “ripercorrere” il percorso quotidiano di ogni eletto in Consiglio a partire dalla sua condivisione con l’uomo che guarda alla politica come un luogo di giusti.
Senza voler essere blasfemo per me il Consiglio comunale dovrebbe essere rappresentato dalla scena del Battesimo che è contrassegnata da due particolari: i cieli squarciati e la voce dal cielo che chiarisce il mistero che si sta vivendo.
Lo so, chiedo molto
Mi soffermo però su questi due simboli perché offrono lo spunto per una riflessione interessante. Il primo (i cieli squarciati) è molto eloquente.
Se i cieli si aprono è per fare passare l’amore e la verità che provengono da Dio Padre e tramite il Figlio giungono fino a noi. Quante volte durante una seduta del recente Consiglio comunale si è raggiunta questo equilibrio? O forse è vero l’esatto contrario? Bugie, veleni, calunnie, ricatti, pugnalate?
Il secondo (la voce), indica il compimento della metafora precedente, cioè lo stesso fiume di amore che ha colmato Gesù ci rende “figli nel Figlio amato”, nella misura in cui ascoltiamo la voce dello Spirito. Quando il Consiglio comunale, la Giunta, il sindaco hanno ascoltato e difeso la voce del popolo? Degli ultimi? Dei deboli?
Oggi purtroppo, soprattutto in campo politico, si parte in sesta (visto che gli ultimi modelli di autovetture hanno la sesta marcia) per affrontare qualsiasi cosa – si pensi per esempio al vasto campo della raccolta dei rifiuti – senza aver ascoltato “ciò che la gente vive” o la stessa riqualificazione delle periferie e del waterfront. E, vista la confusione generale che attanaglia tutti, questo avviene nel momento in cui urge un ascolto maggiore rispetto al passato per discernere le nuove vie pensate dalla politica per tutelare giovani e precari: parcheggiatori, call center, supermercati.
Non vorrei tediarvi, ma ripeto che solo l’ascolto della voce del popolo ci consente di operare il salto di qualità, cioè cogliere come occasione di “grazia” quel che solitamente chiamiamo “crisi”.
È il primo passo per leggere “i segni dei tempi”, secondo le provocazioni di Cateno De Luca.
Penso che il “Battesimo del Signore” possa essere interpretato anche in questa chiave ermeneutica. E se Gesù si mette in fila con i peccatori assumendone la loro fragilità, vuol dire che si può veramente uscire dal pantano della politica attraverso la forza di “attrazione” esercitata dall’amore di un sindaco verso Messina. Ma chi sarà capace a operare scelte decisive?
Bramanti – De Luca
Fra queste, la prima dovrebbe riguardare la cura attenta della nostra interiorità: votate per una persona preparata a risolvere le emergenze. Votate i progetti reali.
Comprendo che il ritmo forsennato della vita ci porta naturalmente a correre da un impegno all’altro, lastricando di paurosa superficialità le nostre giornate. Eppure, il 24 giugno si decide il nostro destino, in un modo o in un altro.
Bramanti – De Luca
Dovrebbe essere questo il compito dei membri di un Consiglio comunale: insegnare a passare da ciò che è esteriore a quanto c’è di più intimo nell’essere umano, nel mondo e nella vita; lì c’è il vero paladino del popolo.