Capire il turismo. La ‘crisi’ dei furbetti e dello Stato incapace e assente

Beautiful railway station with modern high speed red commuter train at colorful sunset. Railroad with vintage toning. Train at railway platform. Industrial concept. Railway tourism

Sembra che la domanda turistica quest’anno registri un calo del 30% (1), con gli italiani che, visti i prezzi alle stelle, o sono andati per periodi più brevi in vacanza o hanno scelto destinazioni non-italiane più economiche.

Perché i prezzi delle offerte turistiche sono aumentati? La risposta standard è che tutt’intorno i prezzi sono cresciuti nonostante l’inflazione sia in calo/stabile. Gli operatori non hanno torto in linea di massima, ma è una sorta di “cane che si morde la coda”: tutti quelli che aumentano i prezzi dicono la stessa cosa… e si perde l’origine del disastro.

C’è da dire che governo e istituzioni dovrebbero intervenire, ma lo hanno fatto in ritardo: in questi giorni stanno facendo incontri con la cosiddette categorie invitandole ad essere più buone ed a guadagnare meno, ma di interventi strutturali (tipo riduzioni fiscali) non ne parlano. Le emergenze sono quindi esplose e diventate ingestibili da una qualunque autorità.

Vediamo come il caos viene gestito dagli operatori turistici. Ci sono i casi estremi come quel ristorante che ti fa pagare due euro per tagliarti una fetta di torta o altrettanti due euro per portarti un piattino con cui condividi il tuo piatto di pasta col piccolo figliolo. Ma ci sono le “normalità” dei prezzi alle stelle di trasporto aereo, navale e servizi sulle spiagge, parte dei quali definire schifosi (a meno che non paghi 200 euro invece di 40 per un ombrellone) è solo per essere gentili. La manovalanza di questi servizi (soprattutto alberghi e spiagge) ha salari da brivido (favoriti anche dal fatto che non ci sono norme per salari minimi). Il rapporto col fisco di non pochi balneari e albergatori è – sempre per essere gentili – “allegro”.

In questo contesto di calo, hanno gli operatori capito che è utile per loro diminuire i prezzi? No: avrebbero più persone e più lavoro, per cui il 30% di calo preferiscono gestirlo avendo meno persone che spendono di più (e non è un caso che, dovunque vai, dalla spiaggia marchigiana a quella popolare ligure o salentina o calabrese, tutti i gestori – in accordo con le istituzioni locali – sono impegnati per attirare un turismo che loro chiamano di qualità… cioé che spende di più).

Nel contempo le associazioni di categoria si stanno già muovendo per imbastire trattative col governo – sempre disponibile per le cosiddette emergenze, visto che sembri tratti solo quelle, soprattutto se riguardano corporazioni come balneari e taxisti) – per aiuti di vario tipo, come alleggerimenti fiscali per la situazione in generale e – tormentone del presente – far fronte ai maggiori costi per il green deal locale, regionale ed europeo. Ed ecco che l’incapacità degli operatori turistici di far fronte al mercato che cambia se la gestiscono con prezzi da rapina finchè dura, e dopo un po’ chiedono l’aiuto allo Stato.

Cattivi gestori turistici e consumatori buoni? No, solo una cloaca indefinita che qualcuno chiama ancora mercato, in cui lo Stato e il governo, invece di stimolare e indirizzare, fa di tutto perché continui com’è e peggiori.

Vincenzo Donvito Maxia – presidente Aduc

 

 

 

 

1 – https://www.aduc.it/articolo/caro+estate+nulla+governo+solo+mercato+puo_36496.php